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L’occhio che uccide/ Il Molise combatte il covid in modo naturale

Si tratta di una vera e propria strategia, non di un fenomeno episodico. Il Molise si sta distinguendo per un approccio innovativo alla pandemia, tutto basato sulla flora e sulla fauna locale. Superata l’idea che il virus si combatta solo con politiche sanitarie ( in un ospedale ci si sta se si è ammalati, se non si è ammalati è logico che lo si debba diventare) la nostra regione si è avviata su un sentiero solitario ma promettente.

La testimonianza di tutto questo sono le ordinanze del presidente della Regione, Donato Toma che hanno costellato il periodo pandemico. Si è partiti con il taglio della legna e con i lavori nei campi, si è passati alla raccolta del tartufo per poi arrivare alla caccia al cinghiale e, ultimo e prezioso tassello del progetto, il divieto di ammazzare il maiale. La mossa a sorpresa ha creato un grande scompiglio nel mondo animale.

In particolare i cinghiali lamentano una grave violazione costituzionale con una evidente disparità di trattamento. Loro, abituati ad essere predatori diventano carne da cannone mentre i loro cugini, anziché trasformarsi in cotechini, salsicce e soppressate vengono salvati e amnistiati La motivazione ufficiale, secondo i cinghiali, non regge. Se è vero che l’uccisione del maiale di solito si accompagna a feste e assembramenti bastava vietare le feste e gli assembramenti. Quindi, concludono i cinghiali, c’è una evidente volontà politica di cambiare le gerarchie secolari nel mondo dei suini.

Ma non sono solo i cinghiali a protestare. Vitelli, agnelli e capretti stanno pensando ad una grande manifestazione davanti la sede della Giunta regionale. Anche noi ci immoliamo per feste, pranzi e barbecue ma nessuno ci ha mai graziato. In particolare agnelli e capretti chiedono, con l’avvicinarsi della Pasqua e della Pasquetta al presidente Toma di risparmiare la solita, tragica ecatombe. Il Presidente, però, tira dritto per la sua strada. Anzi è intenzionato a rilanciare.

Sono allo studio nuove e più incisive ordinanze. Dal divieto di preparare, cucinare e consumare il brodo di pollo (un tentativo forse di ingraziarsi il mondo dei volatili) alla raccolta in sicurezza dei mughetti e della margherite da campo. In agenda anche una ordinanza per vietare la produzione, distribuzione e vendita di prodotti alimentari che ingenerano confusione con i rappresentanti delle istituzioni locali (toma e tomini principalmente ma potrebbe essere interessato anche il Presidente della Provincia di Isernia Ricci).Il tutto da far confluire in un unico grande quadro riepilogativo.

Il Presidente, infatti, pensa di mettere in musica, con la sua preziosa chitarra, questa mole originale di produzione giuridica e realizzare così un Cd da regalare al popolo molisano. Un Cd da utilizzare in sicurezza, per rilassarsi quando si è da soli e sconfiggere così, con la natura, il pericolo pandemico. Cioè quando si va in bagno.

Aigor

Potete ascoltare la rubrica del nostro Aigor anche nel corso del telegiornale di Trsp, ogni martedì sui canali 15 per il Molise e 17 per l’Abruzzo

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Campobasso/Due roghi in due posti diversi della città

La scorsa notte a Campobasso (ore 2:30 circa)  due i roghi avvenuti contemporaneamente; uno tra Piazza Vittorio Emanuele e viale Elena, l’altro su Corso Bucci. Sul posto una squadra dei Vigili del Fuoco con due mezzi, che ha estinto celermente i citati roghi ed evitato il peggio,le aree interessate sono state circoscritte e messe in sicurezza, sul posto intervenuta anche una locale volante del 113..

Le cause degli eventi sono al vaglio degli inquirenti.

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Pietracatella/Inaugurato il bibliopoint “Libri ponte” al centro per migranti minori

Inaugurato il bibliopoint “Libri ponte” al centro per migranti minori di Pietracatella, grazie al finanziamento del CEPELL e del Ministero della Cultura. La giornata del 23 aprile, proprio mentre nel mondo si celebrava la Giornata mondiale del libro, ha rappresentato una tappa importante per “Pietracatella legge” il progetto finanziato da CEPELL e Ministero della Cultura nell’ambito di “Città che legge 2022/2023”

È stato inaugurato il bibliopoint “Libri ponte”. Questo speciale scaffale di libri ha trovato la sua casa nel Centro di accoglienza SAI per minori migranti non accompagnati di Pietracatella. Emozione grande per tutti i presenti, che hanno avuto modo di sfogliare i libri scelti con cura per i giovani ospiti del Centro: si tratta di libri illustrati senza parole, che, proprio per l’assenza di testo scritto, eliminano le barriere di tipo linguistico e favoriscono la comprensione grazie all’uso del linguaggio universale delle immagini. I libri, sistemati negli scaffali dai ragazzi stessi, saranno i protagonisti di un ciclo di letture all’aperto curate e condotte dalle libraie della libreria Risguardi, che coinvolgeranno gli ospiti del centro e i ragazzi di Pietracatella, oltre che le operatrici e volontari del progetto Pietracatella legge.

