(Adnkronos) – Il V116, primo vaccino pneumococcico specifico per adulti, "è stato sviluppato e studiato in varie popolazioni con età superiore ai 18 anni", in particolare "non vaccinati, precedentemente vaccinati, in persone con Hiv, quindi immunodepresse, che hanno indicato una risposta immunitaria efficace e sostenuta. Sono in corso studi negli adulti con fattori di rischio come cardiopatie e diabete, altri che confrontano la co-somministrazione con l'anti-influenzale" per ottimizzare la copertura e "uno specifico nella popolazione pediatrica 2-18 anni con una condizione cronica". Così Heather Loryn Platt, ricercatrice Merck & Co, intervenendo questa mattina a Roma in un incontro con la stampa organizzato da Msd, nel corso del quale sono stati presentati i risultati di numerosi studi di fase 3 che hanno valutato V116, il primo vaccino pneumococcico coniugato 21-valente sviluppato per proteggere in modo specifico gli adulti. "Il nostro programma di studio – continua Platt – è sviluppato per valutare l'efficacia contro le malattie da pneumococco in tutti gli adulti in base all'età e ai fattori di rischio. Per questo abbiamo coinvolto adulti over 18 che presentino o meno fattori di rischio, per avere dati utili al suo impiego in popolazioni specifiche". Sulla durata della copertura, "dall'esperienza su altri vaccini coniugati riteniamo che vari da 10-15 anni fino a 20. Stiamo quindi valutando la durata della risposta immunitaria negli studi per avere questi dati anche per V116". Nei bambini, "prima dei vaccini coniugati – spiega la ricercatrice – si registravano 94 casi su 100mila. Dopo, l'incidenza è scesa a 7 su 100mila. Il quadro è simile negli adulti, ma non identico. Prima dei coniugati si registravano 61 casi che poi sono passati a 24 ogni 100mila. E' una buona riduzione, ma è un effetto indiretto per la vaccinazione sui bambini che ha un risultato sugli adulti, è il cosiddetto impatto indiretto. Restano dei bisogni insoddisfatti – sottolinea Platt – e abbiamo disegnato un vaccino che va proprio in questo senso. La decisione di sviluppare V116, specificatamente per gli adulti, è stata fatta analizzando la patologia in base ai sierotipi che, nel corso di un decennio, hanno un impatto sulla salute pubblica. Abbiamo visto che questo approccio apre la strada per una prevenzione efficace". Tra i 21 sierotipi presenti nel V116, 8 sono esclusivi, non presenti in alcuno dei vaccini attualmente autorizzati che sono prevalenti negli adulti". Nel 2022 Msd, nota come Merck & Co. negli Stati Uniti e in Canada – si legge in una nota – ha investito 13,5 miliardi di dollari in attività di Ricerca & Sviluppo (circa il 26% del fatturato), grazie ai suoi oltre 19.200 ricercatori. Testimonianza di questo impegno in R&S sono i 6 premi Nobel per la Medicina assegnati a ricercatori Msd, l'ultimo dei quali, nel 2015, a William C. Campbell per la scoperta dell'ivermectina, la molecola per la cura della cecità fluviale (oncocercosi). —[email protected] (Web Info)
Studio Mondelēz International, dalle filiere al clima: ‘green’ con il lavoratore al centro
(Adnkronos) – Programmi dedicati alle filiere di grano, latte e cacao; attenzione a packaging e clima; benessere dei dipendenti in un ambiente di lavoro inclusivo e flessibile. La strategia di sostenibilità di Mondelēz International (‘Snacking Made Right) passa attraverso le filiere, i territori, le comunità e le persone. E’ quanto emerge dallo lo studio ‘Il Gruppo Mondelēz International in Italia: impatto economico e sociale’ realizzato da Ref Ricerche, presentato oggi in occasione della tavola rotonda ‘Persone, ambiente, territori: percorsi di crescita responsabile nella filiera agroalimentare’. In Europa, ad esempio, alla transizione verso un modello più sostenibile della filiera del grano è dedicato il programma ‘Harmony’ che nel 2022 in Italia ha coinvolto oltre 255 agricoltori, circa 3.760 ettari di campi di grano, 130 ettari riservati a prati melliferi dedicati alla biodiversità, nei quali si sono osservate circa 615.000 api e 11 specie di farfalle. Obiettivo: coltivare entro il 2030 il 100% del grano necessario per la produzione di biscotti in Europa. Per quanto riguarda la filiera del latte, lo stabilimento di Caramagna Piemonte dal 2016 ha avviato un progetto volto alla valutazione del benessere delle vacche da latte secondo quanto previsto dal Disciplinare del Centro di Riferimento Nazionale del Benessere Animale dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia, ottenendo, primo in Italia, l’idoneità alla certificazione del benessere animale del 100% degli allevamenti che conferiscono il latte.
