martedì, Luglio 1, 2025
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Carrese di San Martino in Pensilis 2025: la Polizia di Stato denuncia 15 persone all’Autorità Giudiziaria

Nell’ambito delle attività di verifica e controllo condotte in occasione delle manifestazioni pubbliche in ambito provinciale, la Polizia di Stato della Questura di Campobasso ha deferito 15 persone alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino per le condotte illecite tenute in occasione della Carrese di San Martino in Pensilis dello scorso 30 aprile.

L’attività di accertamento dalla DIGOS, in stretta collaborazione con l’Arma dei Carabinieri competente per territorio, grazie anche all’attenta visione delle immagini realizzate dal personale della Polizia Scientifica della Questura durante il servizio di ordine pubblico predisposto per l’evento, ha consentito di giungere all’identificazione dei soggetti che, in vario modo, si sono resi inottemperanti alle ordinanze sindacali adottate per la circostanza a tutela della sicurezza pubblica, ponendo a rischio con il proprio comportamento il regolare svolgimento della manifestazione.

Una persona è stata, inoltre, denunciata anche per resistenza a pubblico ufficiale, non avendo adempiuto spontaneamente all’intimazione del personale di polizia ad abbandonare un’area vietata al pubblico per motivi di sicurezza. Un altro soggetto, invece, è stato denunciato perché, con il volto travisato per non essere identificato, si è introdotto con un motorino nel percorso di gara, nonostante del divieto di circolazione.

Sono state, inoltre, elevate numerose contestazioni amministrative in relazione alle infrazioni al Codice della Strada per l’inosservanza delle ordinanze di viabilità.

La spirito di collaborazione e la sintonia con le Amministrazioni comunali interessate, hanno dunque permesso di garantire un’elevazione degli standard di sicurezza per il pubblico che ha assistito alle Carresi che di recente si sono svolte in provincia, favorendo una crescente attrattività di pubblico anche da fuori regione.

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Farmaci, semaglutide e tirzepatide: dopo il diabete e l’obesità nuova sfida è l’inflammaging

