Spiluccando qua e là sui giudizi che vengono dati ne viene fuori che; la legge di bilancio è debole, senza visione e rischia di frenare crescita, occupazione e investimenti, dalle imprese ai sindacati, dalle associazioni, alle categorie professionali, la manovra del governo Meloni viene bocciata perché troppo prudente, priva di una strategia di crescita e incapace di sostenere i redditi e l’occupazione.
Confindustria la definisce “manovra a saldo zero”, non peggiora i conti, ma non li migliora;“Serve un piano industriale straordinario che chiede interventi su investimenti, competitività e riduzione del costo dell’energia”.
Le misure fiscali vengono giudicate penalizzanti, in particolare il blocco delle compensazioni dei crediti d’imposta con i contributi Inps e Inail, definito “un freno alla liquidità delle imprese”.
Una critica condivisa da artigiani, agricoltori e commercianti, che denunciano effetti pesanti su migliaia di piccole aziende.
Dal fronte sindacale il giudizio è ancora più severo; la Cgil parla di una manovra “inadeguata, ingiusta e controproducente”, che sacrifica salari e pensioni in nome del rigore.
Il governo festeggia i conti ma lascia i lavoratori in rosso; il fiscal drag non è stato restituito e la cancellazione di Opzione donna e Quota 103 peggiorano ulteriormente il sistema pensionistico.
Cisl e Uil riconoscono qualche elemento positivo, come la riduzione dell’Irpef, ma chiedono che diventi strutturale e che le risorse vengano destinate a sanità e previdenza.
“È la manovra più piccola dal 2014, afferma la Cisl e non risponde alle emergenze sociali.
Le assicurazioni e gli enti locali lamentano maggiori oneri e scarse prospettive di sviluppo.
Tutti chiedono la stessa cosa: una legge di bilancio che non si limiti a contenere la spesa, ma che sostenga la crescita, l’innovazione e la coesione sociale.
Il verdetto è chiaro: questa manovra,è troppo prudente da non convincere nessuno.
Alfredo Magnifico







