Si riuscirà a dar vita ai suggerimenti proposti dagli ex consiglieri regionali?

“Cinque punti strategici per lo sviluppo del Molise: rafforzare la coesione socio-economica del Paese;contrastare il declino economico e demografico del Mezzogiorno e del Molise; riconoscere e rafforzare il ruolo delle attuali Regioni nella programmazione e nell’attuazione delle politiche di sviluppo e di avanzamento socio-culturale;rafforzare il rapporto democratico di ciascuna Regione italiana con le istituzioni nazionali ed europee, attraverso la riforma della legge numero 18/1979 e la creazione di collegi elettorali, per l’elezione degli europarlamentari, coincidenti con le singole regioni; predisporre specifiche proposte legislative finalizzate, nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, alla promozione di una migliore governance territoriale e di una crescente ed efficace cooperazione tra le regioni. E’ su questi temi che l’Associazione degli ex consiglieri regionali del Molise ha chiesto un impegno concreto da parte dei candidati in Parlamento. Una richiesta ufficializzata a pochi giorni dalle elezioni di domenica 4 marzo e frutto del gruppo di lavoro creato dagli ex consiglieri regionali, aperto ai soci e all’apporto fattivo di personalità della cultura, dell’economia, del mondo del lavoro e del sociale, con il compito di redigere uno studio sull’attuale situazione socio-economica della regione”.

Obiettivi condivisibili pienamente che fanno si che il Molise possa essere parte attiva nella vita del Paese. Tuttavia ogni medaglia ha il proprio rovescio, nel senso che pur appoggiando l’iniziativa di chi ha fatto si che la ventesima regione d’Italia potesse essere un punto di riferimento per molte realtà del Meridione, crediamo che non è tanto semplice attuare i suggerimenti che si sono voluti dare dopo attenta disamina delle problematiche che riguardano il Molise. Il quale nonostante c’è una voglia di risollevarsi, i programmi dei candidati ne fanno il punto centrale, deve ripercorrere la strada cercando d’imboccare il bivio giusto se non vuole trovarsi nuovamente in un vicolo cieco che ne ha arrestato il cammino. Si ripercorrere, anche se molti dicono che non è bene guardare al passato.

Invece no è necessario centellinare i propri passi, cercando di cancellare gli errori fatti, ne sono stati fatti soprattutto a discapito dei molisani che, oggi, sono costretti ancora a fare i conti con un economia negativa, e non solo, con la recessione e soprattutto con la desertificazione morale e materiale, non ci stancheremo mai di scriverlo. A pochi giorni dal voto, dove a dir la verità l’incertezza regna, tant’è che molti hanno appellato questa campagna elettorale “anonima e senza anima” leggere i cinque punti per lo sviluppo del Molise fa seriamente riflettere se è il caso di dare avvio ad una revisione concreta del sistema oppure cedere definitivamente “le armi” perché si è convinti che nonostante la bontà delle parole, siamo inesorabilmente condannati a “stare fuori dalla porta”.

Condizione che, non per colpa nostra, vede il disarmo completo di una realtà ridotta a poco più di 320.000 abitanti, dove i giovani, la maggior parte dei casi sono in cerca di identità, i vecchi aumentano sempre più, le nascite sono a par metro zero e il resto della popolazione è completamente disinteressata a quello che sono le sorti del Molise. Disinteresse accoppiato a demoralizzazione, parole che pesano inesorabilmente. Parole che sono i vettori di una condizione che ci attanaglia causata da cosa?

Noi non lo sappiamo, anzi non lo diciamo perché consapevoli che tutto quello che si scrive, compreso le nostre considerazioni, rimangono una semplice testimonianza, per giunta forse sterile, buona solo a riempire le pagine d’inchiostro che con il passare degli anni sbiadisce e non porta a soluzione certa, certissima…scusate le chiacchiere e il disfattismo ma la realtà è questa c’è poco da fare.

di Massimo Dalla Torre

Commenti Facebook