Appalti pubblici, Nagni replica all’Acem: I criteri discrezionali appartengono al passato

Le dichiarazioni, anche piuttosto impetuose, rilasciate dall’Acem, l’Associazione dei costruttori edili del Molise, su come e a chi affidare appalti pubblici destano più di una preoccupazione in ordine al rispetto delle legge e delle regole, che ovviamente, a nostro avviso, vengono prima di qualsiasi sentimento di appartenenza. Fa un po’ specie vedere la facilità con cui si mettono in dubbio la trasparenza e la correttezza delle procedure in nome di una non meglio precisata tutela indigena.
L’attenzione per le imprese molisane è prioritaria nell’agenda politica e amministrativa del nostro Governo regionale, prova ne sono gli strumenti messi a disposizione per agevolare i legittimi percorsi di crescita. L’Acem, al contrario di quanto adesso scrive, conosce bene il livello di attenzione della politica.
Ci lasciano dunque basiti, perché incomprensibili, le illazioni avanzate su presunti favoritismi ad imprese di fuori regione: ci chiediamo come si possa immaginare in un contesto normativo assolutamente inflessibile.
L’affidamento dei contratti pubblici, aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, avviene nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, tutela dell’ambiente ed efficienza energetica.
Ci sono regole rigorose, a tutela di tutti i partecipanti. Regole che non consentono ipotesi o escamotage che possano favorire alcuni operatori rispetto ad altri essendo gli unici principi di riferimento legati a molteplici fattori che prescindono dalla territorialità.
Quante sono le imprese molisane presenti sul mercato e aggiudicatarie di gare in tante altre regioni italiane? Ci sono associazioni di categoria fuori dai nostri confini che urlano allo scandalo quando le nostre ditte vanno avanti in una gara? A noi, almeno, non risulta.
La disciplina in vigore favorisce un regolare svolgimento delle procedure e non discrimina quelle imprese competitive e che vantano elevati requisiti, a prescindere dalla loro provenienza.
Inoltre, in attesa delle Direttive dell’ ANAC,  fino all’adozione delle linee guida previste dall’articolo 36, comma 7 del nuovo Codice, anche l’individuazione degli operatori economici avviene tramite indagini di mercato effettuate dalla stazione appaltante mediante avviso pubblicato del committente, specificando i requisiti minimi richiesti ai soggetti che si intendono invitare a presentare un’offerta.
Nulla di diverso, comunque, rispetto a quanto dettato dalla legge 163/2006 che già stabiliva tali indicazioni, poi rimarcate e consolidate nel nuovo Codice degli Appalti, entrato in vigore lo scorso 19 aprile.
Le nostre imprese, già forti di elevate professionalità e notevoli standard qualitativi che permettono loro di misurarsi ovunque, alla pari, scommettano sempre più su innovazione e formazione. Quella è la strada per vincere, non suggerire vie discutibili da mettere in pratica sul piano della norma.

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