Clima e packaging. Mondelēz International punta ad azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050 lungo tutta la filiera (Net Zero) e a rendere, entro il 2025, il 100% dei propri packaging disegnati per essere riciclati, ridurre la plastica vergine di almeno il 25% negli imballaggi in plastica rigida e del 5% in tutti i packaging (vs 2020). Persone e comunità. Il Gruppo si impegna a costruire un ambiente di lavoro inclusivo e diversificato. Nel 2024, si è posizionato tra le migliori 10 grandi aziende con oltre 500 dipendenti nella classifica 'Best Workplaces Italia 2024’ di Great Place to Work. Nel 2023, e gli stabilimenti in Piemonte e la sede di Milano hanno conseguito la certificazione di conformità alla norma Uni in tema di parità di genere. Dal 2022, con ‘Workplace of the Future’ l’azienda ha introdotto la settimana corta. Si impegna, inoltre, a sostenere la genitorialità condivisa con misure di flessibilità, permessi aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla legge e il riconoscimento di un congedo extra di due settimane per i neopapà, per un totale di quattro settimane complessive. Ha inoltre sottoscritto il Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità lanciato dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella. Attraverso il programma Changemakers, i collaboratori del Gruppo si dedicano ad attività di volontariato con diverse realtà no profit. Il Gruppo collabora sul territorio italiano con Ong impegnate nel sostegno delle persone in condizioni di fragilità, tra cui Next, associazione che aiuta persone in difficoltà ad uscire dallo stato di fragilità attraverso il lavoro e supporta l’iniziativa SOS Spesa promossa da Fondazione Francesca Rava. Nel 2022, il gruppo Mondelēz (presente nel nostro Paese con la sede di Milano e con due stabilimenti produttivi in Piemonte) ha generato in Italia un valore pari 514 milioni di euro e un impatto occupazionale pari a 6.772 posti di lavoro, di cui 867 diretti e 5.905 indiretti. Solo in Piemonte, sempre nel 2022, Mondelēz ha generato un valore economico pari a 96 milioni di euro, con un impatto occupazionale complessivo di 1.359 posti di lavoro, di cui 449 diretti e 910 indiretti. Negli ultimi 10 anni, il Gruppo ha investito 62,1 milioni di euro per lo sviluppo dei propri stabilimenti produttivi piemontesi nelle aree qualità, sicurezza, innovazione e sostenibilità. E’ quanto emerge dallo lo studio Nello stabilimento di Capriata d’Orba vengono sfornati quotidianamente più di 16 milioni di biscotti a marchio Oro Saiwa – oltre a Tuc Cracker e a Tuc Sfoglie – utilizzando grano 100% italiano coltivato in oltre 5.000 ettari di campi da più di 450 aziende agricole distribuite sul territorio nazionale. Nel caseificio di Caramagna Piemonte, casa di Fattorie Osella, ogni giorno vengono lavorate 80 tonnellate di latte piemontese – proveniente da circa 20 allevamenti selezionati nelle province di Cuneo e Torino – per un totale di circa 28.530.000 litri di latte lavorati all’anno.
