Un leghista confida: Salvini ci ha bruciati, eravamo contro Francesco Verderami www.corriere.it
Terminata la seduta, si mette a stringere mani e a ringraziare i senatori appena fuori dall’Aula, in quel corridoio di Palazzo Madama — lontano dalla ressa — dove sono esposti i dipinti dei presidenti del Senato. Finché c’è chi gli fa notare che «per caso» si è posizionato proprio sotto il ritratto di Fanfani. «È quasi per caso…», sorride finalmente Lotti, volgendo lo sguardo verso lo statista aretino che i renziani considerano progenitore della loro schiatta. In quel momento sembra quasi che il ministro dello Sport renda omaggio al nume tutelare, al termine di una giornata per lui particolare: «È andata bene. Credevo peggio con i grillini».
La mozione di sfiducia dei Cinquestelle è stata appena bocciata, ma in fondo il Movimento ha ottenuto ciò che voleva, perché «anche la mozione contro la Boschi non passò — aveva spiegato il giorno prima Di Battista — però da lì cominciò il declino del Pd». Niente clamore, stavolta, e nemmeno folklore nell’emiciclo. Solo Raggi di ilarità quando la grillina Taverna invita Lotti a dimettersi seguendo «il nostro codice etico». «Credevo peggio», aveva sussurrato già in Aula l’esponente del governo dopo l’arringa «grillina». Il peggio sarebbe arrivato di lì a poco con lo scissionista Gotor, che indossando i panni del pm avrebbe rappresentato il giglio magico come «una sorta di rapace chilometro zero del potere, una sorta di amici miei in salsa governativa».
«È iniziata la faida a sinistra. E scorrerà del sangue», anticipa il sottosegretario centrista Gentile: «Sangue politico e giudiziario». Il senatore calabrese si rivelerà facile profeta. Terminato il dibattito, l’ex titolare della Difesa Mauro si sta aggirando in Transatlantico in cerca di risposte all’unico quesito irrisolto della storia: «Ho ascoltato Lotti e tenderei a credergli quando dice di non aver informato l’ad di Consip Marroni dell’inchiesta giudiziaria. Marroni però sostiene l’esatto contrario. Ora, se Lotti non lo ha ancora querelato, ci sarà un motivo: aspetta che venga fuori altro. E cosa possa venir fuori ce l’ha fatto intuire il renziano Marcucci, che intervenendo in Aula ha più volte sottolineato gli stretti legami di Marroni con il governatore toscano Rossi, passato con gli scissionisti. Vuoi vedere…».