“Un ringraziamento speciale lo facciamo alle operatrici del Centro per il calore e l’entusiasmo, ci fanno sentire a casa.” dicono gli organizzatori dell’evento. Ispirati dalla Biblioteca IBBY, dedicata ai/alle minori che vivono a Lampedusa e a coloro che si trovano sull’isola, ospiti del Centro di Prima Accoglienza, ci piace citare Ibby Italia che di questo grandioso progetto è promotrice: “Dopo molti anni di sperimentazioni coi libri senza parole, sappiamo che possono rivelarsi uno strumento di apertura e coinvolgimento, da usare con persone di qualsiasi provenienza ed età, ponendo chi partecipa alla lettura nella comune condizione di esseri umani, desiderosi di storie e di sapere, capaci di compassione e complicità. Questo ci sembra uno dei modi migliori per permettere a tutti e tutte di essere accolti dignitosamente, dando sostegno anche allo spirito, oltre che al corpo.”

Nei prossimi mesi verranno inaugurati altri bibliopoint a Pietracatella, presso le Scuole, la Biblioteca comunale, la Casa di Riposo, il Micronido e la Scuola dell’Infanzia e l’Ostello comunale.

Comunicazione Lista Insieme per Pietracatella

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Lavoro/ Il caso strano delle tessere sindacali

L’obiettivo, non troppo nascosto, di Cgil, Cisl e Uil, anche se tra loro sono ai ferri corti, è diventare gli unici interlocutori delle aziende e della pubblica amministrazione sottraendo spazio alle voci di dissenso dei sindacati minori. CGIL,CISL,UIL hanno la pretesa di relegare i sindacati autonomi a nullità ma qualcosa non quadra nel numero di tessere dei loro iscritti, soprattutto nel settore privato.

Le tre centrali sindacali sempre più di frequente parlano, spingono, pretendono, una riforma della legge sulla rappresentanza con l’obiettivo di far fuori,da qualsiasi tipo di rappresentatività e dalle negoziazioni, le organizzazioni più piccole, in barba ai principi democratici, che la politica in modo molto ampia applica a se stessa, infatti, il primo che si alza la mattina crea un partito. Reputo una “pecionata” immaginare una simile riforma senza essere certi dei numeri, esistono due pesi e due misure fra il mondo del lavoro pubblico e il mondo del lavoro privato, infatti, la certificazione delle tessere sindacali non funziona allo stesso modo per tutto il mondo del lavoro.

Nel settore pubblico, l’intero meccanismo è rodato da anni e gestito dal datore di lavoro, cioè dallo Stato, passando attraverso l’Aran, l’Agenzia di rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, che ha censito come iscritti al sindacato circa 1,3 milioni di lavoratori su 3,3 milioni di dipendenti pubblici dei comparti delle amministrazioni centrali e periferiche, sanità, istruzione e ricerca, Presidenza del Consiglio. Per i pensionati la comunicazione di adesione e di revoca al sindacato avviene attraverso una comunicazione all’Inps.

Nel privato la consistenza degli iscritti è affidata all’autocertificazione dei sindacati senza alcun tipo di controllo, ma solo con una comunicazione formale del sindacato al Ministero del lavoro, con il paradosso che, in pochi anni, i numeri delle tessere sindacali comunicate al dicastero hanno superato complessivamente quello dei lavoratori attivi. La questione non è da poco, se si pensa che si parla di circa 17 milioni di lavoratori, la stragrande maggioranza della forza lavoro del Paese.

Il sistema dell’autocertificazione alimenta non pochi dubbi, a dispetto della disponibilità di sistemi telematici che renderebbero facili le verifiche incrociate, basterebbe equiparare il meccanismo pubblico a quello privato, per essere certi dei dati, dovrebbe essere il datore di lavoro a comunicare il numero di iscritti.

Elemento discriminante fra il settore pubblico e quello privato è quello che nello Stato un lavoratore può iscriversi ad un sindacato anche se non firmatario del contratto nazionale della sua categoria, mentre, nel settore privato non sarebbe possibile ma diventa possibile con la forza o con il magistrato, il che, penalizza le organizzazioni più piccole. I lavoratori devono essere liberi di iscriversi ad un sindacato, indipendentemente dal fatto che quella organizzazione abbia o meno sottoscritto il contratto adottato nell’impresa, in questo modo ci sarebbe una rappresentazione più veritiera dell’appartenenza e del numero di tessere dei sindacati,in questo modo,nel privato sono messe alla porta le voci di dissenso, così si violenta  la democrazia nei luoghi di lavoro, e si ammazza la trasparenza.