(Adnkronos) – L’approccio farmacologico al sovrappeso e all’obesità in questi ultimi anni ha subito un’evoluzione significativa grazie all’introduzione di terapie talmente innovative da essere considerate, nell’Endocrinologia, la rivoluzione attesa dell’ultimo trentennio: semaglutide, agonista recettoriale di Glp-1 e tirzepatide, agonista duale dei recettori Glp-1 e Gip, analoghi delle incretine, rappresentano la più avanzata frontiera per l’ampiezza dei loro effetti benefici sulla salute metabolica globale e si confermano, con potenzialità di prevenzione e trattamento di numerose patologie croniche attraverso l’azione antinfiammatoria, leader di una longevità sana. Oltre al riequilibrio della cellula adiposa ‘disfunzionale’, al calo ponderale e al miglioramento della risposta insulinica nei pazienti con obesità, questi farmaci aggiungono salute globale endocrino-metabolica e cardiovascolare, riducono lo stress ossidativo e l’infiammazione sistemica cronica silente di basso grado, fattori determinanti nello sviluppo e nella progressione delle malattie cronico-degenerative sostenute dall’inflammaging, processo correlato all’invecchiamento e alla senescenza cellulare. Sono i temi affrontati dai maggiori esperti nazionali riconosciuti dell’area endocrino-cardio-metabolica riuniti a Roma in occasione del Workshop ‘Semaglutide e tirzepatide: nuova frontiera terapeutica per sovrappeso e obesità, salute metabolica e antinfiammazione’ organizzato con il contributo non condizionato di Eli Lilly e Novo Nordisk. Proprio a partire dal contrasto all’infiammazione età-correlata si apre la strada all’arrivo di molecole sempre più innovative che potrebbero ampliare le possibilità di cura anche per malattie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer, e della sfera riproduttiva, non ultimi infertilità e ovaio policistico. Il concetto per cui l’obesità è conseguenza del mangiare tanto e consumare poco, e che basti mangiare meno per dimagrire – informa una nota – si sta ridirezionando verso un approccio radicalmente nuovo, che considera l’eccesso ponderale come una condizione dismetabolica fondata sull’evidenza che si accumula grasso nonostante il paziente non mangi molto. Il tessuto adiposo espanso, malato e ‘disfunzionale’, innesca la produzione di sostanze pro-infiammatorie, processo che si diffonde ad altre cellule e innesca ‘a cascata’ una serie di alterazioni e danni metabolici e sistemici che coinvolgono il cuore, i vasi sanguigni, i polmoni, il fegato, i reni, il cervello. “Il principale responsabile ormonale dell’accumulo di grasso dismetabolico (grasso non sano) all’interno delle cellule adipose è l’insulina, che non funziona come dovrebbe, e viene prodotta in eccesso, venendosi a determinare il fenomeno noto come insulino-resistenza – spiega Andrea Fabbri, professore di Endocrinologia, Università di Roma Tor Vergata – Altro elemento che favorisce questo accumulo di grasso è il cortisolo, un mix pericoloso che potenzia i rischi correlati all’obesità: aumento di grasso addominale viscerale, fegato grasso e infiammato (malattia steatosica dismetabolica), tessuto epicardico in cui si deposita grasso che infiamma il cuore, tessuto muscolare in cui il grasso agisce riducendone l’efficienza. Il grasso infiammato a sua volta peggiora l’insulino-resistenza e instaura un circolo vizioso che favorisce l’ulteriore deposito di grasso. Semaglutide e tirzepatide mimano le azioni delle incretine, enterormoni secreti dalle cellule intestinali in risposta al pasto, riducono il senso di fame, con azioni metaboliche positive: migliorano la sensibilità insulinica, riducono la resistenza insulinica, hanno azioni antinfiammatorie metaboliche specifiche che mitigano l’attività negativa del grasso disfunzionale al di là del calo ponderale. Inoltre, rallentano lo svuotamento gastrico con un conseguente abbassamento del picco di insulina post prandiale”. Semaglutide e tirzepatide svolgono un’azione antinfiammatoria indiretta attraverso la perdita di massa grassa e il miglioramento della sensibilità insulinica, ma anche diretta con una duplice azione centrale neuronale e periferica sui meccanismi infiammatori. La ricerca preclinica e studi clinici, come Select, dimostrano che si riduzione l’infiammazione cardiovascolare con un’efficace protezione vascolare che addirittura precede il calo del peso e si traduce in una riduzione del 20% degli eventi avversi cardiaci maggiori (Mace). I due farmaci hanno effetti antinfiammatori anche sul microbioma intestinale, attraverso un’azione indiretta sui linfociti intestinali ricchi di recettore Glp-1. Significative evidenze scientifiche dimostrano gli effetti positivi delle due molecole sulla neuroinfiammazione. “L’azione di semaglutide e tirzepatide non si limita a ridurre la massa grassa, ma previene anche le complicanze – afferma Costanzo Moretti, professore di Endocrinologia, Università di Roma Tor Vergata – riducendo a livello muscoloscheletrico l’osteoartrite, agendo sulle vie respiratorie superiori, a contrasto delle apnee notturne, assai pericolose, correggendo gli effetti cardiovascolari aterosclerotici, di frequente associati a diabete, ipertensione ed elevati livelli di grassi circolanti. Gli effetti metabolici vanno dalla riduzione dei livelli glicemici a digiuno, al controllo dell’ipercolesterolemia. Senza contare i benefici sul fegato, sul rene e sul sistema nervoso centrale. Tutto questo ci consente di affermare che” questi farmaci “si comportano come sostanze ‘anti-inflammaging’, interferendo su fattori stressor che modificano, durante il progressivo invecchiamento degli organi, la soglia di adattamento alla longevità”. Inflammaging e invecchiamento – ricordano gli esperti – si propagano da cellula a cellula, da tessuto a tessuto come una malattia infettiva. L’ipotesi è: se le patologie età-correlate condividono una medesima origine, diventa possibile curarle tutte insieme, addirittura prevenirle o rallentarle. L’inflammaging, neologismo derivato da inflammation (infiammazione) e aging (invecchiamento) è considerata ad oggi un potente fattore di rischio dovuto al processo autoinfiammatorio in atto nell’organismo dopo una certa età, che sostiene e peggiora la senescenza, e viceversa. “Uno stato infiammatorio persistente può contribuire allo sviluppo di diverse malattie età-correlate – evidenzia Claudio Franceschi, professore emerito di Immunologia, Università degli Studi Alma Mater di Bologna – All’origine del processo ci sono stimoli infiammatori costituiti dalla fisiologica produzione di molecola spazzatura che i sistemi dedicati a smaltire non riescono più a eliminare, provocando l’attivazione di alcune cellule del sistema immunitario innato che attivano la reazione infiammatoria per difendere l’organismo ed eliminare la spazzatura. Semaglutide e tirzepatide stanno dimostrando di avere un’azione antinfiammatoria importante. Potrebbero essere in grado di agire sull’inflammaging, con tutte le possibili conseguenze”. Uno dei temi più attuali su cui si sono concentrati gli esperti riguarda il percorso da seguire per costruire e mantenere una longevità sana (Healthspan) e perché e come i 2 farmaci rappresentino una vera e propria rivoluzione terapeutica.  “Non esiste un singolo rimedio terapeutico o proiettile magico, ma si tratta di un ecosistema a cui dobbiamo cercare di aderire con serenità, senza esasperazioni – osserva Camillo Ricordi, professore di Chirurgia, Direttore Cell Transplant Center e Direttore Emerito Diabetes Research Institute, Università di Miami – Non è mai troppo tardi per intervenire. Abbiamo già utilizzato da un decennio questi farmaci come terapia complementare nei trapianti di isole per trattare i casi più gravi di diabete. È stato dimostrato che i Glp-1 Ra (receptor agonist) non solo riducono l’infiammazione e migliorano la salute delle cellule beta del pancreas che secernono insulina, ma hanno anche un ruolo immunomodulante che può aiutare a prevenire episodi di rigetto delle cellule trapiantate. Ora si stanno affacciando molecole ancora più potenti e promettenti, fra queste: retatrutide, triplo agonista simultaneo dei recettori di Glp-1, Gip e glucagone, che in studi clinici iniziali ha mostrato riduzione del peso fino al 24% in soggetti con obesità non diabetica; gli analoghi dell’amilina a lunga durata d’azione, come cagrilintide da sola o in associazione a semaglutide e tirzepatide. Sono anche in studio formulazioni orali e nuove vie di somministrazione per accrescere l’aderenza e l’accessibilità a questi e a molti altri farmaci in arrivo”. Oltre 2,2 milioni di giovani in Italia presentano problemi di sovrappeso o sono francamente obesi. Mentre il sovrappeso va trattato con la dieta alimentare, sana e adeguata alle necessità caloriche dell’individuo, e associata al movimento, l’obesità grave merita un’attenzione speciale. “Alle prime 2 strategie va associata obbligatoriamente la terapia farmacologica, infatti un bambino/adolescente gravemente obeso ha il 90% di rischio di sviluppare attorno ai 20-30 anni le complicanze più serie che l’obesità porta con sé – sottolinea Marco Cappa, professore di Pediatria, responsabile Unità di Ricerca Terapie innovative in Endocrinologia Ospedale Bambino Gesù, Irccs di Roma – Ben vengano quindi i nuovi farmaci come le incretine per poter prevenire le pericolose comorbidità obesità correlate. È necessario identificare le categorie più a rischio e intervenire precocemente con questi farmaci per contrastare l’evoluzione della malattia. Le evidenze dimostrano che queste incretine possono avere un ruolo importante all’interno del nucleo famigliare disfunzionale sotto il profilo alimentare, inducendo, se correttamente utilizzate e sotto stretto controllo dello specialista, una sorta di ‘rieducazione’ alla sana alimentazione e all’attività fisica”. Il dibattito attorno a semaglutide e tirzepatide continua, a volte con toni accesi, all’interno della comunità scientifica. Quello che preoccupa i medici è la richiesta pressante di utilizzo scorretto di questi farmaci da parte di persone che non rientrano nel target specifico di trattamento, ben definito dalle indicazioni approvate dall’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa). Un altro problema da risolvere è la democratizzazione dell’accesso e la sostenibilità economica di queste strategie farmacologiche per la popolazione e per i sistemi sanitari.  “L’obesità è una malattia – rimarca Paolo Sbraccia, direttore Centro Obesità Policlinico di Roma Tor Vergata – L’utilizzo di semaglutide e tirzepatide, dotati di una buona/ottima efficacia a seconda della risposta individuale, buone tollerabilità e sicurezza, che influenzano positivamente la salute del cuore, delle arterie, del fegato e dei reni, potrebbe forse produrre un certo cambiamento culturale, inteso come educazione e spinta a un più sano stile di vita e alimentazione corretta. Resta da superare l’ostacolo all’accesso a queste terapie. Questo è uno di quei casi in cui l’innovazione non riesce a coniugarsi con la sostenibilità del Ssn, ma qualcosa cambierà: a livello politico e regolatorio si stanno facendo numerosi passi necessari volti a individuare le priorità per questa importante patologia. Tuttavia, è bene ricordare che questi farmaci, proprio per la loro potente e ampia efficacia – conclude – vanno assunti solo dopo una attenta valutazione clinica dell’obesità da parte dello specialista e sotto un rigoroso e continuo controllo prolungato nel tempo”.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Caso Paciolla, gip di Roma archivia inchiesta su morte cooperante

