Sinistra Italiana chiede di chiudere l’Accordo di Programma su tutta l’area di crisi industriale complessa del Molise

L’interrogazione parlamentare di Nicola Fratoianni, Stefano Fassina e Monica Gregori, pone con forza la questione della definizione dell’Accordo di Programma tra il Governo e la Regione Molise per l’area di crisi industriale complessa, e spinge il Ministero dello Sviluppo, il Ministero del Lavoro e la Presidenza del Consiglio dei Ministri ad appostare fondi nazionali aggiuntivi per la ricollocazione dei 2.500 lavoratori dell’ITTIERRE, della GAM, del comparto metalmeccanico di Macchia d’Isernia – Pozzilli –Venafro, e delle imprese dell’indotto della filiera avicola e della filiera tessile. Per altri territori italiani riconosciuti aree di crisi ai sensi della legge 134/2012 il 7 agosto 2015, nella stessa data del Decreto del MISE per il Molise, o anche in data successiva, la procedura è stata già conclusa con la firma dell’Accordo di Programma o è in una fase molto più avanzata di quella che tocca il Distretto Industriale Bojano – Isernia – Venafro. Non si comprendono le motivazioni che hanno indotto il Governo a riconoscere altre 5 aree di crisi industriali complesse oltre le prime 9 in cui era inserito il Molise, e nel mentre in quei territori si procede con rapidità ed efficacia, l’Accordo di Programma che ci riguarda è finito su un binario morto. Eppure INVITALIA ha completato la verifica delle 970 manifestazioni d’interesse selezionandone 550 e quindi non mancano gli imprenditori disponibili ad investire a Campochiaro, a Pettoranello, a Pozzilli e nei rimanenti comuni inseriti nell’area di crisi industriale complessa. Se il Gruppo Amadori è interessato a sottoscrivere un Contratto di Sviluppo per accedere ai benefici previsti dalla 134/2012 e magari si aggiungono anche altri investitori per importi più significativi, ancora meglio, altrimenti le 550 proposte imprenditoriali considerate tecnicamente fattibili da INVITALIA sono già sufficienti a chiudere l’Accordo di Programma. Ovviamente come è stato fatto per altre Intese Istituzionali in cui il Governo è stato chiamato ad intervenire su zone colpite da forti processi di desertificazione industriale, oltre agli incentivi per la creazione o il potenziamento delle attività produttive, nell’Accordo di Programma bisogna inserire riferimenti sul potenziamento delle infrastrutture per innalzare la competitività del sistema locale di sviluppo, e inoltre serve appostare risorse adeguate per le politiche di ricollocazione occupazionale dei lavoratori coinvolti. Sul Molise non manca nulla per chiudere l’Accordo tra il Governo e la Regione. Basta una Delibera della Giunta Regionale che formalizzi i 2800 nomi degli addetti dell’ITTIERRE, della GAM e delle aziende dell’indotto avicolo, tessile e metalmeccanico per disporre dei nomi e cognomi dei lavoratori da ricollocare. Sulle scelte infrastrutturali da inserire nell’Intesa Istituzionale di Programma si è convenuto sull’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso – Roma col collegamento all’alta velocità Napoli – Bari nel tratto Vinchiaturo – Benevento, sul completamento della banda larga e miglioramento dei servizi alle imprese. Occorre solo definire l’entità delle risorse pubbliche europee, nazionali e regionali da appostare nell’Accordo di Programma prevedendo misure di sostegno al reddito per i 2800 lavoratori con scivoli pensionistici, incentivi all’autoimpiego e sostegni alla ricollocazione occupazionale. Non si perda altro tempo!
Michele Petraroia

Commenti Facebook