Buone nuove nell’ambito dei progetti di marchio “termolese”. Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuta in Sardegna la competizione “Barcamper” che, promossa dal CIPNES e dai fondi di Venture Capital come DPixel, ha mosso i primi passi nel 2015 con l’avvio delle selezioni dei migliori su oltre 200 progetti e aziende nel settore nautico in Italia.
“ilCapitano”, figlio dell’idea del termolese Alberto Baccari, ha incontrato l’iniziativa Barcamper durante il salone internazionale di Genova 2015 di cui era partner ufficiale e subito è stato “amore a vista”. La storia poi è andata avanti tra confronti, idee e obiettivi sino alla fine del 2016 quando il progetto “ilCapitano” è risultato essere tra i venti semifinalisti a livello nazionale della competizione.
Il 7 marzo scorso, in quel di Olbia, si è tenuta la finale che ha visto competere i nove migliori progetti e… udite udite, “ilCapitano” ha vinto uno dei due premi messi in palio. Il progetto si è aggiudicato, quindi, un premio pari a 15 mila euro più l’opportunità di avvalersi di un supporto economico e strategico di alcuni tra i più importanti “Venture Capitalist” attualmente in Italia.
Obiettivo, adesso, è chiudere il “round di finanziamento” e inserire nel portale un assistente digitale dotato di logiche di intelligenza artificiale. Di lì a poco partirà una campagna di promozione su scala nazionale per far conoscere a tutti il progetto “ilCapitano” con l’obiettivo di puntare a “finanziatori”, sia istituzionali che privati”, ma soprattutto avvalersi di appassionati della nautica che vogliano fare business a un livello globale.
Probabilmente, a seguito del premio e delle opportunità dedicate alle startup dalla Regione Sardegna, il progetto potrebbe costituirsi come startup innovativa proprio in Sardegna con importanti ricadute sul territorio.
“Sono felice – ha affermato Alberto Baccari – perché dopo anni siamo stati riconosciuti come i più innovativi nel settore della nautica ma ancora di più lo sono perché su quel palco, ad essere premiati, c’erano due termolesi che hanno iniziato a collaborare proprio su “ilCapitano” nell’ormai lontano 2014. Tutto nacque per caso, in riva al mare sulla spiaggia del lido “Panfilo”. È un peccato che la nostra Regione e città di Termoli non abbiano e non ricerchino le competenze per attrarre o sviluppare modelli di business innovativi e alternativi per i giovani. È un peccato, e non vorrei scendere in polemiche, che le maggiori attenzioni vertano su “mattone” o “tunnel” quando abbiamo il mare e dobbiamo valorizzarlo.
Oggi il gruppo che rappresento lavora con startup e grandi corporate per spiegare come innovare traendone il massimo profitto. Chissà se un giorno anche la nostra Regione sarà pronta a fare quel passo che, ormai da tempo, tutti noi giovani aspettiamo”.
Quali sono i tuoi prossimi impegni?
“Beh, sono attivo su più fronti per cui oltre a trovare nuova sede in Sardegna per “ilCapitano”, chiudendo il round dei finanziatori e ampliando il team, il mio focus sarà sul lancio di una startup che sfrutta l’intelligenza artificiale in ambito assicurativo.
Lavoriamo già con Groupama Assicurazioni e altre corporate vogliono sfruttare la nostra tecnologia, ma non posso aggiungere altro al momento, salvo che mi sto avvalendo di un altro termolese, questa volta d’adozione, il giornalista e inbound marketer Giovanni Perilli”.
Torneresti a Termoli per lavoro?
“Ci ho pensato più volte, anche perché ormai i punti chiave delle mie aziende sono termolesi o hanno un grande legame con Termoli. Dall’avvocato al social media manager, passando per la direzione commerciale, la mia attività parla termolese ma per il momento preferisco portarmi a Milano queste risorse… Tra qualche anno, però, se le condizioni saranno più favorevoli, mi piacerebbe aprire un hub di innovazione con vista mare”.
Cosa consiglieresti ai giovani molisani?
“Anzitutto chiederei loro di appassionarsi a materie scientifiche come informatica, statistica, marketing e simili. Il mondo sta costruendo macchine che nel giro di 10-15 anni prenderanno posti di lavoro come assicuratori, bancari, analisti, avvocati e così via… noi non possiamo assistere all’innovazione altrimenti ne saremmo sopraffatti. Dobbiamo anticiparla e diventare bilance tra l’oggi e il domani. L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno trasformando il mondo dei servizi. Stanno abbattendo i costi e cambiando l’approccio al mondo del lavoro.
Una delle risorse più ricercate, ad esempio, oggi è il Data Scientist che in Italia ha stipendi anche da 150.000 € l’anno. Altro consiglio che posso dare è di viaggiare tanto. È di andare a studiare fuori, conoscere le lingue e chiedere sempre a chi ne sa qualcosa in più, ricordandosi sempre le proprie origini”.