Dal 1995 ad oggi, i diritti sindacali, (assemblea retribuita, bacheca sindacale, permessi sindacali, trattenute sindacale agli iscritti, ecc.) sono stati riservati a coloro che firmano i contratti e/o le intese applicate dai datori di lavoro al personale in forza. Il legislatore, in questo frangente ha fatto la parte dell’ asino, trascinato e attaccato dove vuole il padrone, dove da padrone l’ha fatto il sindacato con le continue minacce di sciopero.

Il legislatore, sotto schiaffo, si è rifiutato di varare norme che estendesse il diritto di rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro dopo il referendum del 95 in cui venne abrogato parzialmente l’art.19 dello Statuto dei Lavoratori. In forza della norma abrogata dal referendum, i sindacati che non condividevano gli accordi stipulati, non avevano diritto di esistere ed esercitare il loro intervento nei luoghi di lavoro, così è stato fino al 2013 in cui è intervenuta la Corte Costituzionale, ma il legislatore continua ad ignorare il buco normativo e la situazione non è cambiata sostanzialmente, favorendo i monopoli sindacali.

Cgil, Cisl e Uil restano i principali firmatari dei contratti: il 96,5% dei lavoratori del settore privato è coperto da un Ccnl siglato da CGIL-CISL-UIL, anche se continuano a sbraitare che la colpa è di quel 3,5% di contratti non firmati da loro.

Spesso e volentieri i sindacati minori sono esclusi dai tavoli di negoziazione dagli stessi datori di lavoro sulla base proprio della scarsa rappresentanza definita sulla base delle tessere in autodichiarazione.Una riforma del genere scardinerebbe l’attuale sistema di potere dei maggiori sindacati del Paese, che talvolta incide persino sulla gestione del personale e sulle assunzioni, con interferenze nelle nomine delle direzioni e ingerenze su trasferimenti e avanzamenti di carriera.

Alfredo Magnifico

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Basket femminile/ La Molisana Magnolia sconfitta dalla Geas

(photocredit: Maurizio Silla)

LA MOLISANA MAGNOLIA CAMPOBASSO 70

ALLIANZ GEAS SESTO SAN GIOVANNI 76

(dopo due tempi supplementari)

(13-15, 36-30; 45-46, 61-61; 68-68)

CAMPOBASSO: Trimboli 11 (0/3, 3/7), Morrison 5 (0/1, 1/2), Mištinová 10 (2/5, 2/8), Dedić 9 (2/10, 0/5), Kunaiyi 8 (4/6); Narvičiūtė, Quiñonez 21 (5/9, 1/3), Kacerik 6 (2/2 da 3), Giacchetti (0/1 da 3). Ne: Del Sole, Vitali e Trozzola. All.: Sabatelli.

SESTO SAN GIOVANNI: Conti G. 2 (1/1, 0/5), Panzera 2 (1/2, 0/3), Gwathmey 14 (5/7, 1/1), Trucco 3 (0/1, 1/2), Moore 18 (6/6); Wadoux 5 (1/4, 1/3), Dotto C. 24 (4/8, 4/6), Begić 8 (4/6, 0/1), Tava. Ne: Arturi. All.: Zanotti.

ARBITRI: Salustri (Roma), Attard (Firenze) e Ferretti (Teramo).

NOTE: uscite per cinque falli, nel Sesto San Giovanni, al 43’45” (63-65) Gwathmey e al 44’25” (68-68) Begić. Tiri liberi: Campobasso 17/20; Sesto San Giovanni 11/19. Rimbalzi: Campobasso 34 (Dedić 9); Sesto San Giovanni 39 (Moore 10). Assist: Campobasso 14 (Trimboli e Morrison 3); Sesto San Giovanni 21 (Trucco 5). Progressione punteggio: 2-9 (5’), 20-22 (15’), 42-32 (25’), 53-48 (35’). Massimo vantaggio: Campobasso 10 (45-35); Sesto San Giovanni 9 (0-9).

Parte con una sconfitta il percorso playoff per La Molisana Magnolia Campobasso. All’Arena le rossoblù devono cedere dopo ben due tempi supplementari ad un Sesto San Giovanni che riesce a venir fuori con il sorriso dopo cinquanta minuti di autentiche emozioni, perfetta conferma di un quarto particolarmente equilibrato in grado di tenere letteralmente incollati alle sedie i tifosi di entrambi i club per l’ulteriore (o gli ulteriori) episodi della serie.

ALL’INSEGUIMENTO L’avvio delle magnolie è diesel con le ospiti che vanno sullo 0-6. Coach Sabatelli, dopo tre minuti senza canestri, chiede alle sue una reazione, ma si ritrova costretto a chiamare time-out sullo 0-9. Quiñonez dalla linea dei liberi sigla il primo punto dei #fioridacciaio. Il 50% ai tiri liberi tiene ancora lontane le campobassane col pubblico dell’Arena che inizia ad alzare i decibel supportato dal canestro di Quiñonez. Dedić dalla lunetta riporta le rossoblù a meno cinque. Poi Morrison con una tripla manda in estasi i tifosi molisani, ma le geassine riprendono due possessi pieni di vantaggio (9-15), ma le molisane riescono a rientrare sino al meno due con cui si chiude il quarto (13-15).

