In questi giorni di fine anno, mentre le luci delle feste provano a scaldare un tempo complesso, sento il dovere – come sindacalista e come cittadina – di fermarmi a fare un bilancio e di guardare con sincerità al futuro degli anziani del Molise.
Il periodo natalizio è tradizionalmente il tempo degli auguri e dei buoni propositi. Ma è anche il momento in cui le parole devono lasciare spazio alla responsabilità. Perché dietro i numeri, i report e le dichiarazioni, ci sono persone in carne e ossa che ogni giorno fanno i conti con pensioni basse, servizi insufficienti, solitudine e difficoltà di accesso alle cure.
Negli ultimi anni qualcosa si è mosso. La Regione Molise ha avviato interventi importanti sulla non autosufficienza, sull’assistenza sociosanitaria, sul telesoccorso e sul sostegno ai caregiver familiari. Sono passi nella direzione giusta e come UIL Pensionati li abbiamo sempre riconosciuti. Ma dobbiamo dirlo con chiarezza: non sono ancora sufficienti rispetto ai bisogni reali di una popolazione che invecchia e vive in un territorio segnato da spopolamento e disuguaglianze.
Il Molise è una regione anziana. Oltre un quarto della popolazione ha più di 65 anni e molti pensionati vivono con redditi che non garantiscono una vita dignitosa. Eppure, gli anziani continuano a essere una colonna portante delle famiglie e delle comunità. Con le loro pensioni aiutano figli e nipoti a pagarsi gli studi, sostengono chi è in difficoltà, presidiano i piccoli comuni, tengono aperte le case e le relazioni nei paesi dell’entroterra, contrastando ogni giorno lo spopolamento.
Per questo mi sento di dire, con forza, che gli anziani non sono un costo né un peso. Sono una risorsa sociale ed economica. Senza di loro il Molise sarebbe più fragile, più solo, più povero. È un dato di realtà che la politica non può più permettersi di ignorare.
Il 2026 deve essere l’anno di un cambio di paradigma. Servono servizi domiciliari strutturali e non episodici, una sanità territoriale più vicina alle persone, liste d’attesa compatibili con l’età e le condizioni di salute, politiche sociali capaci di contrastare la solitudine e la povertà. Serve un trasporto pubblico che consenta agli anziani di muoversi, curarsi, partecipare alla vita sociale. Serve valorizzare il lavoro dei caregiver e del terzo settore, investendo in formazione e qualità.
Come UIL Pensionati Molise continueremo a fare la nostra parte: dare voce agli anziani, vigilare sulle scelte delle istituzioni, avanzare proposte concrete e collaborare solo se ci saranno impegni chiari e verificabili. La cura dell’anziano non è una spesa da comprimere, ma una scelta di civiltà.
Permettetemi, infine, un ringraziamento sincero al sistema dell’informazione locale – giornali, televisioni e testate online – che ogni giorno racconta i problemi reali delle persone e sollecita una politica troppo spesso distratta. Senza questo lavoro, molte fragilità resterebbero invisibili.
A tutte le pensionate e a tutti i pensionati molisani rivolgo un augurio di buone feste. L’auspicio è che il nuovo anno non sia solo tempo di promesse, ma di scelte coerenti, capaci di restituire dignità, diritti e futuro a chi ha costruito questa terra e continua, ogni giorno, a tenerla in piedi.
Tecla Boccardo Segretaria generale UIL Pensionati Molise







