I Sindacati Unitari di Poste Italiane chiedono lo Sciopero Generale

Nella serata del 01 luglio, presso la sede CISL di Campobasso si è tenuto l’attivo unitario delle Organizzazioni Sindacali di Categoria Poste.
L’attivo unitario ha approvato ad unanimità un documento finale, con il quale decidono di avviare una fase di informazione su tutta la regione nella categoria, tra i cittadini, Istituzione e classe Politica. Gli attivi unitari oltre ad auspicare il pieno coinvolgimento delle Istituzioni Locali, chiedono alle Segreterie Nazionali di proclamare lo sciopero generale nazionale di tutti i lavoratori e le lavoratrici di Poste Italiane, pieno sostegno delle confederazioni nazionali.
Il motivo di tale disagio arriva dal fatto che in questi giorni il Governo al solo scopo di fare cassa per arginare la voragine del debito pubblico ha deciso di privatizzare quello che resta della più grande azienda pubblica del nostro Paese. Il 35% di Poste Italiane è passato sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti, il 29,7% resterà per ora al MEF (ministero Economia e Finanze) ma destinato a breve ad una ulteriore vendita in borsa, il restante 35,3 già era stato svenduto lo scorso Ottobre. Nella totale indifferenza e in solo un colpo il Governo smantellerà un servizio pubblico che interessa milioni di cittadini italiani. Poste Italiane effettua ancora un servizio sociale per la capillare presenza in tutti i centri del nostro Paese, la totale privatizzazione e quotazione risponderà solo alle logiche del profitto, quindi avrà scarso interesse verso i settori deboli che Poste a oggi svolge.
Questo nonostante Poste abbia subito notevoli ristrutturazioni e cambiamenti dal 1994 ad oggi: passando da Azienda Autonoma di Stato, ad Ente Pubblico ed infine a S.p.A. con bilanci in attivo ed utili di centinaia di milioni di euro erogati ogni anno a favore del Governo. Siamo convinti come sindacato che sia un grave errore per il Paese svendere un’azienda che ogni anno porta danaro fresco alle casse dello stato, che dà lavoro a 140.000 dipendenti e che garantisce servizi ai cittadini, specie alle categorie più deboli e situate nelle zone disagiate.
L’intenzione del Governo di limitare la propria partecipazione al 35% di CDP, che comunque è già privata, all’interno sono presenti le fondazioni bancarie, competitor di Poste, fa sorgere molti dubbi sul futuro per quanto riguarda l’unicità aziendale. Settori come il recapito già interessati dall’ennesima ristrutturazione saranno smantellati in breve tempo e la presenza delle Fondazioni bancarie pone non poche perplessità anche sullo sviluppo di Bancoposta e Poste vita.
Il sindacato non può restare indifferente allo scempio che si sta consumando sotto gli occhi di tutti. Nella nostra regione da alcuni mesi i lavoratori postali stanno subendo la pesante ristrutturazione del recapito a giorni alterni decisa per risanare un settore che attraversa una crisi mondiale. L’azienda però non rispetta gli impegni sottoscritti, mancano gli investimenti previsti dagli accordi e il meccanismo stenta a decollare. Dal 13 giugno i lavoratori della provincia di Campobasso lottano per migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei servizi.
Pertanto gli attivi unitari di SLP-CISL, SLC-CGIL, UIL-POST, CONFSAL-COM. e FAILP-CISAL esprimono la piena contrarietà alle decisioni del Governo sulla privatizzazione totale di Poste Italiane. Inoltre, denunciano le gravi lacune nell’implementazione del progetto recapito a giorni alterni, la grave carenza di personale nel settore Mercato Privati, ai quali vanno uniti gli atteggiamenti vessatori e repressivi messi in campo in questi ultimi giorni dalla dirigenza aziendale e l’annoso problema dei part-time.

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