Mentre prosegue il calo delle nascite in Italia, con Istat che certifica una diminuzione delle nascite nel 2023 rispetto al 2022 di 14mila unità (-3,6%), capita che siano le aziende a scendere in campo a sostegno della natalità. Lo fa ad esempio Mondelēz Italia (l'azienda la conoscono un po' tutti, è quella di Philadelphia, Sottilette, Milka, Oreo, Oro Saiwa, Fattorie Osella…) che sebbene ammetta che sul tema "quello che può fare l'azienda è mettere in campo politiche di supporto, pre e post maternità e per bilanciare il carico di cura, ma si arriva fino a un certo punto" (insomma, a un certo punto sono le istituzioni a dover scendere in campo), registra dei dati sorprendenti e che dicono molto. Tra misure di flessibilità, permessi aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla legge e il riconoscimento di un congedo extra di due settimane per i neopapà, per un totale di quattro settimane complessive, i risultati tra i dipendenti si sono fatti vedere. "Abbiamo da poco realizzato un'analisi sul 2023 da cui è emerso un aumento del 2% della natalità interna a fronte del calo certificato da Istat – spiega Olga lo Conte, head of labour relations Mondelēz Italia – Abbiamo un rientro dalla maternità del 100%, e il 70% delle donne che rientrano dai congedi continuano a fare carriera, crescere e migliorare le proprie competenze all'interno dell'azienda". L'occasione per parlare di questi dati è stata la tavola rotonda ‘Persone, ambiente, territori: percorsi di crescita responsabile nella filiera agroalimentare’, durante la quale è stato presentato lo studio ‘Il Gruppo Mondelēz International in Italia: impatto economico e sociale’ realizzato da Ref Ricerche. —[email protected] (Web Info)
Vaccini, Rizzo (UniPi): “Rischio più elevato di polmonite invasiva in bimbi e over 65”
(Adnkronos) – Il sistema di sorveglianza delle malattie batteriche invasive, attivo nel nostro Paese, nel 2016 ha registrato 1.462 casi di malattia invasiva da Streptococcus pneumoniae, pari a quasi l'80% di tutti i casi notificati. "Il rischio di sviluppare malattie invasive pneumococciche nell'adulto è influenzato da vari fattori, tra cui l'età, la presenza di comorbidità (ad esempio malattie cardiache, diabete, malattie polmonari croniche), lo stato di immunocompetenza e l'esposizione a bambini piccoli. I bambini al di sotto dell'anno di età, gli adulti di età superiore ai 65 anni e i soggetti con condizioni di salute sottostanti hanno un rischio significativamente maggiore di malattia invasiva. La quantificazione precisa del rischio può variare in base alla popolazione studiata e al contesto geografico, ma studi hanno dimostrato che l'incidenza della malattia invasiva può essere diverse volte superiore nei bambini molto piccoli e negli adulti con fattori di rischio specifici rispetto alla popolazione generale adulta". Lo ha detto Caterina Rizzo, professoressa ordinaria di Igiene generale e applicata, dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e chirurgia, università di Pisa, intervenendo questa mattina a un media tutorial in cui si sono discussi i risultati positivi di numerosi studi di fase 3 che hanno valutato V116, il primo vaccino pneumococcico coniugato 21-valente, in sviluppo, disegnato in modo specifico per proteggere gli adulti e che dovrebbe essere approvato a giugno di quest'anno dall'agenzia americana Fda. "La prevalenza e la distribuzione dei principali sierotipi di pneumococco nella popolazione adulta italiana – continua Rizzo – si riflettono nelle tendenze osservate a seguito dell'introduzione dei vaccini coniugati contro lo Streptococcus pneumoniae. L'introduzione del coniugato 7-valente (Pcv7) e successivamente del vaccino coniugato 13-valente (Pcv13) ha" cambiato l'epidemiologia e "portato a una significativa riduzione dei casi di malattia pneumococcica invasiva (Ipd) nei bambini e, per effetto dell'immunità di gregge, anche nella popolazione adulta. Tuttavia, questa diminuzione è stata accompagnata dall'emergenza di 'ceppi sostitutivi' non inclusi nei vaccini, indicando un cambiamento nella distribuzione dei sierotipi responsabili di infezioni invasive". "L'introduzione dei vaccini coniugati in età pediatrica – prosegue Rizzo – hanno portato alla comparsa, nella popolazione anziana, di sierotipi diversi". Il V116 è stato "sviluppato a partire dai sierotipi che, nell'età adulta, causano più frequentemente la patologia pneumococcica, in base quindi all'evidenza epidemiologica". Contrariamente a quanto ci si aspettava, "cioè una riduzione della risposta immunitaria per alcuni sierotipi, per interferenze che si sviluppano quando se ne sommano molti", il 21-valente "ha sviluppato risposte immunologiche efficaci – conclude – per tutti i sierotipi". —[email protected] (Web Info)
