” Giovani e viticoltura”, centinaia i giovani presenti all’incontro ad Agnone

La marginalizzazione delle aree interne e montane opportunità per il futuro. Puntare sul ritorno della vitivinicoltura in queste aree vuol dire affiancare alle produzioni zootecniche e al turismo un testimone, il vino, che vive uno straordinario successo sui mercati del mondo ed è fonte di occupazione e di reddito e ben si accompagna con gli altri prodotti propri del territorio della Città delle Campane. L’emozione di una lettura, lo scritto del 1902, molto attuale, di un grande personaggio, Luigi Gamberale, in quel tempo sindaco di Agnone. Voglio subito dire “bravi” alle ragazze e ai ragazzi delle classi (IV e V) dell’Istituto Tecnico “Marinelli”, diretto dalla Dirigente Isiss, professoressa Tonina Camperchioli, che sabato hanno partecipato all’incontro promosso dal “Rotary club” di Agnone, presieduto dalla dinamica e brillante Rosita Levrieri, sposata Marinelli.

L’aula magna strapiena per tutto il tempo (tre ore e mezza) del convegno “Giovani e viticoltura”, coordinato con grande sobrietà da Franco Di Nucci, con me e il bravissimo Mario Stasi del Coredimo a parlare di vitivinicoltura e delle ricche possibilità che questo fondamentale comparto è in grado di offrire a un territorio che, alla fine dell’800, era ricco di vigne e di vino, nella quasi totalità bianco, oltre che di un’interessante biodiversità a segnare paesaggi straordinariamente belli.
Un comparto, la vitivinicoltura, di grande attualità, con i successi che il vino vive sui mercati del mondo, che può tornare a animare una realtà e diventare il testimone del territorio del Verrino che ha, con Agnone , anche Poggio Sannita a ricordare la diffusa viticoltura.  C’è un altro elemento che spinge a credere nella vitivinicoltura ed è quello della tropicalizzazione del clima che porta a far salire in alto la vite, in questo caso, anche quella che produce uva a bacca rossa, un tempo impossibile.
valentino Cirulli
Alle due relazioni hanno fatto seguito una serie di importanti testimonianze a partire da quella Valentino Cirulli, che ha vissuto ad Agnone l’esperienza del collegio e degli studi primari, prima di trasferirsi a Roma, diplomarsi e laurearsi in agraria e vivere, dopo, una carriera di ricercatore, l’esperienza dell’imprenditore, oggi quella di titolare di una grande azienda vitivinicola a Orvieto in Umbria.Poi imprenditori agricoli dirigenti della “Coldiretti giovani”, che hanno mostrato passione per il loro lavoro e capacità per il loro impegno sindacale e, infine, Alfredo Palladino dell’azienda vitivinicola Terresacre di Montenero di Bisaccia che, anche se partita nel 2007, è già una realtà, per la qualità e l’immagine dei suoi vini, nota sui mercati. A chiudere questi interventi Giuseppe Cavaliere, sindaco di Castel del Giudice e attuale presidente del consorzio di tutela dei vini abruzzesi, che ha riportato l’esperienza davvero bella della coltivazione delle mele che ha trasformato profondamente il suo paese dando ad esso quel futuro che sembrava non avere più. Un esempio importante perché convincente, visto che Castel del Giudice è una realtà da studiare e, soprattutto, da visitare.
Invece d’iniziare, come vuole la prassi, voglio chiudere con i saluti  questo racconto di una mattinata ricca di emozione, davvero sintetico, a partire da quello della Dirigente dell’istituto, all’inizio citata, del governatore del Distretto Rotary 2090, Luigi Falasca, e, in particolare, da quello del Sindaco di Agnone, Michele Carosella, che ha riproposto una pagina stupenda dell’allora (1902) sindaco della Città , Luigi Gamberale.  
Una pagina straordinariamente attuale, che chi  rappresenta e governa la nostra Regione farebbe bene a leggere per poter capire il danno che stanno facendo con il sostegno di un progetto abnorme, la grande Stalla di 12.000 manze, che la Granarolo intende costruire nel Molise.
il sindaco di Castel del Giudice Giuseppe Cavaliere
Un danno incalcolabile, nel momento in cui la sola presenza di questa realtà industriale, così invasiva, va a provocare uno stravolgimento dei caratteri della nostra Regione e della sua principale attività, l’agricoltura, che, con i suoi prodotti di qualità, ha tutto per   “GIOVANI E VITICOLTURA”, CENTINAIA I GIOVANI PRESENTI ALL’INCONTRO DI SABATO A AGNONE promuovere il turismo e, con esso, tante altre attività, queste sì fonti di occupazione e di reddito. Sempre che, però, si abbia l’accortezza di evitare la diffusione di puzze e  inquinamento che non si conciliano con le emozioni che motivano il viaggiatore, il turista.
Una pagina quella del sindaco Gamberale, che parla (ripeto, anno 1902!) dei tempi duri che verranno con l’industrializzazione, ancora lontana, e dei suoi riflessi negativi sulla realtà di Agnone e dell’Alto Molise e lo fa sulla base di un’analisi attenta del territorio, dei cambiamenti in atto  e con la preoccupazione propria di un uomo di cultura, che ama la propria terra e impegna tutto se stesso per vedere come amministrarla nel migliore dei modi.
A pensare che, oggi, molti degli attuali amministratori che governano il Molise non sono in grado, non dico di prevedere come il sindaco Gamberale, ma neanche di leggere quello che è già successo e sta succedendo.
Alfredo Palladino di Terresacre
C’è una crisi pesante e pericolosa in atto, scoppiata nel 2008 (già anticipata nel 2004 dalla crisi dell’agricoltura, entrambe di natura strutturale), che ci tiene sospesi sull’orlo del baratro per colpa di un sistema giunto al capolinea, fallito, e i nostri governanti regionali che cosa ti propongono? Scelte, come una stalla superintensiva che mangia territorio e l’insieme delle sue risorse, che non fanno altro che perpetuare il sistema anche in una realtà tenuta ai margini, al pari dell’agricoltura e delle aree interne, qual è il Molise. Tutto questo proprio nel momento in cui lo stato di marginalizzazione, al pari di una centralità dell’agricoltura e della ruralità, esprime quelle potenzialità che il Molise ha, e che, se sviluppate possono rendere questa nostra regione un esempio di quel nuovo tipo di sviluppo – è tale se riporta al centro il territorio e la sua agricoltura – utile alle altre regioni, al Paese.  
 Ripartire dal territorio per vincere, e, i giovani che hanno mostrato grande capacità di ascolto, ne sono certo, hanno fatto proprio questo messaggio che i relatori e i testimoni di esperienze hanno lanciato con la forza della convinzione sapendo bene che è importante seminare per poter pensare al raccolto.

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