(Adnkronos) – Il gip di Roma ha archiviato l’inchiesta sulla morte di Mario Paciolla, il trentatreenne cooperante napoletano trovato senza vita nella sua abitazione a San Vicente del Caguàn, in Colombia, nel luglio del 2020, dove operava per le Nazioni Unite. Il giudice ha accolto la richiesta sollecitata dalla procura a cui si era opposta la famiglia. I pm avevano chiesto due volte l’archiviazione: nel primo caso il gip aveva disposto ulteriori indagini, ora invece il giudice ha accolto la richiesta della procura di Roma.  “Prendiamo atto con dolore e amarezza della decisione del tribunale di Roma di archiviare l’omicidio di nostro figlio Mario. Noi sappiamo non solo con le certezze del nostro cuore, ma con le evidenze della ragione frutto di anni di investigazioni e perizie, che Mario non si è tolto la vita ma è stato ucciso perché aveva fatto troppo bene il suo lavoro umanitario in un contesto difficilissimo e pericoloso in cui evidentemente non bisognava fidarsi di nessuno”, dicono i genitori di Mario Paciolla, Anna e Giuseppe Paciolla con le loro figlie Raffaella e Paola e con le avvocate Emanuela Motta e Alessandra Ballerini. “Sappiamo che questa è solo una tappa, per quanto ardua e oltraggiosa, del nostro percorso di verità e giustizia. Continueremo a lottare finché non otterremo una verità processuale e non sarà restituita dignità a nostro figlio. Utilizziamo con rammarico e sofferenza il verbo ‘lottare’, mai avremmo pensato di dover portare avanti una battaglia per avere una giustizia che dovrebbe spettarci di diritto. Sappiamo però che non siamo e non resteremo mai soli – concludono – Grazie a tutte le persone che staranno al nostro fianco fino a quando la battaglia non sarà vinta”.  In un post su Fb Vittorio di Trapani, presidente Fnsi, scrive: "La decisione del Gip di Roma di archiviare le indagini sull'uccisione di Mario Paciolla fa molto male. È dolorosa. Pur nel doveroso rispetto delle decisioni del tribunale, nulla cambierà rispetto al nostro impegno: noi non archivieremo la nostra lotta per arrivare alla verità e alla giustizia. Il giornalismo ha già dimostrato in passato di aver saputo tenere viva la ricerca di verità. E sono certo che saprà farlo anche in questa occasione. Un abbraccio forte va ad Anna Motta e Giuseppe Paciolla, esempio di tenacia, dignità e generosità".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Campobasso F.C./ Presentati il nuovo mister Zauri e il nuovo DS Figliomeni

