I lavoratori delle piccole imprese penalizzati nel Welfare

L’indagine dell’Osservatorio Italian Welfare presentata al Global Welfare Summit 2005/ WEB  ha prodotto  un’analisi che integra i dati di lavoratori dipendenti e liberi professionisti su un campione di nove milioni di lavoratori, di cui 7,3 milioni di dipendenti e 1,7 milioni di liberi professionisti.

L’indagine ha evidenziato come il welfare delle grandi aziende stia assumendo un ruolo di apripista nella diffusione dei servizi dedicati alla genitorialità e all’assistenza familiare (caregiving), due ambiti centrali nella transizione demografica e sempre più rilevanti per l’equilibrio vita-lavoro.

Oltre il 30% delle imprese, prevalentemente di medie e grandi dimensioni, ha introdotto misure specifiche a sostegno dei caregiver, mentre nel welfare contrattuale tali servizi restano ancora marginali e coinvolgono appena il 3,7% dei lavoratori.

Sul fronte della genitorialità emerge una tendenza analoga: il 46% delle aziende prevede interventi mirati, sia in termini di servizi dedicati sia di contributi economici, a fronte di una diffusione ancora limitata del welfare contrattuale, dove il 24% dei lavoratori dispone di strumenti di sostegno alla genitorialità.

Il welfare dei liberi professionisti si distingue per un approccio inclusivo, che consente, nella totalità dei casi, il mantenimento delle coperture sanitarie anche dopo il pensionamento e la possibilità di accedere ad indennità in caso di eventi gravi (oltre il 70% dei professionisti dispone di coperture premorienza e Long term care per la perdita di autosufficienza).

Dall’analisi dei contratti collettivi nazionali emerge che solo il 30% dei lavoratori può mantenere la copertura sanitaria dopo il pensionamento e meno di uno su cinque dispone di una tutela nei casi di premorienza o non autosufficienza.

Lo studio ha messo in luce esigenze e opportunità differenti per dipendenti e professionisti.

Per i liberi professionisti l’Osservatorio ha sottolineato l’assenza di un fondo pensione complementare di riferimento, capace di offrire una soluzione di pensione integrativa unitaria.

Per i lavoratori dipendenti, invece, si registra una quasi totale copertura da parte dei fondi pensione di categoria, ma un tasso di adesione complessivo ancora contenuto (38,3%) e una limitata diffusione delle prestazioni accessorie, rilevate solo nel 21% dei casi.

Le iniziative di welfare aziendale continuano a crescere, ma resta più diffuso tra le imprese medio-grandi (nel 75% dei casi adottano iniziative aziendali extra Ccnl), mentre nelle imprese sotto i 50 dipendenti, che rappresentano il 99% del tessuto produttivo nazionale, le misure contrattuali costituiscono spesso la principale, e talvolta unica, forma di protezione, poiché solo il 17% adotta misure di welfare aziendale.

Per aumentare il livello complessivo di protezione sociale è necessario quindi introdurre nei contratti collettivi nazionali coperture per i grandi rischi e misure di sostegno dedicate alla genitorialità e ai caregiver.

Le proposte operative per ciascun livello di welfare: sui cinque pilastri (genitorialità, caregiving, grandi rischi, sanità e previdenza), restituendo la fotografia di un sistema multilivello.  «Il welfare italiano deve consolidare la propria architettura attorno ai pilastri ESG, con previdenza, sanità e grandi rischi che rappresentano l’architrave, e caregiving e genitorialità che si profilano come importanti aree di sviluppo. La vera sfida è creare una convergenza di obiettivi tra i diversi livelli del sistema, efficacemente indirizzati e incentivati da politiche pubbliche, in grado di sostenere le sfide legate ai cambiamenti demografici, sociali e professionali del Paese».

Per quanto riguarda il welfare contrattuale, è prioritario intervenire sul fronte delle misure di tutela sanitaria, istituendo fondi di categoria per i contratti collettivi che ne sono ancora sprovvisti e strutturando piani specifici e sostenibili, in favore di familiari e pensionati, nei fondi già esistenti.

Un ulteriore obiettivo riguarda l’introduzione nei Ccnl di coperture per i grandi rischi (premorienza, invalidità e non autosufficienza) laddove ancora mancanti, nonché la valorizzazione di misure e servizi a sostegno della genitorialità e del caregiving, che rappresentano due ambiti di sviluppo sempre più rilevanti per la qualità della vita dei lavoratori.

Per il welfare dei liberi professionisti, l’Osservatorio ha individuato tre priorità: un fondo pensione complementare unico per tutte le categorie in grado di offrire una soluzione comune previdenziale integrativa; il potenziamento dei servizi legati alla genitorialità e al caregiving, favorendone la relativa accessibilità e fruibilità; la promozione della conoscenza degli strumenti di welfare tra i professionisti, per una diffusione efficace e consapevole.

I fondi pensione possono diventare strumenti cruciali per costruire una rete di protezione sociale universalistica e offrire, al tempo stesso, un sostegno concreto alla crescita dell’economia reale del Paese. Oggi, tuttavia il tasso di adesione complessivo rimane ancora contenuto (38,3%) e solo il 21% dei fondi prevede prestazioni accessorie, segno che esistono ampi margini di sviluppo per rafforzare il ruolo come pilastro integrativo della tutela sociale».

tre interventi congiunti: l’iscrizione obbligatoria dei lavoratori; la trasformazione delle coperture da accessorie a obbligatorie; il vincolo, per i fondi, di investire una quota variabile tra il 5 e il 10% del patrimonio nell’economia reale domestica, semplificando l’accesso per i fondi di più piccole dimensioni. 

Alfredo Magnifico

Commenti Facebook