Redistribuzione ricchezza alla rovescia, i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Il nuovo rapporto OXFAM, “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”. mostra un acuirsi delle diseguaglianze e bacchetta il governo italiano sulle scelte di politica fiscale “inique”.

Dall’inizio della pandemia le fortune di Musk, Arnault, Bezos, Ellison e Buffett i 5 più facoltosi del mondo, sono più che raddoppiate, a 869 miliardi di dollari, mentre il 60% più povero della popolazione mondiale ha continuato a perdere terreno.

Secondo le stime, ai ritmi attuali, nel giro di un decennio, “potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà”.

Nel report, emerge chiaramente una redistribuzione della ricchezza sempre più iniqua tra poveri e ricchi, tra il 2021 e il 2022 la ricchezza detenuta dal 20% più povero della popolazione si è dimezzata.

In Italia, a fine 2022, l’1% più ricco era titolare di un patrimonio 84 volte superiore a quello detenuto dal 20% più povero della popolazione, la cui quota di ricchezza nazionale si è dimezzata in un anno, per cui il potere economico delle grandi imprese, sempre più concentrato, favorisce le rendite di posizione e indebolisce al tempo stesso il potere contrattuale dei lavoratori, allo stesso tempo, sempre di più il potere politico rappresenta la leva per contrastare o alimentare le disuguaglianze.

Guardando la riforma fiscale, Oxfam bacchetta il governo sull’ equità della tassazione e definisce la riforma Meloni: “Una riforma fiscale all’insegna dell’iniquità”, ha dichiarato intoccabili i regimi speciali (come il regime forfetario per le partite IVA e i variegati regimi di tassazione del capitale) e ne ha persino previsto l’estensione (come il regime della cedolare secca).

Sulla progressività della tassazione: si pregiudica l’equità verticale del prelievo, beneficiando maggiormente contribuenti più facoltosi.

L’estrema ricchezza è potere, spesso, esercitato per condizionare le politiche pubbliche preservando le posizioni di privilegio di sparute minoranze a discapito dell’interesse collettivo e minando alla base l’essenza stessa della democrazia”.

Servirebbe ricondurre: il potere economico a obiettivi che vadano a beneficio dell’intera collettività, spezzando i regimi monopolistici, tutelando la concorrenza, tassando gli enormi profitti aziendali, incoraggiando il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità sociale ed ambientale.

Sul fronte fiscale, servirebbe spostare la tassazione dal lavoro ai profitti e alle rendite finanziarie, abbandonare i regimi cedolari preferenziali come flat -tax e cedolare secca, combattere l’evasione fiscale, realizzare un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, attuare un prelievo a carico dei titolari di grandi patrimoni.

Sulle politiche di lotta alla povertà, per Oxfam il governo si è distinto per “scelte poco eque ed efficienti, che rischiano di risultare poco efficaci nel contrastare un fenomeno che ha da tempo superato in Italia il livello di guardia“.

La raccomandazione è quella di adottare un approccio universalistico che offra a chiunque sia in difficoltà la possibilità di accedere ad uno schema di reddito minimo che sia fruibile fino a quando persiste il bisogno.

Tra le cause dell’aumento delle disuguaglianze c’è la sempre minore attenzione del potere politico a questioni centrali per il benessere dei meno abbienti: la progressività delle imposte, gli aiuti per gli affitti, le politiche di inclusione lavorativa e sociale”, Il governo Meloni non fa eccezione: i suoi interventi sembrano diretti a consolidare le posizioni di vantaggio dei già privilegiati”.

Alfredo Magnifico

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