Stamattina, alle 10,30 si e’ svolta la presentazione del nuovo mister e D.S. del Campobasso , Luciano Zauri, e Giuseppe Figliomeni. A presentarli, il Presidente Matt Rizzetta,  insieme con il vice Nicola Cirrincione. Ha preso la parola, Rizzetta, che  ha presentato Figliomeni conosciuto tramite amici in comune e Zauri, ex tecnico di Pescara e Foggia che ha un grande passato come giocatore ha concluso Rizzetta, dando la parola ad entrambi. Ha parlato prima Zauri  che ha ringraziato per essere stato scelto promettendo il massimo impegno.

Infine Figliomeni, ha detto di essere felice di essere a Campobasso, una piazza difficile ma prestigiosa faro’ tutto il possibile ha concluso per fare meglio dello scorso torneo.

Arnaldo  Angiolillo

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Ravenna, schianto tra auto e camion: due morti e diversi feriti a Casalborsetti

(Adnkronos) – Nella prima mattinata di oggi, all’altezza del chilometro 16 della strada statale 309 Romea che attraversa il ravennate, l’autista di un camion avrebbe perso il controllo del mezzo, invadendo la corsia opposta di marcia e schiantandosi contro un’automobile. L’impatto è avvenuto tra Casalborsetti e Ponte Bellocchio, coinvolgendo altre quattro vetture oltre ai due mezzi incidentati. Ancora da capire i motivi che hanno causato lo sbandamento del mezzo pesante, mentre i due passeggeri a bordo dell’auto travolta sono morti sul colpo. Inutili i tentativi di salvataggio da parte dei soccorritori del 118 e dell’elisoccorso, giunti tempestivamente sul luogo dello schianto. Negli stessi attimi sono intervenuti sul posto anche i vigili del fuoco e un’automedica, che hanno prestato soccorso alle diverse persone rimaste ferite. Nel frattempo la statale Romea è stata chiusa al traffico, con gravi disagi alla circolazione. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Fecondazione, l’età del padre conta: se è over 45 più rischi di aborto e insuccesso

