La transumanza a scuola: i ragazzi di Ripa studiano la tradizione Tra una settimana accoglieranno bovini e mandriani alle Quercigliole

Prima di accogliere mandriani e bovini, venerdì prossimo alle Querciglione di Ripalimosani, hanno voluto sapere tutto sulla transumanza. Sono i ragazzi delle scuole medie dell’Istituto Comprensivo di Ripalimosani che, ieri mattina, 19 maggio, hanno incontrato il Direttore di Asvir Moligal, Nicola Di NIro, che, con la famiglia Colantuono di Frosolone, cura l’evento che tanto lustro sta dando al Molise, candidatura al patrimonio immateriale Unesco, compresa.

 

Le tre classi di Ripa hanno visto alcuni filmati della transumanza, non solo di quella che dalla Puglia arriva in Molise. Per loro è stato l’approfondimento finale di un progetto che hanno seguito nel corso dell’ultimo anno scolastico. Con il professor Piergiorgio Gentile, hanno studiato la storia del tratturi e delle migrazioni stagionali di bestiame. Una proficua esperienza che hanno interiorizzato bene, come dimostra l’interesse mostrato anche nella giornata di ieri. Interesse che deriva anche dal fatto che la transumanza per eccellenza, quella dei Colantuono, appunto, passa per il loro paese, su una porzione di tratturo che è tra le più meravigliose e integre al mondo. E’ il lungo rettilineo che conduce alla Chiesa di Santa Maria della Neve, dove tradizionalmente i pastori si fermavano ai 733 metri di altitudine del ‘riposo’, in contrada Quercigliole. E’ proprio qui che i ragazzi ripesi accoglieranno la carovana della transumanza venerdì 25 maggio, al tramonto, sperando che il tempo sia clemente. Ci sarà da camminare per l’ultimo tratto e poi da mangiare formaggi e spezzatino di vitello, come da tradizione. Soprattutto ci sarà da divertirsi attorno al fuoco del bivacco dove i mandriani passeranno la notte prima dell’ultimo giorno di viaggio, verso le montagne di Frosolone, dopo aver percorso un pezzo del tratturo Lucera-Castel di Sangro.

“Vi aspettiamo a Ripa” hanno concluso gli alunni dell’Istituto ‘Dante Alighieri’. Sono loro in effetti i veri protagonisti di una tradizione che resiste nel tempo proprio in virtù del tramando e dell’amore per i luoghi più cari.

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