Boccardo: “Il Governo riesce a prorogare il contratto a migliaia di precari, in Molise gli amministratori li mandano a casa”

Nel pomeriggio del 29 dicembre abbiamo avuto notizia della proroga ai contratti dei precari nella PA, inserita nel Milleproroghe. Un segnale, questo, con il quale il Governo dimostra chiaramente di voler rispettare i contenuti dell’accordo firmato con Uil, Cgil, Cisl il 30 novembre scorso. Così la Segretaria generale della Uil Molise, Tecla Boccardo.
Dopo anni di confronto e grazie al Sindacato confederale che l’ha voluto fortemente, si può chiudere una stagione di precariato e incertezza dei lavoratori che attendevano questa importante notizia.
È un risultato estremamente positivo, a cui si aggiunge quello raggiunto oggi con l’accordo sulla mobilità del comparto scuola.
Il Governo, con questi primi atti, dimostra e mette in pratica quanto il Sindacato propose con lungimiranza e che ha fortemente rivendicato per giungere a queste iniziative che, se perseguite fino in fondo, avvieranno una nuova stagione di relazioni volte al miglioramento della P.A. e alla valorizzazione di chi ci lavora.
Adesso bisognerà proseguire su questa linea con la direttiva all’Aran per rinnovare finalmente i contratti pubblici.
Ma se dal livello nazionale giungono notizie confortanti per migliaia di lavoratori, in Molise si continua a fare l’esatto opposto, ha sottolineato la Segretaria della Uil molisana. E per restare in tema di rinnovo di contratti, il caso dei lavoratori dei Centri per l’Impiego rimane l’emblema della gestione molisana in materia di precari della amministrazione pubblica.
Difatti solo per i lavoratori molisani ancora non si utilizzano le opportunità e le deroghe adottate dal Governo nazionale, continuando in una direzione ostruzionistica, di chiusura e sicuramente non vicina alle legittime istanze di chi ha lavorato, anche gratuitamente, per una Pubblica Amministrazione.

L’amara conclusione, ha concluso Boccardo, è che se in Italia si lavora per non lasciare a casa i precari, in attesa di manovre di sistema che puntino a graduali stabilizzazioni, in Molise si sceglie la strada più semplice: sfruttare i precari per poi mandarli a casa.”

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