Considerazioni sulla Proposta di Legge a salvaguardia dei Piccoli Borghi ” Tutela non vuol dire cancellazione “

Perdonateci se saremo una voce fuori dal coro ma, è doveroso, al di la delle buone intenzioni, fare chiarezza su di una legge che , si cerca di approvare sin dai tempi della proposta Francescato e che , dovrebbe mirare a tutelare i piccoli comuni. Molti hanno gridato alla vittoria.
Dall’onorevole Borghi ai presidenti locali dell’Anci, quell’Anci che dovrebbe tutelare i Comuni e  che si è fatto paladino e scudiero della legge stessa , ma forse non ha considerato adeguatamente quanto di campagna elettorale in essa ci sia.
Dai tempi di Grazia Francescato che unitamente al Realacci buono ,e non il politico attuale, al Realacci delle battaglie in favore dell’Ambiente e non all’attuale che favorisce leggi lobbystiche e non accettabili quali la proliferazione dell’eolico mascherato da energia pulita,si parla della Legge a tutela dei piccoli comuni e, dopo decenni e la rivisitazione in negativo delle allora proposte, dopo un iter ulteriore di circa 3 anni, la camera approva un disegno di legge, che deve ancora avere il successivo passaggio in Senato, che qualcuno vorrebbe cancellare e sostituire con un senato di servitori e non di attento baluardo di democrazia, che salvaguarda i piccoli comuni,  stanziando una somma, non ancora in cassa e quindi del tutto virtuale, di circa 10.000.000 di euro per il 2017 e di circa 15.000.000 di euro per il 2018 e sino al 2023. Una cifra enorme che suddivisa, se in parti uguali ma, non sarà così, porterebbe nelle casse dei piccoli comuni una considerevole cifra da spendere “ investire “ pari…udite udite…. a circa 2.000 euro a comune.
Forse un gelatino d’estate per tutti gli abitanti neanche si riuscirebbe ad offrire con tale cifra.
Ma vi è di più !
Le somme da stanziare, dopo formale richiesta progettuale, verranno ripartite, così pare, dopo la redazione di un Piano Nazionale integrato che sarà a cura dell’Ente Superiore.
Tombola !!
Grazie alla struttura governativa tutti correranno a ringraziare il politico di turno per quella briciola di elemosina che consentirà ai piccoli comuni di avere la Banda Larga, Strade nuove, piscine, campi da calcio, campi da golf, mega alberghi, piazze, scuole, industrie, artigianato, agroalimentare….. Insomma, da qui al 2023 i borghi rinasceranno come i cervi a primavera e nessuno più sentirà la smania ardente di una valigia per andare a trovar lavoro al di la delle Alpi.
Considerando che per le auto blu si spende la stessa cifra che andrebbe a coprire il fondo per salvaguardare i piccoli comuni , sarebbe stato meglio, credo, invitare gli abitanti dei piccoli borghi ed i loro amministratori a farne da autisti così da colmare quel divario di considerazione che la politica ha dei cittadini e delle difficoltà che nei piccoli comuni al di sotto dei  5.000 abitanti, per non parlare di quelli di qualche centinaio di pazzi innamorati della propria terra, vivono giornalmente senza condivisione di sorta e senza partecipazione attiva dei problemi che, secondo la burocrazia e i tecnicismi si risolvono con una legge che di legge ha solo titolo e firma.
Pensate per esempio  ad un  Provvidenti , paesino bellissimo e con 100 anime a carico, che per avere la banda larga dovrebbe accedere ad un finanziamento di qualche milione di euro per poter soddisfare l’esigenza di 3 o 4 cittadini quando a breve sarà difficile anche raggiungerlo a piedi. Pensate, per esempio, all’interazione tra comuni di 200 abitanti con comuni di 5000 abitanti ,alla considerazione paritaria che dette micro realtà avranno nei confronti di realtà molto più grandi e che considerazione un super sindaco, a causa dei bilanci e delle problematiche di spesa, vista l’abolizione assurda di un ente come la Provincia, unico collante tra la lobby politica ed il popolo, potrà avere in termini di attenzione economica e sociale verso realtà che per la politica è meglio aggregare per cancellarle….
Una legge che contrasta con altre proposte di legge quali l’abolizione dei piccoli comuni…..
Il solito palleggio, come è successo per le Provincie, affinché ci si capisca tanto ma che si faccia niente o meglio, che ci si capisca poco e che si faccia ancor di meno di poco !!
E’ chiaro che il disegno di legge, è un primo passo, che da decenni è sempre rimasto il primo, sic !! verso una considerazione della problematica ma, è chiaro che Il disegno di legge sui piccoli comuni divide e non può che dividere.
L’esame della cosiddetta proposta di legge Realacci sul sostegno e sulla valorizzazione dei piccoli comuni  riguarda circa 5.700 comuni italiani con popolazione fino a 5 mila abitanti e quindi la maggior parte del territorio Italiano, non può accomunare, vista la problematica e la poca conoscenza dei territori da parte della politica e la poca considerazione progettuale che ha escluso associazioni, sindaci, proloco, operatori economici, tranne alcune considerazioni di attivisti vicini al governo e quindi voci non fuori dal coro.
“Questa non è una proposta di legge a difesa dei piccoli Comuni ma una proposta che, dopo la legge Delrio, mette sotto tutela gli unici enti eletti direttamente dal popolo”.  L’art.17 , per esempio, andrebbe eliminato in quanto  “delega al Governo in materia di armonizzazione normativa”.
In particolare l’articolo delega il governo ad adottare una serie di decreti per riordinare la disciplina normativa del governo delle aree montane e rurali mantenendo l’obbligo della gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni, escludendo la possibilità di ricorrere allo strumento delle convenzioni. Con esautorazione    pratica  de i singoli Comuni di e da ogni funzione” e la delega impone “autoritariamente le Unioni”.
Invece di riscrivere la Costituzione a questo punto sarebbe meglio abolirla completamente e tornare a “ Zittirci “ al fine favorire uno sviluppo de “ Se ti sta bene , è bene, altrimenti, vai in Germania, tanto li troverai la Merkel “.
Borghi d’Eccellenza

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