Vaccini, Vitale (UniPa): “250mila ricoveri per polmoniti l’anno, 70% tra over 65”
(Adnkronos) – "I dati del nostro studio sull'andamento delle polmoniti in Italia, pubblicato nel 2023", indicano che nel decennio 2010-2019 "si sono verificati circa 2,5 milioni di polmoniti ospedalizzate. Ogni anno si registrano in Italia circa 250mila polmoniti che richiedono l'ospedalizzazione e pertanto vanno considerate di grado severo. Circa il 70% riguarda soggetti al di sopra dei 65 anni di età e affetti da malattie croniche". L'età si conferma quindi "il fattore che espone al maggior rischio di contrarre la malattia e alla maggiore severità di malattia pneumococcica, ma queste patologie si possono prevenire con la vaccinazione. L'innovazione tecnologica a livello vaccinale aiuterà ad avere prodotti sempre più performanti. Il vaccino 21-valente è una rivoluzione perché" si basa su dati epidemiologici, "interessando i sierotipi più coinvolti nella patologia invasiva". Così Francesco Vitale, professore ordinario di Igiene, università degli Studi di Palermo, direttore dipartimento Oncologia e Sanità pubblica, Aou Policlinico Palermo, nel corso di un media tutorial organizzato da Msd, questa mattina a Roma, per presentare i dati di numerosi studi di fase 3 che hanno valutato V116, il primo vaccino pneumococcico coniugato 21-valente disegnato in modo specifico per proteggere gli adulti. "Le polmoniti da pneumococco, chiamato anche Streptococcus pneumoniae – continua Vitale – sono le forme più frequenti tra le polmoniti di cui conosciamo l'agente patogeno". Lo studio evidenzia inoltre che "solo" per "il 10% delle polmoniti" ospedalizzate è noto "il patogeno che le ha provocate", ma "lo pneumococco è il microrganismo più frequentemente implicato nella genesi delle polmoniti più gravi", pari a "oltre il 20% del totale". Un altro dato interessante emerso dal lavoro palermitano riguarda il tasso di ricovero per polmonite, che aumenta "di anno in anno dall'età di 45-50 anni. Ad esempio, negli over 45 è aumentato nel corso del decennio del 3,4%, negli over 65 del 3,5%, negli over 70 del 4,3%, negli over 80 del 7% circa, mentre nei soggetti di età inferiore ai 18 anni è diminuito di oltre il 4% per anno. Un fenomeno, questo – chiarisce il professore – molto importante, che sta ad indicare che il vaccino" somministrato nell'infanzia "ha preservato questi soggetti dall'avere una malattia polmonitica severa che poteva portarli al ricovero. Negli anziani, dove le coperture sono molto basse, la polmonite è aumentata negli anni insieme alla gravità e ai ricoveri". Lo pneumococco "è un microrganismo che si avvale della minore capacità della risposta immunitaria nei suoi confronti – rimarca Vitale – Questo accade a causa dell'età avanzata oppure per la presenza di alcune malattie intercorrenti croniche più comuni nelle persone anziane: diabete, malattie cardiologiche, malattie polmonari (come asma o Bpco), ma anche malattie ematologiche e del fegato. In soggetti con malattie croniche abbiamo tassi di ospedalizzazione 10-15 volte maggiori rispetto a soggetti della stessa età senza queste patologie. Una volta avvenuto il contagio, il batterio si riproduce e può invadere un organo o entrare nel circolo sanguigno. Certamente, tra i tanti patogeni – conclude – lo pneumococco è quello che determina le polmoniti più gravi". —[email protected] (Web Info)
Omicidio Willy, pg Cassazione chiede nuovo Appello: “No ad attenuanti per i fratelli Bianchi”
(Adnkronos) – I fratelli Bianchi e gli altri due imputati “erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy”. Lo ha detto il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio nella sua requisitoria davanti ai giudici della prima sezione penale, chiedendo un nuovo processo di Appello per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso durante un pestaggio avvenuto a Colleferro la sera del 6 settembre 2020.
