Non ci interessano le polemiche, ma bisogna mettere un freno alle azioni diffamatorie e assolutamente fuorvianti la realtà, che vengono fuori da più parti. Chiediamo una rettifica pubblica delle inesattezze che ci danneggiano e ribadiamo che non accettiamo più di essere sottoposti a un pubblico linciaggio, basato su falsità e invenzioni le più disparate. In riferimento alle notizie diffuse in questi giorni circa l’azione legale che la la Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” avrebbe intrapreso nei confronti del periodico “Il Bene Comune” e del dott. Italo Testa, si precisa che: si tratta di una “domanda di avvio della mediazione”, propedeutica all’azione legale vera e propria, ma non necessariamente subordinata ad essa. Questo significa che la questione potrebbe risolversi anche in sede di mediazione. Desideriamo sottolineare che è stata chiesta prima di tutto la rettifica delle affermazioni ritenute diffamatorie, poi il risarcimento danni. La Fondazione ha sempre avuto grande rispetto per la libertà di stampa, e non ha mai replicato o agito nei confronti dei numerosi articoli a sfondo diffamatorio o denigratorio apparsi in questi mesi sulla stampa locale, pur avendone titolo; ma l’articolo in questione ha davvero superato il limite della tolleranza e anche della legalità.
Infatti, nel corso dell’ intervista rilasciata a “Il Bene Comune”, periodico mensile dell’omonima Associazione Culturale, Anno XVI – Febbraio. Il Dott. Italo Testa, l’intervistato, diffondeva notizie dal chiaro tenore diffamatorio e denigratorio ai danni della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II”, con l’obiettivo di offuscare il prestigio, l’onore e la reputazione di cui la “Cattolica” ha sempre goduto, grazie agli ottimi risultati che ha saputo raggiungere nell’ambito scientifico e della cura della persona umana.
Tali dichiarazioni, inoltre, venivano rese nell’ambito di un contesto allusivo in cui il giornalista non sembra assumere la prospettiva del terzo osservatore dei fatti. Le dichiarazioni rilasciate dall’intervistato hanno fornito una visione distorta della realtà dei fatti, in quanto tese a sovvertire l’immagine che l’Ente di Ricerca e Cura si è costruito nel tempo, grazie all’eccellente preparazione e professionalità di tutti coloro che vi operano e hanno indotto l’opinione pubblica a formarsi la convinzione, tra l’altro, che le cure presso la Fondazione non siano gratuite ma richiedano costi maggiori a carico dei pazienti.
Tra le tante notizie non vere, spicca quella che alla Cattolica le prestazioni si pagano , completamente in contrasto con la natura stessa di azienda sanitaria privata ACCREDITATA, che lavora quindi per i pazienti che ne usufruiscono, alle stesse condizioni del pubblico -quindi senza alcun onere per i pazienti stessi – e poi le allusioni sulla professionalità degli operatori “ che a Campobasso non ci stavano volentieri”, andavano via il “giovedì sera, lasciando i ragazzetti che dovevano fare esperienza”, “i luminari dovevano solo fare esperienza a Campobasso, per poi tornare a Roma”, “l’atterraggio della Cattolica, non avrebbe portato i benefici promessi” … etc. etc. queste sono solo alcune delle affermazione diffamatoria, ma tutto il tenore dell’articolo va in quella direzione.
La richiesta di rettifica, già fatta in sede di conciliazione, è il nostro obiettivo principale pertanto ci aspettiamo che gli interessati rettifichino pubblicamente tutte quelle parti che non rispondono minimamente alla verità , che procurano un danno enorme ad una realtà che è in Molise , che è apprezzata dai molisani e da pazienti di altre regioni, che vuole continuare a offrire al Molise le proprie prestazioni sanitarie di qualità e che non vuole entrare minimamente nel dibattito politico che attiene ad altri livelli decisionali e che non interessa per nulla, ma ha il diritto/dovere di difendere in ogni modo la propria immagine per rispetto di tutti coloro che lavorano con competenza amore e dedizione per il malato e per rispetto dei tanti cittadini, molisani e non, che hanno fiducia in questa struttura.
L’auspicio è che la questione possa risolversi, prima di tutto con il ristabilire la verità dei fatti da parte degli interessati come indicato , mentre si ribadisce ancora una volta che non abbiamo alcun interesse a entrare nelle polemiche di scelte politiche che attengono ad altri soggetti e ad altri livelli istituzionali.