“Ho illustrato in commissione Finanze del Senato i cinque emendamenti che ho presentato al decreto legge IMU, che modificando la disciplina precedente prevede l’esenzione totale nei comuni montani, nei comuni parzialmente montani solo in favore di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali per i terreni coltivati. Per quanto riguarda il Molise la quasi totalità dei comuni beneficiano di questa nuova disciplina impositiva in quanto montani o parzialmente montani, mentre i restanti pochi comuni non montani, molto importanti per il comparto agricolo molisano, restano esclusi con grave sofferenza degli operatori proprietari che registrano l’iniquità nei loro confronti. Per questa ragione, in qualità di capogruppo del pd in commissione agricoltura, ho intrapreso un serrato confronto con il Governo motivando la necessità di rivedere l’impianto impositivo nella sua interezza ed esprimendo in tal senso parere condizionato all’accoglimento delle modifiche richieste.
Tre le ragioni che ho evidenziato: il comparto delle filiere agroalimentari è uno dei pochi che traina la ripresa economica fornendo numeri importanti per l’export italiano nell’anno dell’Expo e non è il momento di indebolire ma semmai di aumentare la capacità di effettuare nuovi investimenti per resistere alla globalizzazione ed alla necessità di internazionalizzazione delle nostre imprese; come impostata la formula di imposizione IMU non tiene conto della redditività dei terreni che in alcuni dei territori parzialmente montani conosce produzioni molto più remunerative di quelle dei territori non montani; l’esenzione totale costa 350 milioni di euro che possono essere trovati rinunciando ad investimenti militari molto discutibili e molto onerosi come il caso della produzione degli aerei cacciabombardieri F35 (per il cui finanziamento ho votato contro ed in difformità dal mio gruppo).
Ciò posto, ho avanzato le prime cinque proposte emendative in commissione Finanze, ferma restando la possibilità di proporne altre in aula dopo un confronto aperto anche con le istituzionali locali.
Il primo emendamento riguarda proprio i comuni non montani, per i quali non è prevista nel decreto del Governo alcuna esenzione, prevedendo una nuova disciplina per la quale a decorrere dall’anno 2015, ” per i terreni ricadenti nei comuni non montani, ai possessori di terreni che siano coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali spetta una detrazione:
a) fino a 200 euro nel caso in cui l’imposta determinata ai sensi del comma 8- bis non superi i 250 euro;
b) del 70 per cento della parte di imposta determinata ai sensi del comma 8- bis tra i 251 euro e i 1.500 euro;
c) del 50 per cento della parte di imposta determinata ai sensi del comma 8- bis tra i 1.501 euro e i 2.600 euro;
d) del 40 per cento della parte di imposta determinata ai sensi del comma 8- bis tra i 2.601 euro e i 3.500 euro’’
Il secondo estende l’esenzione dal pagamento dell’IMU, già prevista per i terreni ricedenti nei comuni montani e parzialmente montani, ai terreni agricoli coltivati con metodi biologici certificati. Il terzo e il quarto estendono l’esenzione, nei territori parzialmente montani, sia ai terreni che non siano posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli , sia nel caso in cui i soggetti che concedono i terreni in comodato o in affitto non siano in possesso delle predette qualifiche di imprenditore agricolo professionale o coltivatore diretto e anche se non siano iscritti alla previdenza agricola; nei territori dei comuni non montani estende l’esenzione ai terreni agricoli coltivati che abbiano una pendenza media superiore al 30 per cento». Il quinto prevede che per l’anno d’imposta 2014 non è dovuta l’IMU per i terreni che ricadono nel territorio dei comuni per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza dal Consiglio dei Ministri, per eventi che si siano verificati nel corso del medesimo anno.