Il pg ha chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di Appello in relazione alla concessione delle attenuanti generiche, che hanno ridotto dall’ergastolo del primo grado ai 24 anni di reclusione comminati in secondo grado ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi. In Appello, lo scorso 12 luglio, erano state inoltre confermate le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. Durante il pestaggio, ha sottolineato il sostituto procuratore generale di Cassazione, “Willy riceve almeno due colpi potenzialmente mortali, dopo il primo colpo riesce ad alzarsi ma nuovamente viene colpito ancora per 40-50 secondi ‘di follia’”. —[email protected] (Web Info)
Superbonus, ecco cosa cambia dopo decreto del governo
(Adnkronos) – Cambia il superbonus. Dopo la scadenza del 4 aprile scorso fissata dal Governo per lo stop allo sconto in fattura e la cessione del credito per i bonus edilizi, cosa possono fare i cittadini che hanno avviato i lavori ma non hanno presentato la documentazione? A rispondere, alle domanda posta da Adnkronos/Labitalia, è il consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati, con il consigliere nazionale Paolo Biscaro. "Per coloro che -spiega- hanno avviato i lavori di ristrutturazione edilizia nel 2023, e hanno ricevuto almeno una fattura per l’esecuzione delle opere in oggetto che risulta pagata entro il 4/4/2024, continua a essere vigente la pregressa normativa e, benché non sia stata presentata la documentazione entro il termine previsto del 4 aprile 2024, possono continuare a usufruire dell’agevolazione del 70%. Se hanno ricevuto almeno una fattura ma non risulta il relativo e dovuto pagamento, gli interessati ricadono nella stretta prevista dal nuovo decreto n. 39/2024 approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso martedì 26 marzo 2024 e non possono apportare correzioni o integrazioni perché il testo ha cancellato la remissione in bonis", sottolinea l'esperto. "Ricordiamo -spiega Biscaro- che il documento fissava al 4 aprile 2024 il termine ultimo per inviare all’Agenzia delle Entrate la comunicazione relativa alla propria scelta: optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, in alternativa alla fruizione diretta del Superbonus o degli altri bonus edilizi, sempre relativamente alle spese legate a ristrutturazioni edilizie effettuate nel 2023". "Una comunicazione -sottolinea- che comprendeva l’insieme della documentazione tecnica (contratti, fatture pagate, APE ante e post, computo metrico, trasmessi sul portale predisposto dall’Enea dal tecnico asseveratore) e fiscale che andava trasmessa mediante la piattaforma tecnologica messa a disposizione nell’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate e inviata dal beneficiario o dal soggetto che rilascia il visto di conformità (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro ed esperti iscritti alle Camere di Commercio)", rimarca. "Come sopra anticipato, coloro che hanno ricevuto almeno una fattura per l’esecuzione delle opere di ristrutturazione edilizia che risulta pagata, possono ancora inviare -spiega Biscaro- la documentazione e usufruire dell’agevolazione del 70%. Ricordiamo che il Superbonus agevola diversi interventi di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, alcuni sono trainanti e consentono un accesso diretto alla detrazione fiscale, altri sono trainati e usufruiscono del Superbonus solo se eseguiti insieme a uno dei primi. La detrazione prevista è del 70% per tutto il 2024 e del 65% fino al 31 dicembre 2025, in base alla legislazione vigente". "Non è più possibile -sottolinea- effettuare alcuna variazione relativamente ai dati fiscali, questo il ‘cuore’ del nuovo decreto e del termine fissato al 4 aprile 2024: il termine e le disposizioni del testo impediscono di fatto la remissione in bonis. Una disposizione che risponde alla finalità del decreto n. 39/2024: introdurre misure più incisive per la tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali in materia edilizia e di efficienza energetica" Avete stime su quanti hanno avviato lavori e non hanno presentato documentazione entro il 4 aprile 2024? "Purtroppo non è possibile avere una stima, si tratta di dati che – al momento – potrebbero essere resi noti soltanto dallo Stato, quale unico soggetto tenutario delle informazioni e dei movimenti in questione", conclude l'esperto. —[email protected] (Web Info)
