5 Stelle: “Puntualmente tornano le liste civetta ad inquinare il voto. Appartenenti alle forze dell’ordine in testa a candidature di convenienza.”

Il prossimo 31 maggio si terranno in alcuni comuni italiani le elezioni per il rinnovo dei Consigli. Come spesso accade, molte sono le cosiddette liste civetta che dopano la competizione elettorale aumentando considerevolmente il numero dei candidati, benché questo fenomeno nulla ha a che fare con il momento più alto della democrazia: il voto.

A tal proposito vorremo stigmatizzare il comportamento di alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine che, approfittando della norma, vanno alla ricerca di piccoli comuni, preferibilmente non nella propria regione, solo al fine di beneficiare dei permessi elettorali. E’ quanto avviene sovente nei Comuni molisani ed è quanto ci è stato segnalato, anche per questa tornata, da cittadini di Roccavivara dove le liste farcite abbondantemente da dipendenti statali sono ben 3 su sei (non poche per un Comune che conta poco più di 700 abitanti). Si chiamano Alpha, Beta e Gamma, lasciando presumere che i candidati, per lo più abruzzesi, si siano addirittura accordati per “assaltare” il Comune della Valle del Trigno. Di quanto anzidetto ne abbiamo avuto recente conferma leggendo alcuni quotidiani online.

Forse basterebbe rendere obbligatorio con legge quanto è già previsto nelMoVimento 5 Stelle per arginare questa brutta consuetudine, vergognosa e anche molto onerosa per lo Stato. Infatti, chi voglia far parte di una lista certificata del Movimento deve necessariamente “risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura. Per le elezioni comunali dei capoluoghi di provincia, i candidati possono risiedere in uno dei Comuni appartenenti a quella provincia, ad eccezione del capolista”.

Non si può continuare a rivendicare il cambiamento in Italia se proprio dalle Istituzioni arrivano segnali così scoraggianti ed è per questo motivo che invitiamo i cittadini molisani a segnalare casi analoghi in tutta la regione in modo da accendere un faro sul problema ed interessare il Parlamento perché si ponga rimedio a questi comportamenti probabilmente legali ma senza dubbio poco edificanti.

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