CAMBIO DI ROTTA Le ospiti volano sul +8 in avvio di secondo quarto. Kunaiyi si fa sentire, poi Kacerik con una tripla riporta le magnolie ad un solo possesso di distacco (18-21). Dedić va a segno, poi Mištinová con una tripla sigla il primo vantaggio di serata (e al tempo stesso il sorpasso) per le rossoblù. Quiñonez va in fuga per il +3 (25-22). Ancora Mištinová allunga, poi Trimboli va a segno dall’arco dei tre punti per il 30-25. Quiñonez con una tripla aumenta il margine, poi Mištinová con un buzzer-beater chiude il periodo con due possessi pieni di vantaggio (36-30) per i #fioridacciaio.

ALTI E BASSI Con iniziative su di un fronte e sull’altro neutralizzate dalla difese, i canestri di Kunaiyi regalano alle magnolie il vantaggio in doppia cifra (42-32), che Kacerik conserva. Sesto San Giovanni reagisce e con un parziale di 11-0 si riporta avanti con un buzzer-beater stavolta di Trucco (45-46).

TENSIONE TOTALE Quattro punti in successione di Quiñonez ribaltano nuovamente la contesa. Dedić ai liberi mette a segno il +5 (51-46). A cronometro fermo Quiñonez amplia il margine (53-46). Sesto San Giovanni si riavvicina, ma Trimboli va a segno dall’arco dei tre punti. Le ospiti rispondono ora colpo su colpo e si riavvicinanano sino al meno uno del 56-55. Ancora Trimboli va a segno per il 59-55. Sesto San Giovanni dimezza lo scarto, ma Morrison dalla lunetta mette a segno il +4 (61-57). Sesto San Giovanni impatta nuovamente ed il 61 pari è il prologo dell’overtime.

QUESTIONE DI DETTAGLI Sesto San Giovanni realizza il primo canestro del supplementare, ma Kunaiyi impatta. Si prosegue all’insegna dell’equilibrio assoluto con un punteggio che, alla fine del primo overtime, vede le due squadre ancora in parità. Nel secondo supplementare è Sesto San Giovanni nuovamente a siglare il primo canestro, Trimboli impatta dalla linea dei liberi. Sei punti in successioni delle lombarde, allontanano le ospiti sul +6 (70-76) con cui le geassine concludono la contesa.

IL PENSIERO DEL COACH In sala stampa, nella conferenza post partita, il coach delle magnolie Mimmo Sabatelli non nasconde il disappunto, proprio e di tutto l’entourage rossoblù.

«È un peccato cedere così – argomenta – perché anche stasera ci siamo spenti due volte con la palla in mano. È avvenuto sia alla fine dei tempi regolamentari quando potevamo portare a casa il successo che alla fine del primo tempo supplementare quando abbiamo avuto l’occasione di chiuderla lì».

«Sono entrambe situazioni figlie della nostra relativa esperienza a fronte, invece, della loro maggiore conoscenza di simili situazioni. Inoltre, Dotto ha avuto una serata incredibile con percentuali assolute e canestri anche fortunosi, ma figli del crederci sino in fondo», aggiunge.

«Quel che più mi rammarica – chiosa Sabatelli – è il non aver messo attenzione in alcune fasi della partita su determinati dettagli difensivi, che avevamo preparato diversamente, venendo di conseguenza puntualmente punti. Siamo una squadra giovane, che ha dato vita ad un grandissimo campionato. Ai playoff, però, tutto si azzera ed i dettagli sono determinanti. Il parquet ha tributato il migliore riscontro per le nostre avversarie, ma siamo pronti a vendere cara la pelle da loro, anche se sarà molto difficile».

DOMENICA IN CAMPO Sotto 1-0 nella serie, domenica le magnolie saranno in Lombardia a Sesto San Giovanni ospiti del quintetto rossonero con davanti un solo risultato: quello del referto rosa per portare la serie all’eventuale decisiva gara tre di domenica primo maggio all’Arena con palla a due alle ore 20. Diversamente, il percorso in campionato delle rossoblù terminerebbe con l’ultima domenica di aprile.

AREA COMUNICAZIONE MAGNOLIA CAMPOBASSO

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Campobasso/ Elezioni comunali, l’avvocato Maggiani: ”Sosterrò De Benedittis”

Stefano Maggiani

E’ stato per diverso tempo citato nel novero dei ‘papabili’ a candidato sindaco per la città di Campobasso in vista delle prossime elezioni amministrative dei giorni 8 e 9 giugno prossimi; adesso l’avvocato Stefano Maggiani ha inteso chiarire la sua posizione, in una nota esaustiva ed articolata.

