Elezioni/ Il silenzio che inquieta i politici

Quella che è appena passata è stata sicuramente una campagna elettorale anomala, non tanto per i canoni della comunicazione, che sono stati quelli tradizioni (trasmissioni con interviste ai candidati, tavole rotonde, spazi autogestiti ecc…), quanto piuttosto per il distacco evidente tra parte politica e popolazione. In Molise il clima elettorale non si è vissuto affatto; assenti completamente le discussioni animate tra amici in strada, inesistente il contenzioso politico nei bar, i forum di discussione sono stati come mosche bianche. In sostanza il vuoto assoluto. A ciò va aggiunta l’indecisione generata dai sondaggi, dove proprio la casella ‘non voto-indeciso’ è stata quella prevalente nei numeri. I segnali già c’erano, al punto che la tanto auspicata campagna ‘porta a porta’ di fatto non c’è stata, perché non si è mosso il sottobosco partitico che ne è sempre stata l’ossatura, cioè i segretari, consulenti, riferimenti locali di politici e partiti; non se la sono sentita di rischiare l’invettiva, o addirittura la porta sbattuta in faccia. Il comizio di chiusura in piazza è stato più un tentativo di contarsi, che un momento di festa collettiva. Questo clima da film di fantascienza adesso inquieta le segreterie politiche, dove nessuno si sbilancia e non si risponde, se non in maniera vaga, anche alle telefonate dei confidenti soliti; non parliamo poi di noi giornalisti, tenuti lontani da qualunque comunicazione che non sia ufficiale, per paura che si possa intuire questo stato di indecisione che sta minando più o meno tutte le sigle politiche. Lunedì il risveglio per molti candidati potrà essere di giubilo o da scena di ‘The day after’; ma questo nessuno è in grado al momento di prevederlo.

Sefano Manocchio

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