Istat, l’Istituto nazionale tributaristi tra i referenti stabili del Comitato Ateco
(Adnkronos) – L’Istituto nazionale tributaristi (Int) è stato inserito nella Rete di Referenti stabili del Comitato Ateco dell’Istituto nazionale di statistica (Istat). A rappresentare l’Int sono stati indicati il presidente Riccardo Alemanno e il consigliere nazionale Paola De Maio. Sarà proprio quest’ultima a partecipare all’incontro organizzato dal Comitato Ateco 'Verso Ateco 2025: azioni e strumenti di comunicazione', che si svolgerà on line domani, mercoledì 10 aprile. Tra gli argomenti trattati: la rilevazione Istat delle attività economiche per un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze nella campagna di comunicazione della nuova classificazione a cura di Caterina Viviano (Direzione Centrale per le Statistiche Economiche) e Azioni e strumenti di comunicazione a supporto della nuova classificazione a cura di Micaela Paciello, Katia Cosco, Sofia Barletta, Claudia Mosticone (Direzione Centrale per la Comunicazione, Informazione e Servizi ai cittadini e agli utenti). Si discuterà di strategia di comunicazione integrata, saranno presentati il nuovo logo Ateco, il concept creativo e identità visiva della campagna di comunicazione, il piano esecutivo delle azioni di comunicazione e la strategia di Pr con partner e stakeholder. "L’Int sarà sicuramente propositivo e fornirà un supporto di esperienza per i nuovi codici Ateco 2025, nonché per il supporto alle azioni della campagna di comunicazione. Un ulteriore impegno per l’Istituto nazionale tributaristi, ma anche la conferma della sua piena partecipazione alle attività istituzionali che coinvolgono il mondo produttivo imprenditoriale e professionale", sottolinea una nota dell'Int. —[email protected] (Web Info)
Enrico Papi torna su Italia 1: “Oggi sono meno Secchione e più Pupa”
(Adnkronos) – "Torno ad un vecchio amore ma oggi sono decisamente meno Secchione e più Pupa". Enrico Papi esordisce con questa battuta, intervistato dall'Adnkronos alla vigilia della nuova edizione di 'La Pupa e il Secchione', che arriva domani in prima serata su Italia 1 e lo vede tornare alla guida del reality comedy che debuttò in Italia proprio con la sua conduzione nel 2006. "Sì – ricorda Papi – io condussi le prime due edizioni, nel 2006 con Federica Panicucci e nel 2010 con Paola Barale. Che ritrovo in questa edizione ma in veste di giurata", accompagnata dal campione Aldo Montano e dalla giornalista Candida Morvillo. Prodotto da Endemol Shine Italy, il programma mette a confronto, sempre in chiave ironica, due mondi apparentemente agli antipodi: quello delle pupe, dedite alla bellezza, alla moda, al fitness, alla vita mondana, e quello dei secchioni, dediti allo studio, ai libri e alle passioni più nerd, come i videogiochi e la tecnologia. Protagonisti delle sei puntate 18 concorrenti, ragazzi tra i 19 e i 28 anni, che, nel corso della prima serata, verranno suddivisi in nove coppie. Per le cinque settimane successive, i concorrenti vivranno in una bellissima villa nel cuore di Roma, dovendo condividere tutto. In coppia, giorno dopo giorno, dovranno studiare, prepararsi, migliorarsi e affrontare le prove che determineranno la classifica con cui arriveranno ai giochi eliminatori della prima serata. Tra i giochi iconici tornano lo Zucca Quiz, la Prova Riconoscimento e la Prova Fitness. Novità di questa stagione due spettacolari prove: la Sfida del muro e il Gioco delle Affinità. "Ne vedrete delle belle", promette Papi. Ogni puntata vedrà l’eliminazione di una coppia. Per andare avanti nel gioco, sarà fondamentale far incontrare le competenze dei due mondi e