Ci sono voluti sedici anni, troppi direi, per togliere i sigilli alle sconvolgenti dichiarazioni del boss dei casalesi, Carmine Schiavone, e per sapere che nei primi anni ’90, l’area del Matese e quella isernina sarebbero state interessate da un traffico illegale di rifiuti tossici. Una triste conferma agli allarmi e agli interrogativi che, già da qualche anno, circolano in questa regione che non è, forse, solo terra di passaggio, ma luogo di destinazione finale di un ciclo illegale di smaltimento di sostanze altamente nocive per la salute e per il territorio.Vale la pena di ricordare, infatti, che in Molise siamo stati e continuiamo ad essere testimoni di episodi collegati allo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Abbiamo iniziato a discuterne a partire dagli avvenimenti del Cosib, poi con la scoperta dei fusti radioattivi custoditi nelle cantine di Castelmauro e con i più recenti rilevamenti di diossina sulle carni macellate sul territorio della piana di Venafro.