“Esprimo viva soddisfazione per la scelta sostenuta dal Presidente Francesco Roberti e dalla Coalizione di Centrodestra sulla persona di Aldo De Benedittis quale candidato alla carica di Sindaco della Città di Campobasso. Ad Aldo De Benedittis, stimato Collega, mi legano un rapporto di Amicizia che risale addirittura ai nostri genitori e la condivisione di valori politici già consolidatosi nel passato, ho avuto il piacere di condividere con lui il sostegno alla candidatura del Sindaco Gino Di Bartolomeo, la sua campagna elettorale ed anche quelle per le Elezioni Regionali del 2011 e del 2018, tutte con esito positivo per il Centrodestra.

Sosterrò con piacere la sua campagna elettorale- dice ancora Maggiani – e quella degli amici che saranno in campo con FDI, con i quali ho preso un impegno che intendo mantenere. Ciò premesso, considerato il ritardo con cui la Coalizione di Centrodestra è giunta a questa importante e condivisa decisione, è tempo di concentrarsi e di lavorare per recuperare il tempo perduto, per condividere il programma, per comporre le liste e per costruire, speriamo, una importante vittoria per dare un nuovo governo alla città di Campobasso che necessita di una seria programmazione per il suo futuro e per il suo rilancio.

La città di Campobasso, finalmente, vede in campo tre ottimi candidati, due stimati Avvocati e una apprezzata Dirigente Scolastica e Dirigente dell’USR Molise, sarà una bella competizione elettorale alla quale mi auguro che i cittadini possano partecipare con interesse scegliendo il candidato Sindaco e i Consiglieri migliori, per le loro storie, per le loro competenze e per i loro valori. Auguro alla nostra città una buona campagna elettorale, civile e con un bel dibattito tra le parti, con la speranza che il Centrodestra possa tornare a governare la nostra Amata Campobasso.

Mi corre l’obbligo, a conclusione di questo comunicato, fare una precisazione personale in merito al Partito di cui sono tesserato, Fratelli D’Italia. Unitamente agli Amici Francesco Pilone e Fausto Parente, con serenità e spirito di appartenenza, come richiestoci, abbiamo consegnato le nostre disponibilità alla Candidatura alla Carica di Sindaco per il Partito di FDI, tenute in subordine rispetto alla scelta strategica della Dirigenza Nazionale, Regionale e Provinciale di proporre per la Carica di Sindaco per Campobasso, al Tavolo delle trattative con la Coalizione, il nome del Presidente del Consiglio Regionale Quintino Pallante che, ovviamente, avremmo diligentemente sostenuto.

Ritengo sia corretto precisarlo- prosegue l’avvocato – e, in merito a questa situazione, va riconosciuto ai Dirigenti del Partito di avere scelto, in prima istanza, la strategia della candidatura della massima carica Regionale e, solo successivamente alla sua rinuncia, di valutare un passo indietro e di rinunciare alla candidatura di Partito per la carica di Sindaco, a vantaggio della trattativa e della scelta compiuta dal Presidente Francesco Roberti e dalla coalizione sulla persona di Aldo De Benedittis.

Come ho già avuto modo di esprimere, rispetto alla mia adesione a FDI, rivendico il mio restare fieramente Democristiano, il mio percorso in Forza Italia e nel PdL, condiviso proprio con Giorgia Meloni anche nella Giovane Italia, il mio impegno ormai di oltre quindici anni con la Fondazione Farefuturo e con il Ministro Urso.

Il futuro è tutto da scrivere- conclude Maggiani- e la politica ha le sue regole, io credo fermamente nell’importanza dei Partiti politici, quindi, con rinnovato spirito di appartenenza e motivazione proseguirò i miei impegni professionali e sociali, portando il mio contributo di cittadino alla scelta del migliore Governo per la città di Campobasso che spero veda Aldo De Benedittis Sindaco e la coalizione di centrodestra al Governo della Città.

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Campobasso/ Festa della Liberazione, Marialuisa Forte: “Non doni, ma conquiste da difendere ogni giorno”

Tanti gli interventi politici per le celebrazioni del 25 Aprile, tra questi anche quello della candidata a sindaca di Campobasso , Marialuisa Forte e di altri esponenti del centro sinistra nel corso di una manifestazione pubblica il cui resoconto pubblichiamo di seguito.

“Il 25 aprile è una grande responsabilità collettiva: consapevolezza che libertà e democrazia non sono “doni”, ma conquiste raggiunte con la lotta, patrimonio collettivo da presidiare. Festeggiare il 25 aprile non è vuota retorica, ma rispetto e difesa di queste grandi premesse della nostra Repubblica e dei diritti sanciti dalla Costituzione, quei diritti e quei valori che sono alla base della nostra azione politica e della nostra visione di città”.