(Adnkronos) –
Uomini mai troppo vecchi per avere un figlio? Non esattamente, secondo la scienza. Uno studio internazionale presentato al 41esimo Congresso annuale della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre 2025 – Parigi, 29 giugno-2 luglio), con abstract pubblicato su 'Human Reproduction', "sfida la convinzione comune che l'età degli spermatozoi abbia poco peso una volta avvenuta la fecondazione". Gli anni del padre contano eccome, assicurano gli autori: "I cicli di fecondazione in vitro che coinvolgono partner maschi di età superiore ai 45 anni – emerge dal lavoro – comportano un rischio significativamente maggiore di aborto spontaneo e tassi inferiori di nati vivi, anche quando vengono utilizzati ovuli di giovani donatrici". In altre parole, "l'età maschile gioca un ruolo fondamentale nel successo riproduttivo".  Lo studio retrospettivo ha analizzato 1.712 primi cicli di donazione di ovociti effettuati tra il 2019 e il 2023 in 6 centri fra Italia e Spagna. Per comprendere l'effettivo impatto dell'età paterna, 'isolandolo' da fattori collegati alla madre, in tutti i cicli considerati sono stati usati esclusivamente ovociti freschi di donatrici giovani (età media 26,1 anni) e sperma congelato di partner maschili, includendo solo il primo singolo trasferimento di blastocisti in donne riceventi di età media 43,3 anni. I papà sono stati suddivisi in due gruppi: uomini di età pari o inferiore a 45 anni (1.066) e over 45 (646). "Sebbene i tassi di fecondazione e lo sviluppo embrionale fossero comparabili, sono emerse differenze significative negli esiti clinici", riferiscono i ricercatori. 
"I tassi di aborto spontaneo – riportano – sono stati notevolmente più alti tra le coppie in cui il partner maschile aveva più di 45 anni, raggiungendo il 23,8% rispetto al 16,3% nella fascia d'età paterna più giovane. Allo stesso modo, i tassi di natalità sono risultati significativamente inferiori nella fascia d'età paterna più avanzata, attestandosi al 35,1% contro il 41% registrato tra gli uomini under 45". Afferma l'embriologa Maria Cristina Guglielmo, direttrice di laboratorio alla clinica Eugin di Taranto: "Tradizionalmente l'età materna è stata al centro dell'attenzione in medicina riproduttiva, ma i nostri risultati dimostrano che anche l'età del partner maschile gioca un ruolo cruciale e indipendente" da quella della madre biologica. "Anche utilizzando ovociti di donatrici giovani e sane e trasferendo un solo embrione di alta qualità, abbiamo osservato risultati peggiori negli uomini di età superiore ai 45 anni". Perché? "Con l'invecchiamento – spiega la specialista – la continua divisione delle cellule staminali spermatogoniali" che sono i precursori degli spermatozoi "aumenta il rischio di errori di replicazione del Dna. Ciò si traduce in un maggior numero di nuove mutazioni genetiche e in un tasso più elevato di aneuploidie spermatiche", cioè casi "in cui gli spermatozoi presentano cromosomi anomali". Inoltre, "l'età paterna avanzata è anche collegata a una maggiore frammentazione del Dna spermatico e a cambiamenti nel profilo epigenetico degli spermatozoi, come la metilazione del Dna". Considerati tutti "insieme, questi fattori influenzano sia l'integrità genetica sia la qualità funzionale degli spermatozoi, il che può compromettere lo sviluppo dell'embrione e contribuire a un rischio maggiore di aborto spontaneo". Per Guglielmo i risultati della ricerca "sottolineano la necessità che le cliniche della fertilità adottino un approccio più equilibrato, che riconosca il ruolo dell'età paterna anche nei cicli di ovodonazione in cui i fattori materni sono controllati. Le cliniche – suggerisce l'esperta Eugin – dovrebbero garantire che i pazienti maschi siano pienamente informati su come l'avanzare dell'età paterna possa influire sul potenziale di fertilità, sul successo della gravidanza e sul rischio di aborto spontaneo. I nostri studi futuri – prospetta l'autrice – mireranno ad approfondire la comprensione dei meccanismi biologici alla base dell'impatto dell'età paterna, concentrandosi sul danno al Dna spermatico, sullo stress ossidativo e sui cambiamenti epigenetici". Al di là del successo 'tecnico' della procedura di procreazione medicalmente assistita, Guglielmo invita a considerare come l'età del padre possa condizionare la salute della prole. "Esistono prove crescenti che collegano l'avanzare dell'età paterna a un aumento del rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini", ricorda. Per questo "il nostro lavoro futuro studierà gli esiti a lungo termine dal punto di vista della salute e dello sviluppo dei bambini concepiti tramite cicli di ovodonazione con padri anziani, in cui i fattori materni sono ridotti al minimo per isolare più chiaramente gli effetti paterni". Carlos Calhaz-Jorge, ex presidente dell'Eshre, commenta così il lavoro: "Questo è un articolo importante che richiama l'attenzione su un fattore spesso trascurato nel campo della fecondazione in vitro. Sebbene potrebbe essere interessante suddividere ulteriormente il gruppo 'età paterna più avanzata'", per capire se "ad esempio gli uomini over 55 mostrerebbero risultati ancora peggiori, i risultati presentati dovrebbero essere seriamente considerati durante il processo di consulenza per le coppie in cui il partner maschile ha più di 45 anni". —salute/medicinawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Fair Play Menarini, Alessandro Costacurta fra i vincitori

