E’ la seconda volta che i giudici del tribunale amministrativo regionale si esprimono sulla gestione della sanità molisana relativamente ai tagli operati dalla struttura commissariale al Vietri di Larino e per la seconda volta le istanze racchiuse all’interno dei ricorsi, pur trovando accoglimento, non sortiscono gli effetti desiderati, rischiando di risultare infruttuosi e perciò inutili. Per la seconda volta, infatti, i servizi caduti sotto la scure dei tagli di chi ha governato e governa, non saranno ripristinati.
Infatti, solo lo scorso 15 settembre, durante la seduta della massima assise regionale, il Presidente-commissario ad acta Frattura, in risposta all’interrogazione a firma dei consiglieri Totaro (PD) e Sabusco (UdC), attraverso la quale si richiedeva il ripristino dei servizi erogati in precedenza dal reparto di chirurgia del Vietri, ha ribadito, senza mezzi termini, “che la riorganizzazione seguirà il binario della netta distinzione tra strutture per acuti, con un minimo di presidio ospedaliero articolato su tre stabilimenti (Campobasso, Isernia e Termoli) e strutture destinate al trattamento in post acuzie”. Ha altresì chiarito che l’accorpamento della chirurgia di Larino con quella di Termoli potrebbe essere una sperimentazione da proseguire. Stranamente il consigliere regionale Totaro, indiscusso referente politico dell’assessore comunale alla sanità Palmieri, entrambi esponenti del PD, si è dichiarato soddisfatto della risposta del commissario Frattura. E’ proprio il caso di dire alla faccia della filiera PD! Pure l’assessore alla sanità Palmieri, nelle vesti di vicepresidente del Comitato per la difesa del Vietri, si è ben guardato dall’aprire bocca per protestare energicamente così come aveva promesso ai cittadini in campagna elettorale e così come aveva assicurato di fare il consigliere Totaro in occasione dell’ultimo consiglio comunale monotematico sulla sanità tenutosi a Larino, quando esponendo l’interrogazione avanzata, garantiva di combattere tenacemente affinché le istanze del territorio basso molisano trovassero dimora nella riorganizzazione del piano sanitario.
Ancora più originali sono state le uscite del Comitato civico frentano. La prima con Spina, che ha individuato la soluzione. Guarda caso, la stessa già attuata nel 2006, e non più riproponibile oggi per ovvi motivi, da Romano Prodi e dall’allora presidente Iorio, tanto avversato in passato. Un intervento governativo teso ad azzerare il debito pregresso. In altre parole, deve essere Roma a ripianare il debito accumulato dalla sciagurata gestione sanitaria in Molise. A questo punto alle ultime regionali, il presidente del Comitato ed il Comitato stesso avrebbero dovuto tenere riunioni carbonare con il Presidente uscente Michele Iorio (oltretutto già sostenuto da Spina con una candidatura in una delle liste per Iorio Presidente, seppur risalente a svariati anni fa) e non certo con Paolo Di Laura Frattura il quale invece, forte di un accordo di ferro con un noto europarlamentare di Forza Italia (del quale gli effetti saranno ancora una volta ben evidenti il prossimo 13 ottobre, con l’avvicendamento alla presidenza del consiglio regionale), ha letteralmente preso per i fondelli gli esponenti del Comitato civico frentano che non hanno avuto altra scelta se non quella di rivolgersi alla magistratura amministrativa. Non si è fatta attendere, infatti, una seconda e diversa uscita sempre a firma dell’associazione a difesa del Vietri che, neanche ventiquattro ora dopo il primo intervento, abbandonando i toni moderati e pacati, ha criticato oltremodo l’operato del Presidente della Regione Frattura chiedendo, ovviamente, un nuovo intervento della magistratura, stavolta la Procura della Repubblica, alla quale quelli del Comitato sarebbero pronti ad offrire addirittura un dossier specifico teso a supportare le accuse lanciate riguardo i “torbidi interessi” che ruotano attorno al settore più rilevante del bilancio regionale.
Siamo certi del valore e della rilevanza del dossier e nel contempo speriamo che non faccia la stessa fine dell’organizzazione della fiaccolata di protesta per la difesa del Vietri, annunciata ormai da svariati mesi e mai svolta per non pestare i piedi ai piani alti del PD molisano e per preservare la poltrona in giunta dell’assessore alla sanità e vicepresidente del comitato Palmieri.
Nel mentre a Palazzo Ducale, Notarangelo e la sua giunta, si cullano nella certezza che fino a quando a tenere le redini della difesa della servizio sanitario larinese saranno le iniziative del Comitato, possono tranquillamente nascondersi dietro di esso con semplici gesti di facciata che non bastano e non servono come quei documenti nei quali racchiudere tutto e il contrario di tutto, con richieste fantasiose e a tratti ridicole, visti i tempi, di istituire nuovi reparti presso il Vietri. D’altra parte la tematica è delicata, complicata, perciò meglio lasciarla a chi ne capisce e limitarsi al ruolo di comparsa. Verrebbe da chiedere, infatti, se oltre a ripetere pedissequamente le linee tracciate dal Comitato di Palmieri, la posizione della maggioranza, della Fabbrica delle Idee quale sia, anche rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. L’ospedale di Larino dall’elezione di maggio 2013 ha perso reparti e posti letto, non offre più alcuni importanti servizi ed è quotidianamente a rischio almeno riguardo l’offerta di assistenza e cure sanitarie. L’amministrazione cosa sta facendo, quali attività sta portando avanti sui tavoli istituzionali utili alla conservazione del servizio sanitario sul territorio? Il Sindaco e l’assessore alla sanità, che intendevano dialogare con le istituzioni sovraordinate, sono riusciti a trovare qualcuno che ascolti le loro istanze a Campobasso o, dopo circa due anni e mezzo, stanno facendo ancora anticamera? L’impressione che si ha è quella di uno smarrimento, dell’assenza di una posizione autonoma da affermare sui tavoli delle istituzioni e unito a ciò l’ulteriore svilimento di quel poco peso politico che Larino ancora conservava. Che i risultati sarebbero stati esigui nel campo della difesa dei servizi e che il cambiamento di Larino sarebbe stato legato solo alla pulizia del ciglio delle strade e al rifacimento di qualche tombino o marciapiede, s’era intuito da tempo, ma che una delle città più rilevanti del Molise si potesse amministrare tirando a campare per un intero mandato, evitando tutte le tematiche di rilievo e nascondendosi passivamente dietro le iniziative degli altri, senza fare nulla, salvo che tentare di soddisfare l’interesse personalistico, di parenti e amici, è davvero sbalorditivo oltre che imbarazzante.
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