Nel giorno del settantanovesimo anniversario della Liberazione d’Italia dalla tirannia nazifascista, la candidata Sindaca Marialuisa Forte ha festeggiato e ricordato questa pagina così importante della storia nazionale con gli esponenti della coalizione progressista e con tante cittadine e tanti cittadini. Insieme per riflettere sui valori dell’antifascismo, della Repubblica democratica e della Carta costituzionale.

“Un giorno simbolico – ha detto – scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei  tedeschi e dei soldati  della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza. Il 25 aprile 1945 fu Sandro Pertinia parlare da Radio Milano Libera, mentre i nazisti e i fascisti si davano alla fuga.  Con voce ferma Pertini disse: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”.

Ma il 25 aprile fu solo l’ultimo atto della lotta al fascismo iniziata già dagli anni Venti, con il sacrificio della loro vita, da Giacomo Matteotti, da don Minzoni, da Giovanni Amendola, dai fratelli Rosselli, da Piero Gobetti e da Antonio Gramsci, da cui si sviluppò la Resistenza, come ricordò lo stessoPertini il 23 aprile 1970, in un discorso alla Camera.

Pertanto, festeggiare la nostra liberazione dal fascismo e dal nazismo, come italiani, significa certamente meditare, custodire la memoria dei partigiani e di tutti gli antifascisti che hanno riconquistato le nostre città alla civiltà e al rispetto dell’uomo sull’uomo; assicurarsi che questa memoria giunga ai giovani, nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione e di vita. Celebrare il 25 aprile serva anche a ritrovare la radice della democrazia rappresentativa, dei partiti democratici, del Parlamento, delle libere elezioni. Infatti, senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno. Senza la Liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stata la Repubblica e la nostra Costituzione.

Piero Calamandrei nel Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza, Milano 26 gennaio 1955, disse: Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione”.

La festa in villa Musenga è stata impreziosita dal giornalista Antonio Fatica che ha letto il monologo censurato dello scrittore ed editorialista Antonio Scurati, da Nicola Simonetti del M5S, che ha letto Ennio Cavalli e da Diego Florio del Partito Democratico. L’attore campobassano ha interpretato il brano tratto dallo spettacolo “Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti”, scritto da Carmen Sepede, diretto da Emanuele Gamba, prodotto dalla compagnia Act (Arti, cinema e teatro) di Campobasso, e vincitore della XVIII edizione del premio Matteotti, indetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella sezione opere letterarie e teatrali. Florio ha emozionato la piazza con la parte finale dell’ultimo discorso di Matteotti alla Camera dei deputati, il 30 maggio 1924.

Antonio Federico, coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle, ha sottolineato l’importanza di dichiararsi tutti con forza convintamente antifascisti. “Una parola semplicissima che autorevoli membri del nostro Governo non riescono a dire, anzi la ridicolizzano. Non riescono a dire “giuro sulla Costituzione antifascista”, vorrebbero modificarla, introducendo il “Capo unico” e, nell’attesa, cercano di creare, attraverso il familismo, un centro di potere unico. Anche la riforma del regionalismo attacca un aspetto fondamentale che viene dalla Costituzione antifascista, cioè l’uguaglianza di tutti i cittadini italiani indipendentemente dal posto in cui sono nati e dalle condizioni in cui sono cresciuti ed è vergognoso l’assalto alla legge 194”.

Anche Vincenzo Boncristiano di Sinistra Italiana, Verdi, Socialisti e Movimento per l’equità territoriale, ha ricordato le parole di Pertini: “Mentre il fascismo non è un’opinione ma un crimine, l’antifascismo non è una parola ma è il cuore pulsante della Repubblica italiana e la liberazione è ancora il respiro vitale che anima la Costituzione della Repubblica italiana che, come diceva Calamandrei, è la roccia non inclinata ma purtroppo, ultimamente, presa a picconate da una vulgata sottoculturale che lede i principi fondamentali della Repubblica nata dall’antifascismo e dalla resistenza. Ho sentito, pochi giorni fa, un giurista dire che “un Governo non si giudica in base alle parole ma in base a quello che fa”. Premesso che le parole sono importanti, questo Governo criminalizza con il decreto Cutro i migranti e le Ong che salvano i migranti, fissa un tetto massimo di alunni stranieri nelle scuole elementari e medie, inasprisce le pene per reati sostanzialmente bagatellari, in genere commessi dalla povera gente, viola quotidianamente i diritti delle persone Lgbtq e svuota dall’interno la legge 194 che non vive certo di buona salute, manganella gli studenti, la presidente del Consiglio si lascia andare in Parlamento ad atteggiamenti cialtroneschi e violenti come Benito Mussolini. Quindi, come considerare questi atti del Governo, se non fascisti sicuramente indifferenti e violativi della Costituzione della Repubblica italiana. Per questo penso che l’idea portata avanti dalla nostra candidata sindaca di una città inclusiva e attenta ai diritti di tutti, proprio tutti non può che essere una diga contro il dilagante fascismo e neofascismo ed essere il modo migliore per ricordare attivamente la resistenza e l’antifascismo”.