(Adnkronos) – Sorprese mozzafiato a una manciata di ore dal Premio: il Fair Play Menarini l'ha fatto ancora, alle porte della sua 29esima edizione. Quasi per ingannare l’attesa dei prossimi 2 e 3 luglio, date ufficiali dell’evento a Firenze e Fiesole, la Fondazione Fair Play Menarini annuncia al suo pubblico un altro nome eccezionale nella rosa dei vincitori del Premio 2025. Alessandro Costacurta, icona indiscussa del calcio italiano, calcherà il palco del Teatro Romano di Fiesole insieme agli atleti straordinari già svelati nelle scorse settimane e a due big del calibro di Ian Thorpe e Giancarlo Antognoni, già iscritti nell’Albo d'Oro del Fair Play Menarini. Per vent'anni consecutivi baluardo della difesa del Milan, "Billy" Costacurta porta in dote al Premio l’esempio di un immenso campione di etica sportiva sia in maglia rossonera sia con la tenuta azzurra della Nazionale. Un bottino impressionante di vittorie composto, solo fra i successi tra le fila del "Diavolo", di 7 scudetti, 5 Champions League, 5 Supercoppe italiane e 4 Supercoppe Uefa. Sotto gli occhi del pubblico del Premio Fair Play Menarini, la sua testimonianza di fuoriclasse del pallone farà il paio con quella di altre due leggende dello sport. Giancarlo Antognoni, storico capitano e calciatore simbolo della Fiorentina, premiato nel 2015, attende nella città del Giglio l’arrivo di Ian Thorpe, signore australiano della vasca, collezionista di record indimenticabili e Ambasciatore del Fair Play Menarini dal 2022. Anche i loro volti comporranno il mosaico dello sport più bello, celebrato dal Premio. “L’ingresso di Costacurta nella rosa dei premiati rende ancora più speciale questa edizione – hanno commentato Valeria Speroni Cardi e Filippo Paganelli, membri del Board della Fondazione Fair Play Menarini – Durante la sua carriera ha incarnato i valori più autentici dello sport, proprio come Ian Thorpe e Giancarlo Antognoni, che fanno parte della nostra storia e che, con la loro presenza da Ambasciatori del Premio, continuano a trasmettere il senso più profondo di ciò che celebriamo ogni anno”. Al fianco di Alessandro Costacurta, saranno protagonisti del 29esimo Premio Internazionale Fair Play Menarini anche Gianmarco Tamberi, campione olimpico e mondiale di salto in alto, Sasha Vujacic, due volte vincitore dell’NBA con i Los Angeles Lakers, e Demetrio Albertini, simbolo del calcio italiano degli anni Novanta. A completare il parterre dei premiati: Andy Díaz, oro mondiale indoor nel salto triplo, Alice Bellandi, recente campionessa del mondo di judo, Nadia Battocletti, argento olimpico nei 10.000 metri, Rigivan Ganeshamoorthy, oro paralimpico nel lancio del disco, Blanka Vlasic, leggenda del salto in alto, Arianna Errigo, una delle fiorettiste più vincenti della storia, e Guido Meda, voce storica della MotoGP. Il 29esimo Premio Internazionale Fair Play Menarini vede la partecipazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale in qualità di partner istituzionale, e di Sustenium, Frecciarossa, Estra e Adiacent come partner dell’iniziativa. Per seguire da vicino i protagonisti, rivivere i momenti più emozionanti e restare aggiornati su tutte le novità, visitare il sito ufficiale www.fairplaymenarini.com e i canali social del Premio su Instagram, Facebook e YouTube. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Negrita, parte da Isernia il nuovo tour, data zero il 7 novembre all’Auditorium

