Proposta di legge “Istituzione del garante regionale dei diritti e della persona”

Nella Prima commissione consiliare prosegue l’esame della proposta di legge “Istituzione del garante regionale dei diritti e della persona”, sottoscritta dai Consiglieri regionali Nunzia Lattanzio e Fusco Perrella. È un’iniziativa di alto valore sociale ed etico, e di impatto applicativo importante nelle istituzioni a favore dei soggetti più deboli e svantaggiati della società. La proposta di legge delinea profilo e compiti del “Garante dei diritti della persona”, una nuova figura istituzionale che, attraverso gli strumenti della mediazione, della comunicazione, della partecipazione e della protezione, definisce un nuovo percorso di intesa tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione, allo scopo di svolgere attività di vigilanza sulla corretta esplicazione e attribuzione dei diritti costituzionalmente garantiti delle persone, dei minori e di coloro che sono sottoposti a misure restrittive della libertà personale.
Il Garante è organo “super partes”, che assume una posizione neutrale con carattere d’indipendenza e terzietà. Muovendosi nella visione di una richiamata riorganizzazione della spesa pubblica e del potenziamento delle garanzie e/a tutela del cittadino, prende forma l’idea di riunire le funzioni di garanzia in capo ad un unico soggetto. Del resto, la ridefinizione della sfera di competenze del garante e l’unificazione delle stesse accelera e semplifica il suo funzionamento operativo. Pertanto la proposta interviene al fine di integrare e riproporre quanto già tracciato dal Tutore pubblico dei Minori (L.R. 32/2006) e dal Difensore Civico (L.R. 26/2000, abrogato con L.R. 25/2013) attraverso il rafforzamento delle competenze, nella consapevolezza tuttavia di doverne razionalizzare l’organizzazione.
Al garante sono attribuite attività specifiche di vigilanza e controllo in materia di esecuzione penale tenendo presente la dovuta distinzione dei ruoli, nella piena consapevolezza della diversità dei compiti che appartengono rispettivamente all’Amministrazione della giustizia, alle Regioni, agli Enti locali, e senza trascurare le articolazioni regionali e territoriali di altre amministrazioni statali e del terzo settore. L’esecuzione penale, in questa maniera, diventa uno strumento efficace grazie ad una amministrazione multisettoriale, dalla prevenzione del disagio fino alla prospettiva del reinserimento sociale che investe tutte le componenti sociali: Stato, Regioni, Enti locali e società civile nelle varie forme organizzate, un’azione che si richiama ai principi di sussidiarietà verticale e orizzontale.
È importante altresì ricordare che ai sensi della modifica del titolo V della Costituzione, le Regioni e le Amministrazioni locali hanno assunto un ruolo sempre più importante in ambito di programmazione, coordinamento e attuazione delle politiche sociali e delle politiche socio-lavorative di reinserimento sociale: è evidente quindi che questa proposta segna un ulteriore passaggio a garanzia dei diritti delle persone.
Risulta chiaro come la volontà sia quella di garantire in ambito regionale i diritti delle persone fisiche e giuridiche nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici attraverso un’azione non giurisdizionale di promozione, di protezione e di mediazione, di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, anche attraverso azioni di sensibilizzazione, protezione, orientamento e sostegno, facilitando il perseguimento dei diritti delle persone private della propria libertà personale e ristrette in Istituti penitenziari.
Oggi, in una società complessa ed emergenziale come quella attuale, anche una risposta come questa, garantisce il diritto di tutela della persona in un sistema carente sul piano dei valori e delle garanzie fondamentali.
Ci auguriamo che l’iter normativo in Commissione sia concluso in tempi brevi, e che la proposta di legge arrivi presto in Consiglio regionale per l’approvazione finale, e, soprattutto, che non faccia la fine di tutte le nostre iniziative legislative presentate finora, da mesi oramai congelate nelle rispettive commissioni competenti.

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