Mancata cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, il sindaco di Termoli precisa

In merito a quanto scaturito durante l’ultimo consiglio comunale il sindaco di Termoli Francesco Roberti ha inteso esprimere alcune considerazioni sulla mancata cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre al solo fine di sgombrare il campo da inutili considerazioni e strumentalizzazioni.

“La senatrice Segreha spiegato il sindaco Francesco Robertirappresenta per l’Italia, per il mondo e per chiunque abbia conoscenza storica e coscienza civile la testimonianza vivente della barbarie e dei crimini ignobili che l’uomo può compiere se asservito alle ideologie. L’olocausto degli Ebrei ad opera dei criminali nazisti è un orrenda pagina della storia mondiale, così come lo sono gli orribili crimini commessi dal regime comunista nel mondo. Il riconoscimento di ciò non può avere distinzione politica o partitica giustificabile in alcun modo. Diversa cosa è poi l’uso politico di parte che si sta facendo di questa vicenda. Nessuno vuol negare riconoscimenti pubblici e attestati di vicinanza e solidarietà civile alla senatrice Segre e non è mai stata questa la volontà della maggioranza consiliare, espressa in maniera chiara anche negli interventi che ci sono stati. Se la cittadinanza onoraria non può essere concessa alla Segre il motivo è nel regolamento previsto per tali riconoscimenti del comune di Termoli. La cittadinanza onoraria può essere concessa a personalità di prestigio nate a Termoli e residenti altrove oppure a persone non nate a Termoli ma che abbiano avuto particolari meriti da riconoscere per dirette azioni o posizioni assunte di grande rilevanza per la comunità termolese. Alla Segre si poteva riconoscere certamente una benemerenza del Comune, ma non era questa la richiesta fatta da chi, come la Sinistra, vuole utilizzare la senatrice come spauracchio o come fantoccio da agitare contro chissà quali pericoli oggi corre la democrazia italiana. La Democrazia è fatta di regole che tutti dobbiamo impegnarci a rispettare e difendere se vogliamo che resti viva”.

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