Il prossimo 7 novembre i NEGRITA torneranno in formazione
completa in elettrico sui palchi dei principali teatri italiani con il loro “CANZONI PER ANNI
SPIETATI TOUR IN TEATRO 2025”. Una nuova occasione per ascoltare dal vivo i brani
dell’ultimo disco “CANZONI PER ANNI SPIETATI”, concept album uscito lo scorso marzo (a
sette anni di distanza dal precedente lavoro in studio) che contiene i singoli “Non Esistono
Innocenti Amico Mio”, “Noi Siamo Gli Altri” e “Nel blu (Lettera ai Padroni della Terra)”, oltre
alle canzoni che hanno segnato la storia della rock band italiana, brani che hanno superato
indenni la prova del tempo rimanendo anche dopo 30 anni sempre attuali. La band ha
scelto il Molise per il debutto: la data zero del tour si terrà all’Auditorium di Isernia il 7
novembre.
Dopo il successo delle date primaverili nei club (che hanno registrato diversi sold out
ottenendo ottime critiche che sottolineavano la potenza della band dal vivo) e la parentesi
estiva in acustico, questi nuovi appuntamenti live daranno l’occasione ai NEGRITA di
cimentarsi in un set nuovo e in una nuova scaletta.
Sul palco insieme ai NEGRITA (Paolo “Pau” Bruni, Enrico “Drigo” Salvi e Cesare “Mac”
Petricich) ci saranno Giacomo Rossetti al basso e cori, Guglielmo Ridolfo Gagliano alle
tastiere e Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria.
I biglietti da oggi disponibili in presale esclusiva su Vivaticket. La vendita generale su
Ticketone e circuiti autorizzati invece si aprirà alle ore 12 di venerdì 27 giugno.
Il percorso dei Negrita è iniziato il 10 marzo 1994 con l’uscita del loro album di debutto
“NEGRITA”. Da allora la band ha continuato a sorprendere e innovare con 9 album in
studio, 3 live album e una serie di hit diventate icone per le generazioni italiane. Brani come
“Cambio”, “Ehi Negrita”, “Mama Mae”, “Rotolando verso sud”, “Gioia Infinita”, “Ho

Imparato a Sognare”, “Magnolia”, “A modo mio” e “In Ogni Atomo” testimoniano la loro
prolifica e influente carriera.
A questi brani si aggiungono quelli contenuti nell’ultimo album tra cui il primo estratto
“Non Esistono Innocenti Amico Mio” e il successivo “Noi Siamo gli Altri”, un punto fermo
su chi sono e cosa vogliono dire i Negrita, un manifesto che rappresenta il cuore del
concept album, un’ode alla resistenza e alla ricerca dell’autenticità.

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Doomscrolling, una prigione quotidiana per un terzo degli Italiani

(Adnkronos) – Scrollare senza sosta. Lo facciamo tutti, spesso senza nemmeno accorgercene: mentre mangiamo, al bagno, a letto o perfino in compagnia. È diventato un gesto automatico, ma le sue conseguenze sono molto reali. Secondo un’indagine condotta da OnePlus, l’italiano medio trascorre 84 minuti al giorno in quello che ormai ha un nome ben preciso: doomscrolling. Un tempo che equivale a quasi 11 ore a settimana, che sommate portano a quasi due giorni interi ogni mese. Tra i giovani della Gen Z il dato è ancora più allarmante: si sale infatti a 139 minuti al giorno, quasi due ore e mezza.  La pratica del doomscrolling – ovvero la navigazione compulsiva tra contenuti ansiogeni, notizie negative e gossip tossici – non solo ruba tempo, ma ha un impatto tangibile sul benessere mentale. Quasi un terzo degli intervistati (31%) ammette che questa abitudine riduce la propria produttività quotidiana, mentre il 27% afferma che ne risente anche la creatività. L’11% si sente spesso stanco o svuotato dopo aver scrollato a lungo, mentre un ulteriore 12% prova ansia o rabbia. Il contesto in cui avviene tutto questo è sorprendentemente quotidiano. Il 41% degli italiani scrolla mentre è in bagno, il 40% mentre è a letto e infine il 32% lo fa mentre è in compagnia di amici o familiari. E non mancano casi più estremi: il 9% ha ammesso di averlo fatto durante un matrimonio, 7% ha preferito lo scroll a un momento di intimità con il partner. Ma quali sono le “tossine digitali” che ci tengono incollati allo schermo? Al primo posto ci sono le notizie negative di attualità (26%), seguite da reality show e drammi delle celebrità (20%). Non mancano i consigli finanziari invadenti (19%), i contenuti tossici sul benessere – come diete estreme o programmi fitness irrealistici (18%) – e le immancabili fake news (16%). È in risposta a questo scenario che nasce Brain Rot Blaster, il videogioco firmato OnePlus che accompagna il lancio del nuovo OnePlus Nord 5. Un gioco in stile retrò, in prima persona, che ironizza proprio sulle insidie digitali della rete: i giocatori si ritrovano a combattere contro personaggi come il “Neg News Reader”, il “Crypto Bro” o il “Tin Foil Hat”, incarnazioni digitali degli archetipi tossici della rete. E per sconfiggerli c’è un’unica arma: il nuovo OnePlus Nord 5. Il gioco – che può essere giocato una sola volta prima di autodistruggersi – è pensato per aumentare la consapevolezza e stimolare un uso più intenzionale del tempo davanti allo schermo. Un messaggio importante, soprattutto per quel 33% di utenti che perde completamente la cognizione del tempo mentre scrolla, o per il 30% che non ha nemmeno idea di quanto tempo passi online ogni giorno. Secondo lo stesso studio, quasi metà degli italiani (42%) vorrebbe avere più ore nella giornata. Ma la soluzione, forse, è più semplice di quanto si pensi: ridurre il tempo passato a scorrere contenuti inutili potrebbe lasciare spazio a ciò che davvero conta. Tra le attività che gli italiani desiderano fare di più ci sono praticare più sport (37%), stare nella natura (35%), passare del tempo con la famiglia (33%) e leggere di più (31%).  Celina Shi, Chief Marketing Officer di OnePlus Europe, afferma: “È facilissimo finire intrappolati nello scroll automatico, anche quando siamo circondati da persone care. Con Brain Rot Blaster vogliamo lanciare una sfida ironica ma concreta alle abitudini che ci fanno perdere tempo ed energia. Il nuovo OnePlus Nord 5 nasce proprio con questa visione: aiutare le persone a essere più produttive, più creative e a usare la tecnologia in modo più consapevole.” —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Robot diserbante laser AI: innovazione cinese per l’agricoltura sostenibile

