Gli Italiani guadagnano meno di 20 anni fa

Il Fondo monetario internazionale, nel focus dedicato all’Italia afferma che il debito pubblico è molto alto e, nonostante i recenti sforzi, l’Italia non ha iniziato a ridurlo,nei dieci anni precedenti la crisi, la spesa pubblica dell’Italia è cresciuta più rapidamente delle entrate anche a causa della spesa per le pensioni.
Il governo durante la crisi è riuscito a contenere la spesa bloccando,salari e assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e tagliando gli investimenti pubblici.
Queste misure restrittive hanno prodotto scarsi risultati sul fronte del debito pubblico,poichè non hanno invertito l’andamento della spesa eccessiva.
L’economia italiana negli ultimi tre anni sta registrando un moderato recupero e stando ai pronostici potrebbe proseguire,non mancano rischi significativi nel futuro, a causa delle incertezze politiche e di possibili battute d’arresto al processo di riforme.
Il percorso di crescita a piccoli passi potrebbe avere il beneficio di un ritorno ai livelli di reddito pre crisi tra diversi anni forse entro il 2025,con la conseguenza di un ‘allargamento del divario del reddito tra l’Italia e la media dell’area euro”, che sta registrano una crescita più rapida.
Con un pacchetto di misure sul lato spesa ed entrate l’Italia riuscirebbe a supportare la crescita e rispettare l’imperativo di ridurre il debito.
I redditi nei prossimi dieci potrebbero crescere del 10% e per di più potrebbero aumentare i posti di lavoro.
Il Fmi suggerisce al paese di migliorare la contrattazione salariale perché l’elevato costo della produzione per lavoratore pesa negativamente su; creazione di posti di lavoro, investimenti e produzione.
L’ottimale secondo il’Fmi sarebbe:ridurre le aliquote fiscali sul lavoro; riformare la contrattazione salariale; contrastare in modo efficace l’evasione fiscale,aumentare gli investimenti pubblici; indirizzare più risorse verso le fasce deboli della popolazione,recuperare efficienza nel settore bancario italiano,ridurre la spesa pensionistica.
La situazione della classe lavoratrice italiana, considerando andamento dei prezzi, redditi e ricchezza, è al di sotto dei livelli del 1995,il rallentamento della crescita e il peso della crisi hanno colpito in modo sproporzionato la popolazione lavoratrice e le giovani generazioni.
Nel corso degli ultimi due decenni i salari in generale sono cresciuti più velocemente rispetto alla produzione per lavoratore(molto probabilmente si fa la media del pollo)i 25 milioni di Cattaneo fanno la somma con i 1500 euro del dipendente TIM,ciò ha determinato in Italia una crescita del costo di produzione superiore rispetto ai paesi di riferimento, come Germania, Francia e Spagna,per cui il’Fmi chiede al paese di ”migliorare la contrattazione salariale perché l’elevato costo della produzione per lavoratore ha pesato negativamente sulla creazione di posti di lavoro, investimenti e produzione,viene fuori che allineando i salari alla produzione per lavoratore a livello aziendale invece che nazionale “si potrebbe ottenere un incremento degli occupati del 4%”.
Il sistema bancario italiano appare frammentato, con un numero di banche più alto rispetto a molti altri Paesi Ue,anche se alcuni con parametri patrimoniali e di redditività migliori della media Ue,con Banche cooperative e popolari con alti livelli di redditività ma molte deboli,il consolidamento del sistema bancario può svolgere un ruolo utile per ritrovare efficienza, con fusioni e acquisizioni che devono essere parte di una strategia complessiva.
Alfredo Magnifico

 

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