POS 2025–2027, Gravina (M5S): Dopo le promesse dei parlamentari di centrodestra sul decreto Molise, solo nuovi tagli e rinvii

Dal tavolo tecnico che si è tenuto a Roma qualche giorno fa sono arrivate conferme purtroppo pesanti per la sanità molisana. Il nuovo Piano Operativo Sanitario 2025–2027 prevede la chiusura di un punto nascita e di un’emodinamica, tra Termoli e Isernia, la riconversione dell’ospedale Caracciolo di Agnone in presidio di comunità, la riduzione delle guardie mediche e il trasferimento del Cardarelli nell’ex Cattolica.

Il vero punto della discussione è che il Molise continua a subire decisioni calate dall’alto. Senza un impegno politico forte e concreto a Roma da parte dei nostri parlamentari – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Roberto Gravina –. Bisogna spingere in quella sede per garantire risorse stabili e l’aumento della dotazione finanziaria del Fondo Sanitario Nazionale, e quindi a pioggia anche di quello regionale, con un riparto finalmente più equo. Vanno infatti rivisti urgentemente proprio quei criteri di riparto che ad oggi finiscono per penalizzare le regioni più piccole e con aree interne come la nostra. Il criterio attualmente vigente, quello cosiddetto “capitario”, prende in parte in considerazione la popolazione anziana, ma resta guidato dal numero complessivo di residenti. Un meccanismo che penalizza il Molise, dove la popolazione è in costante diminuzione e la morfologia del territorio rende difficile garantire servizi capillari. Per questo servono correttivi immediati, altrimenti continueremo a rincorrere emergenze anziché programmare la sanità di domani. Mi rivolgo ai parlamentari molisani: chi ha sbandierato il famoso decreto Molise in campagna elettorale oggi ha il dovere di battersi davvero per la nostra sanità, impegnando il Governo amico a trovare risorse e soluzioni”.

“Il tavolo tecnico ministeriale ha valutato anche il tema del deficit dell’ASReM – sottolinea Gravina –, un debito che continua a crescere nonostante proclami e buone intenzioni. Anche l’Azienda sanitaria è chiamata ad efficientare le proprie risorse, evitando sprechi e garantendo che non siano i molisani a pagare gli errori. Ben venga l’idea del Policlinico regionale, ma va strutturata con serietà, come risposta vera al diritto alla salute.

Gravina continua la sua analisi mettendo in evidenza la distanza tra le promesse e la realtà: “Per anni il centrodestra ha agitato il cosiddetto decreto Molise, facendone uno slogan buono per ogni competizione elettorale, come la soluzione a tutti i problemi della nostra sanità. Oggi quel decreto è sparito dal dibattito e restano solo tagli ai servizi. Non sono bastati gli interventi spot che gli stessi parlamentari hanno spacciato come attuazione di un provvedimento mai nato e che – come loro stessi sostenevano – doveva azzerare il debito e chiudere la stagione del commissariamento”.

“Alla prova dei fatti – conclude Gravina – servono trasparenza sui piani, scelte nette e soprattutto coerenza: chi ha promesso che il Molise non avrebbe perso servizi essenziali, adesso deve spiegare ai cittadini perché sta accadendo l’opposto. Il punto non è scaricare colpe sul commissario o sul governo regionale, che devono applicare regole stringenti, ma pretendere a Roma un impegno concreto per modificarle e rendere davvero sostenibile la sanità molisana, perché non è più pensabile che per trovare la quadra si debba procedere con il taglio sistematico dell’assistenza sanitaria a livello territoriale.

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