(Adnkronos) – Il panorama dell'agricoltura intelligente si arricchisce di una nuova, potenziale pietra miliare: una compagnia cinese ha presentato quello che potrebbe essere il primo robot diserbante laser intelligente del suo genere. Battezzato H-LaserWeeder, il sistema è stato svelato sabato durante un evento ospitato da Huagong Technology Industry Co., Ltd., uno dei suoi sviluppatori, a Wuhan, capoluogo della provincia cinese di Hubei. Il robot H-LaserWeeder si distingue per la sua sofisticata integrazione tecnologica. È equipaggiato con modelli di dati che coprono migliaia di varietà di colture ed erbe infestanti, supportato da un sistema di visione basato sull'intelligenza artificiale. Questa combinazione permette al robot di regolare dinamicamente l'intensità del suo laser, un meccanismo cruciale che gli consente di eliminare selettivamente le erbe infestanti preservando le colture. Come sottolineato da Xiong Bian, responsabile degli algoritmi AI presso l'istituto di ricerca dell'azienda, questa innovazione è destinata a trasformare le pratiche agricole. Una delle promesse più significative del H-LaserWeeder è la capacità di sostituire gli erbicidi chimici, spesso definiti il "killer numero uno del suolo". La tecnologia mira a eliminare i residui di erbicidi che contaminano terreno e acqua, affrontando l'inquinamento agricolo alla fonte. Con un tasso di rimozione delle erbe infestanti superiore al 95 percento, il robot si propone come una soluzione efficace e, al contempo, profondamente ecologica per la gestione delle colture. La versione più avanzata del robot H-LaserWeeder integra fino a 32 teste laser, permettendo di distruggere ben 320.000 erbe infestanti all'ora. Questa efficienza rappresenta un balzo significativo, essendo dalle quattro alle otto volte superiore rispetto ai metodi tradizionali che combinano manodopera e utilizzo di erbicidi. Il processo di riconoscimento e targeting delle erbe infestanti avviene in meno di cinque millisecondi, dal momento dell'acquisizione dell'immagine fino all'eliminazione dell'infestante, testimoniando la rapidità e precisione del sistema. Ma Xinqiang, presidente di Huagong Technology, ha enfatizzato l'importanza di rafforzare l'innovazione per costruire un nuovo paradigma di sviluppo e guidare una crescita di alta qualità. L'azienda, ha aggiunto, continuerà a incrementare gli investimenti in innovazione, potenziare la densità di talenti ed espandere la propria rete di partner, delineando una chiara visione di espansione e miglioramento continuo. Il robot diserbante ha già completato con successo le prove di validazione dell'algoritmo in campi di prova nelle province di Yunnan e Heilongjiang. Attualmente, l'azienda ha aperto le pre-ordinazioni a livello globale, con la produzione di massa prevista per il 2026, indicando una rapida progressione verso la commercializzazione e l'adozione su larga scala di questa tecnologia rivoluzionaria.  Crediti Immagine di cover Xinhua/Xiao Yijiu —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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