“Da sindaco di Campobasso, nel 2023, ebbi modo di incontrare personalmente il ministro Schillaci, insieme agli altri sindaci molisani. Fu in quell’occasione – ormai lontana – che si parlò dell’intenzione di superare il DM70, il cosiddetto decreto Balduzzi. A distanza di tempo, però, è chiaro che quel proposito non si è mai trasformato in un atto concreto. Anzi, oggi, con l’ennesima bocciatura da parte del tavolo tecnico romano, assistiamo al suo esatto contrario: un’accelerazione imposta dal governo verso il ridimensionamento dei servizi essenziali sul nostro territorio.”
Così il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Roberto Gravina, commenta quanto emerso dal tavolo tecnico tenutosi l’8 maggio a Roma.
“Il centrodestra – aggiunge Gravina – ha costruito campagne elettorali promettendo un ‘decreto Molise’ in grado di rispondere alla specificità della nostra regione. Oggi, invece, assistiamo a una realtà ben diversa: nessuna traccia del fantomatico decreto Molise e, al contrario, la conferma che il Molise debba chiudere reparti, tagliare presìdi, ridurre l’offerta sanitaria. Questo è il fallimento non solo di una narrazione politica, ma della responsabilità verso chi vive in questa regione. Chi ha creduto nella ‘filiera istituzionale’ oggi si ritrova davanti a una delle più evidenti bugie politiche degli ultimi anni. O si vuole far credere che i 90 milioni che il Governo ha dato alla Regione Molise e che sono legati all’adozione di una serie ben determinata di provvedimenti che l’istituzione regionale deve compiere, sono in qualche modo legati a quanto sta accadendo? In tal caso il prezzo che i molisani stanno pagando è realmente pesante.”
Gravina evidenzia come le decisioni del tavolo tecnico tocchino nodi nevralgici del sistema sanitario molisano: “I numeri dicono che delle tre emodinamiche una dovrà chiudere. Lo stesso vale per i punti nascita. La deroga concessa è solo temporanea. In pratica, ci viene concesso il tempo per scegliere cosa tagliare, non per salvare il sistema. Ma la vera domanda è: su quali basi si faranno queste scelte? Sul numero di prestazioni? Sulla distribuzione della popolazione? Sulla sicurezza delle cure? Oppure sulle convenienze politiche del momento?”
Il consigliere pentastellato solleva infine un ulteriore interrogativo: “Cosa sta facendo la Regione su altre questioni delicate, come quelle relative alle attività delle strutture sanitarie private accreditate, in particolare per quanto riguarda l’emergenza-urgenza e l’accesso alle prestazioni per i cittadini? Anche su questo presenteremo un’interrogazione per capire se la Giunta ha intenzione di intervenire o continuerà a restare in silenzio.”
“Nel frattempo – conclude Gravina – a pagare saranno i cittadini, specialmente quelli più fragili, che si vedranno negare l’accesso a servizi fondamentali. Eppure, non stiamo parlando di cifre, ma di persone, di comunità intere. La politica dovrebbe saperlo: il diritto alla salute non si misura in numeri da tavolo tecnico, ma nel bisogno quotidiano di cura che ogni molisano ha il diritto di vedere rispettato.”