Il film della settimana/ “End of summer” di Johann Johansson (Dan)

Pietro Colagiovanni *

Si tratta dell’esordio alla macchina da presa (2014) del compositore e musicista islandese Johann Johansson, prematuramente scomparso nel 2018. Johansson è stato un nome di rilievo nella costruzione di colonne sonore cinematografiche.

Nel 2015 ha vinto il Golden Globe per il supporto sonoro a “La teoria del tutto”, il film sulla vita di Stephen Hawking diretto da James Marsh, e vincitore del premio Oscar cdi miglior attore per l’interpretazione di Eddie Redmayne. In questo documentario Johansson ci porta nell’Antartide ed accompagna le immagini girate in super 8 in bianco e nero con le sue musiche.

La musica e i suoni della natura sono l’unico commento sonoro del film. Il cortometraggio (dura 29 minuti) è organizzato come una serie di quadri naturali statici, con l’eccezione di riprese in mare che inquadrano la costa e gli iceberg dell’Antartide. Protagonista è la natura, in particolare i pinguini e le loro affollatissime colonie. Ma la presenza dell’uomo alla fine, nonostante la mancanza di vocalità, è prevalente.

La musica inquietante e possente, le immagini prive di colore e con un effetto retrò, finto amatoriale, del super 8 sono più eloquenti di un copione ricco di ore di dialoghi. C’è inquietudine nelle immagini, si avverte un inespresso che, se non sfocia nell’angoscia vera e propria trasforma i pinguini e i loro suoni, le banchise, il verde e gli alberi scossi dal vento come in qualcosa che potrebbe non esserci mai più. Il film sembra quasi un reperto di qualcosa di strano trovato per caso nel cassetto di qualche avo. O le riprese di un mondo marziano, un mondo estraneo che potrebbe neanche esistere più.

L’inquietudine di Johansson, al stessa che probabilmente lo ha portato ad una fine prematura, viene chiaramente trasmessa dalle sue musiche e dalle sue riprese. “End of summer” non è certo un documentario alla David Attenborough ma un’opera drammatica, quasi tragica, in cui la natura fa da sfondo alle profonde lacerazioni dell’anima. Un’esperienza visivamente a volte faticosa ma, alla fine, davvero interessante ed espressiva.

Voto 3,5/5

*imprenditore, comunicatore, fondatore del gruppo Terminus

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