provare, così, ad arrivare alla vittoria finale. "Rispetto alle prime edizioni, dove forse era preponderante la parte delle prove da superare, questa volta – spiega il conduttore – mi sono immerso di più anche nella dimensione del reality, nel racconto delle strategie di gioco. Diciamo che vedrete un nuovo Papi, sdoppiato tra il ruolo che mi è sempre stato più congeniale di conduttore delle prove da superate, che mi divertono molto, e il conduttore di reality, più attento al racconto delle strategie di gioco. Anche se c'è poco da fare: da quando sono diventato più vanitoso, attento al fitness e pubblico molte foto a torso nudo sui social, mi apprezzano più come Pupa", scherza Papi che ha in serbo un nuovo progetto "ancora top secret" che potrebbe vedere la luce dopo 'La Pupa e il Secchione': "Non posso dire nulla, solo che si tratta di un game show che ha a che fare con la musica", dice il conduttore la cui carriera ultratrentacinquennale è stata scandita proprio da grandi successi legati a game show a sfondo musicale, dall'indimenticabile 'Sarabanda' di Italia1 a 'Name That Tune – Indovina la canzone' su Tv8. "Questo tipo di programmi è il mio habitat naturale e non ho abbandonato il sogno di riportare in access prime time o nel preserale il mitico 'Sarabanda'", confessa. Intanto l'appuntamento è con “La pupa e il secchione” che andrà in onda su Italia1 e sarà disponibile on demand su Mediaset Infinity (sito, app per smartphone e tablet, smart tv abilitate). Oltre alle puntate e ai momenti più divertenti, gli utenti potranno accedere a interviste e giochi con il cast. I profili social di Mediaset Infinity, inoltre, coinvolgeranno i fan del programma con meme, commenti a caldo dei protagonisti e incursioni nel backstage. Il profilo TikTok, in particolare, proporrà una serie di video in cui le pupe e i secchioni si cimenteranno con i trend del momento. —[email protected] (Web Info)
De Benedittis/Errare è umano, perseverare è diabolico. Sul sindaco non si può più sbagliare
Ci hanno regalato un bel caldo questi primi giorni di aprile. Un caldo che va di pari passo
con quello che si percepisce nella politica cittadina, nel centrodestra in particolar modo.
Ad ogni tornata elettorale ci si interroga se palesarsi per primi o per ultimi possa portare
vantaggi o svantaggi nell’ottica del consenso, ma puntualmente si rischia, tra una teoria e
l’altra, di perdere di vista l’obiettivo principale: il bene della Città.
Se ne sentono di ogni tipo: dall’autonomia differenziata alla sanità, passando per
l’annessione all’Abruzzo o a convenzioni più o meno improbabili, senza mai, però,
soffermarsi su ciò che conta, che altro non è che l’ascolto delle esigenze e delle aspettative
dei cittadini.
Il centrodestra, che ha su base nazionale e regionale il vento in poppa, rischia di minare la
certezza di una vittoria che era (ed è) a portata di mano.
Non me ne voglia nessuno: capisco e comprendo, avendo fatto politica, le logiche di partito
e delle relative segreterie del centrodestra, che indubbiamente sono chiamate a realizzare
risultati per mostrare la loro forza, ma questo non necessariamente stride con la scelta di un
candidato vincente. Oggi, un candidato sindaco autorevole e vincente, che abbia ben definita
la visione dei prossimi anni di Campobasso, è necessario, anche per evitare i risultati non
particolarmente lusinghieri come quelli di cinque anni fa.
Un candidato senza future velleità, che voglia dedicarsi solo ed esclusivamente a
Campobasso e che non voglia usare la carica di Sindaco come trampolino di lancio per futuri
ed ulteriori appuntamenti elettorali.
Oggi, questo meritano i campobassani: un sindaco che sia facilmente individuabile e
disponibile all’interno della comunità cittadina, che sappia essere catalizzatore e sintesi di
un’intera coalizione e che eviti di mettere gli elettori di centrodestra nella condizione di fare
un voto disgiunto.
Mi auguro che le segreterie regionali e nazionali della coalizione di centrodestra non
perdano la grande opportunità di vincere.
