Faida all’interno del PD: ” mo c’ luam’, la vreccia rent a la scarpa”

Non è nostra abitudine titolare gli articoli con espressioni in vernacolo, anche se il dialetto è la saggezza dei popoli, non lo affermiamo noi, ma chi studia la materia. Questa volta però è d’uopo, in quanto, hanno trovato il pretesto per defenestrare dal PD un pezzo da novanta. Ci riferiamo al comunicato emesso dalla segreteria del partito di Renzi che ha stigmatizzato pesantemente il comportamento del senatore Roberto Ruta, sancendo definitivamente il divorzio che da tempo creava distonie all’interno della compagine molisana guidata dalla eclettica Micaela Fanelli, per giunta candidata alle elezioni parlamentari.

Sulle conseguenze non avevamo alcun dubbio, anche perché i “mal di pancia” erano evidenti, ma soprattutto le porte che un tempo erano aperte a trecentosessanta gradi si sono serrate tanto da non permettere più le vie di fuga in caso di operazioni “bislacche” e credeteci ve ne sono state molte. Conseguenze che in queste ore alquanto concitate, domenica si vota per il rinnovo dei due rami del parlamento, sicuramente avranno il loro peso soprattutto sullo scenario politico locale che tra qualche mese dovrà dare il responso su chi sarà chiamato a governare la Regione. Sullo scontro tra titani, abbiamo scritto, anche se ripetiamo di titanico non c’è nulla neanche “lo strappo” che somiglia “allo schiaffo di Anagni”, dato a Bonifacio VIII da Sciarra Colonna.

Gesto che era nell’aria tant’è, non ci ha sorpreso più di tanto, perché quando “il brecciolino entra nella scarpa” è necessario levarlo, ecco il perché del titolo, in modo da poter proseguire il cammino senza alcun intoppo o dolore, bene intesi vale per tutti gli schieramenti nessuno escluso. Un intruso che crea problemi a quelli che sono gli obiettivi che si vogliono perseguire. Un corpo estraneo, una volta amico ora non più, che disarmonizza l’atmosfera, una pubblicità di un liquore diceva, “che crea l’etichetta nera”. Un tassello di un puzzle che i molisani sono stati costretti a vedere montare e che oggi permette di vedere realmente il quadro desolante che ha quale tema ispiratore il Molise, anzi quello che ne rimane. Sicuramente non finisce qui, siamo sicurissimi, perché i botta e risposta non sono tardati ad arrivare sui siti e sui social network.

Un rimbrottarsi avvenimenti, fatti ma soprattutto tanti “I remember” siamo eleganti, che hanno fatto si che i Molisani venissero a conoscenza di “operazioni di pessimo gusto” Guido Gozzano le avrebbe apostrofate così, che hanno creato e creano imbarazzi all’intero parterre politico. Operazioni che hanno illuso chi credeva negli ideali ispiratori dei partiti in particolare del PD che, da quello che si legge, a quanto pare, non ce ne voglia nessuno, riportiamo i fatti, vive drammaticamente le ore che restano per il responso risolutivo delle urne che, se non dovessero dare certezze, vedrebbe l’indizione di altre elezioni. Insomma una sciarada che interessa anche la ventesima regione d’Italia dove i panni non sono lavati in piazza, ma nel chiuso degli Hotel o dei palazzetti dello sport dove il vecchio non permette al nuovo di avanzare perché?

Noi non lo sappiamo…proviamo e provate a chiederlo a chi lancia strali all’indirizzo di chi ha scelto di “saltare il fosso” credendo di rifarsi una verginità politica, anche se verginità è una parola grossa.

di Massimo Dalla Torre

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