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Harvey Weinstein, annullata la condanna per stupro

(Adnkronos) – La Corte Suprema di New York ha annullato la condanna per reati sessuali contro Harvey Weinstein, il potente produttore di Hollywood la cui caduta è diventata il simbolo del movimento #MeToo. Il collegio di giudici, con quattro voti contro tre, ha ordinato un nuovo processo. Secondo afferma la sentenza, scritta dal giudice Jenny Rivera, il tribunale di primo grado ha erroneamente ammesso testimonianze di donne le cui accuse non erano parte delle incriminazioni nei confronti dell'ex produttore cinematografico. "Riaffermiamo che nessuna persona accusata di illegalità può essere giudicata sulla base di prove di crimini non imputati che servono solo a stabilire la propensione dell’accusato al comportamento criminale", si legge. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Europee, Salvini conferma candidatura generale Vannacci: “Porterà avanti sue battaglie con la Lega”

(Adnkronos) – “Sono contento che il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega alle prossime elezioni europee”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini intervenendo alla presentazione del suo libro ‘Controvento. L’Italia che non si arrende’, a Milano, ufficializzando la candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee. “Tra 44 giorni c’è un referendum sul futuro dell’Europa; si sceglierà se l’Europa esisterà ancora o se quella che lasceremo ai nostri figli sarà una colonia sino-islamica”, ha aggiunto il vicepremier. Parlando del suo rapporto con Giorgia Meloni, Salvini ha poi ribadito che "più ci conosciamo e più il rapporto diventa personale; non siamo stati quasi mai in guerra, dal momento che i rapporti erano quasi sempre alternativi e competitivi. E da un anno e mezzo, da quando cioè siamo al governo insieme, abbiamo entrambi caratteri tosti, ma sicuramente abbiamo capito che nostro dovere è mantenere la parola con gli italiani e dunque nostro impegno sarà quello di portare a termine la legislatura, il nostro governo durerà 5 anni”. “E poi -aggiunge- il mio successo è il suo successo e viceversa. Fuori da Palazzo Chigi, poi, quando siamo a cena insieme o in viaggio, giochiamo anche lunghe partite a Burraco. Anzi, più che altro sua sorella e la mia compagna, che si ricorda le carte che hai in mano. E allora -conclude- questo per dire che più ci danno per finiti e più ci allungano la vita”.  Salvino ha poi rivelato di fare "sempre più fatica a dire ‘ho piena fiducia in magistratura libera e indipendente’. Detto questo, la cosa peggiore che potrebbe capitarmi è di essere condannato. Mi dispiacerà per i miei figli e per Francesca, spero di riuscire almeno a inaugurare prima il Ponte sullo Stretto o almeno le Olimpiadi di Milano-Cortina. Scherzi a parte, penso che finché non ci sarà una riforma seria e una magistratura libera da correnti politiche, nessun italiano può dirsi tranquillo a casa sua”.  “Per qualche grande ex giudice o pm -afferma Salvini- ci sono solo colpevoli in attesa di essere scoperti, che è una cosa culturalmente folle. Per me invece, chiunque, fino a prova contraria, è un presunto innocente e io lo tratto da persona perbene. Anche perché se parto dal pregiudizio che in questa sala ci sono centinaia di presunti colpevoli e prima o poi li becco, non rendo un buon servizio al mio Paese”.  In ogni caso, riflette, “tornando indietro rifarei la stesa cosa, consapevole che poi un pezzo di Parlamento ha portato a processo una parte politica, che è un precedente pericolosissimo. Perché un domani, chiunque trovi un magistrato consenziente potrà mandare a processo un ministro. Allora -conclude- io dico che la politica deve ritrovare l’orgoglio e l’indipendenza di fare buona politica”.     —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Patente B: nel 2023 più di quattro candidati molisani su dieci non hanno superato l’esame di teoria

foto di AutoScout24 Italia

Nel 2023, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 42,6% dei molisani che ha sostenuto l’esame di teoria per l’ottenimento della patente B non ha superato il test, un dato superiore alla media nazionale (39,9%) . Tra le province, la percentuale più alta di bocciati alla teoria si registra a Isernia (43,1%), seguita da Campobasso (42,4%).

Ma cosa accadrebbe se gli automobilisti molisani che hanno conseguito la patente B da oltre 5 anni ripetessero oggi l’esame di teoria?

Secondo la simulazione condotta da AutoScout24 ed Egaf edizioni,insieme alle maggiori associazioni di autoscuole italiane Confarca e Unascasolo il 6,9% dei molisani oggi supererebbe l’esame a pieno titolo (la media nazionale è del 22,3%), un dato che evidenzia l’importanza di effettuare aggiornamenti costanti anche dopo aver conseguito la patente, viste le continue modifiche al codice della strada avvenute in questi anni.

