Il “comitato consultivo sugli appalti pubblici” è l’ennesimo monstre politico che rischia di creare potenziali e pericolose ingerenze in un settore estremamente delicato. Un settore dal quale la politica dovrebbe tenersi ben lontana ed evitare anche potenziali ingerenze limitandosi a svolgere il suo ruolo di programmazione. E’ stato proprio durante l’ultima finanziaria che, con i soli voti contrari del MoVimento 5 stelle, la maggioranza targata Frattura ha approvato la nascita di questo organismo. In sostanza un comitato che dovrà svolgere attività di consulenza sugli appalti pubblici, con specifiche funzioni che ci hanno fatto alzare il livello di guardia tra le quali:
svolgere attività finalizzate agli approfondimenti e all’uniformità degli indirizzi interpretativi in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, promuovendo attività di indirizzo nonché la qualità delle procedure di appalto;
elaborare, in collaborazione con i soggetti interessati, circolari, linee guida ed altri strumenti finalizzati a semplificare e uniformare le procedure per l’affidamento e la gestione degli appalti;
adottare iniziative utili al rispetto dei termini di pagamento dei corrispettivi contrattuali, a garanzia della regolare esecuzione dei contratti pubblici;
In altre parole duplica in maniera inspiegabile molte delle funzioni che in Italia già svolge l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), come abbiamo già avuto modo di rilevare qualche tempo fa.
Oggi però si iniziano a vedere altri effetti che vanno oltre quanto abbiamo inizialmente evidenziato. E’ stato infatti pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise l’avviso pubblico per le manifestazioni di interesse per i rappresentanti delle associazioni di categoria coinvolte che avranno una loro rappresentanza all’interno del comitato, in aggiunta alla parte politica: in pratica a decidere su cavilli o clausole presenti in appalti di gara realizzati in Molise sarà la politica o qualcuno che rappresenta interessi particolari di settore, potenzialmente esponendosi a eventuali conflitti.
Queste non sono solo nostre preoccupazioni, ma anche di operatori del settore dato che la stessa legge prevede che il Comitato consultivo sarà composto: “dal Presidente della Giunta regionale, dall’Assessore delegato, dai Presidenti delle Commissioni regionali permanenti competenti per materia e da un rappresentante in possesso di comprovata esperienza nel settore della contrattualistica pubblica designato da ciascuna associazione di categoria rappresentativa dei settori economici interessati” e dulcis in fundo: “L’individuazione e la nomina dei componenti del Comitato consultivo sugli appalti pubblici sono effettuate con decreto del Presidente della Giunta regionale.”
Un Comitato che dovrebbe essere tecnico non è altro che l’ennesimo organismo politico, legato alla vita della legislatura e al governatore di turno, con il delicato compito di “maneggiare” gli appalti pubblici e, di conseguenza, fiumi di denaro. Il Governo ha impugnato alcune parti dell’ultima legge di stabilità regionale, ma non questo preciso punto. Come Movimento 5 Stelle ci sentiamo però in dovere di porre rimedio a questa anomalia sia da un punto di vista legislativo che mediante una segnalazione all’ANAC stesso.
Appalti pubblici, Movimento 5 Stelle: troppe cose non vanno
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