Avv. Aldo De Benedittis, già assessore comunale
Dengue, Oms Europa: “In Italia oltre 100 casi da inizio anno”
(Adnkronos) – "Dall'inizio del secolo, il numero di casi segnalati di Dengue è aumentato di 8 volte". E il virus ora colpisce "oltre 130 Paesi, inclusa l'Italia, che ha segnalato oltre 100 casi dall'inizio di quest'anno". La visione di Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, è che "il più grande ostacolo alla lotta al cambiamento climatico è la volontà politica necessaria per apportare i cambiamenti strutturali e sociali necessari a prevenire gli impatti peggiori". "Il cambiamento climatico aggrava il peso delle malattie trasmissibili e non trasmissibili nella regione europea". Sta per esempio "portando a cambiamenti nel comportamento, nella distribuzione, nel movimento e nell'intensità di zanzare, uccelli e altri animali che stanno diffondendo malattie infettive come la Dengue e la malaria in nuove aree". Fra gli impatti indiretti c'è anche il crescente peso, spesso ignorato, del climate change sulla salute mentale" come nel caso "dell'ecoansia nei giovani, reazione all'inazione percepita e ai sentimenti di impotenza di fronte alla catastrofe imminente" "Ci troviamo ora di fronte a un futuro precario – evidenzia all'Adnkronos Salute in occasione della sua visita in Italia per il 20esimo anniversario dell'Ufficio Oms di Venezia – a meno che non intraprendiamo tutti azioni urgenti per correggere la rotta. I Paesi della regione europea avvertono il peso del cambiamento climatico, qui e ora. Stiamo affrontando una tripla crisi: cambiamento climatico, inquinamento ambientale e perdita di biodiversità, che insieme minacciano la nostra stessa esistenza sul pianeta". Senza un'azione urgente, rischiamo di annullare i progressi compiuti negli ultimi 50 anni nel campo della sanità pubblica", incalza, ricordando che anche "una delle raccomandazioni chiave della Commissione Monti è stata quella di porre maggiore enfasi sul principio 'One Health', che vede il nostro benessere come indissolubilmente legato alla salute del pianeta e dell'ambiente naturale". Per dare un'idea del peso che ha il fattore clima, Kluge richiama le analisi e il dibattito avvenuto su Covid: "Si ritiene che le attività umane come la deforestazione, il commercio e il consumo di fauna selvatica e i viaggi internazionali abbiano portato alla comparsa di Covid-19 e ne abbiano facilitato la diffusione globale". Oltre 100 casi di Dengue, segnalati dall'Italia nel 2024. Il dato – riferito dal direttore di Oms Europa Hans Kluge in un'intervista all'Adnkronos Salute – indica che il nostro Paese, in soli 3 mesi, ha registrato già circa un terzo dei 280 casi importati riportati nell'intero 2023, anno in cui il nostro Paese ha avuto anche 82 contagi autoctoni. E anche se "fare previsioni ora è delicato, perché le variabili che potranno pesare sono diverse e numerose", il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco calcola che "quest'anno di casi importati rischiamo di conteggiarne almeno un migliaio, più del triplo rispetto al 2023, oltre a 200-300 contagi autoctoni". "Per adesso si tratta sicuramente di casi importati", tiene a puntualizzare l'esperto sentito dall'Adnkronos Salute. Numeri condizionati certamente dall'epidemia record che sta vivendo il Sud America. "Ma l'effetto reale lo vedremo più avanti, più verso l'estate, durante tutto il periodo che è anche quello più turistico per l'Italia", ragiona Pregliasco. "Per allora, quando farà caldo – prospetta – sono prevedibili anche focolai di Dengue autoctona". "Le previsioni fatte oggi potranno avere una 'forbice' notevole", precisa il virologo, perché "tante sono le variabili in grado di impattare sui numeri effettivi. Moltissimo – spiega Pregliasco – dipenderà da quanto sarà calda la stagione estiva, ma anche da quanti temporali avremo, scrosci violenti con pozzanghere persistenti". E "tutto dipenderà dalla consapevolezza dei singoli", avverte. Ognuno di noi può giocare un ruolo cruciale nel salvare l'estate italiana, insiste Pregliasco: "Il sottovaso sul balcone in una zona urbana, la vaschetta di condensa del condizionatore, lo pneumatico abbandonato a terra, il verde non sfalciato", elenca il medico, "sono tutti fattori determinanti sui quali tutti possiamo agire" per contenere la zanzara tigre in grado di trasmettere l'infezione. Riteniamoci in una "situazione di 'pre-occupazione' – ripete l'esperto – intesa in senso letterale, come 'occuparci prima'" che l'allerta diventi emergenza. —[email protected] (Web Info)