Ma non si tratta di una bocciatura completa, dato che il campione di cittadini molisani ha risposto in media correttamente a 14 domande su 20. Tra gli errori più comuni si segnalano i quiz su segnaletica e spie.

Per la simulazione dell’esame di teoria sono stati coinvolti oltre 2.700 automobilisti della community di AutoScout24 che hanno ottenuto la patente B da oltre 5 anni, somministrandogli un test di 20 domande a quiz selezionate tra quelle convalidate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e utilizzate in sede di esame (l’attuale test ufficiale prevede 30 domande). Per superare la simulazione, gli utenti non devono aver commesso più di 2 errori su 20 domande (10%), considerando lo stesso rapporto dell’esame ufficiale che prevede attualmente al massimo 3 errori per un quiz da 30 quesiti.

 

Quali sono invece gli ostacoli maggiormente riscontrati nel corso degli esami di guida?

Partiamo dal dato dei promossi: nel 2023 ben il 95,6% dei molisani che ha fatto l’esame di guida lo ha superato.

Per quanto riguarda invece gli ostacoli, a livello nazionale è stato chiesto agli associati delle maggiori associazioni di autoscuole in Italia, Confarca e Unasca, quali fossero le maggiori criticità per i candidati durante i test di guida su strada che ne hanno portato alla bocciatura. Tra gli errori più comuni alla guida, al primo posto in assoluto si segnalano gli incroci (52% degli associati), seguiti da fermate di mezzi pubblici e rotonde che vanno a defluire il traffico dalla corsia principale (49%), e i parcheggi, in entrata e uscita (33%). Ma ci sono anche altri fattori che hanno un impatto sull’esito finale, come la dimensione della città e la difficoltà delle strade, considerando anche il traffico (per il 76% delle autoscuole), ma soprattutto l’ansia del candidato (94%) e l’atteggiamento dell’esaminatore sullo stress (89%).

Per maggiori informazioni o per mettersi in gioco simulando il test per l’esame di teoria della patente B, raggiugi questa pagina sul sito AutoScout24. Sarà possibile cliccare sul link all’interno per effettuare la simulazione di una reale scheda d’esame per la patente B o per scaricare le app di Egaf edizioni.

Bastano pochi minuti e il questionario è assolutamente gratuito e anonimo.

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Venezia, primo giorno con il ticket d’ingresso: 110mila arrivi tra le proteste

(Adnkronos) – Primo giorno di sperimentazione, oggi 25 aprile, del ticket per Venezia. Circa 110mila le presenze in città, con 15mila turisti che hanno prenotato e pagato i 5 euro di contributo. Ma non sono mancati momenti di tensione per le proteste dei comitati cittadini contrari alla misura. I manifestanti dietro uno striscione con la scritta 'No al biglietto, Sì a case e servizi per tutti' hanno bloccato le auto sul ponte della Libertà per dirigersi poi verso Piazzale Roma e entrare attraverso l’accesso dei giardini di Papadopoli. Alcuni tenevano in mano i passaporti in segno di rabbia per il fatto che la città lagunare fosse stata messa dietro una barriera nello stile di un parco a tema. "Più case per i residenti, così Venezia è Disneyland", alcuni degli slogan. "Posso dirvi che quasi tutta la città è contraria", ha affermato Matteo Secchi, direttore di Venessia.com, un gruppo di attivisti cittadini. “Non si può imporre un biglietto d'ingresso in una città; non stanno facendo altro che trasformarlo in un parco a tema. Questa è una brutta immagine di Venezia… voglio dire, stiamo scherzando?” Molti i giornalisti stranieri presenti incuriositi dalla sperimentazione avviata dalla città. L’assessore al Turismo Simone Venturini si dichiara soddisfatto “dall’atteggiamento collaborativo degli stessi turisti che sono i primi ad aver capito lo spirito della nostra iniziativa”.   Il biglietto d'ingresso, richiesto solo per l'accesso al centro storico di Venezia, è prenotabile online e verrà applicato in 29 giorni di punta, prevalentemente week-end, da oggi 25 aprile fino al 14 luglio nell'ambito della fase di prova. Sono esenti i residenti, i pendolari, gli studenti e i ragazzi sotto i 14 anni, così come i turisti che pernottano. I turisti, invece, dovranno acquistare il biglietto online e gli verrà poi fornito un codice QR. Chi ne è sprovvisto potrà acquistare il biglietto all'arrivo, con l'aiuto degli steward locali, che effettueranno anche controlli casuali in cinque principali punti di arrivo, inclusa la stazione ferroviaria di Santa Lucia. Chi è sprovvisto di biglietto rischia una multa dai 50 ai 300 euro   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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