#corpedelascunzulatavecchia/Roma deciderà il candidato in Molise?

E rieccoci alle solite manovre (manfrine?) che contraddistinguono tutte le elezioni. Devono decidere i partiti! Ah beh si beh, cantavano Cochi e Renato. E vengo a spiegare questa mia posizione critica nei confronti dei partiti.
In questo momento si sta, nell’ambito della coalizione di centrosinistra, facendo luce/spazio una
possibile alleanza tra Movimento 5S e PD. Tutto lecito e tutto normale. Quello che stanno facendo, quanto meno cercando di fare in Molise per la candidatura alla Presidenza della Giunta Regionale è cosa vecchia e stravecchia.

Nel corso della prima Repubblica non esistevano centrodestra e centrosinistra, esisteva la
Democrazia Cristiana che aveva al suo interno le anime di destra e di sinistra che siccome non si potevano dire che erano cose diverse andavano avanti come dei separati in casa, anche se riuscivano sempre a fare buon viso a cattivo gioco e chiudevano sempre con: vissero tutti felici e contenti.
Dopo che le decisioni le avevano prese i vertici nazionali tutti allegri e contenti e tutti per uno ed uno per tutti. Le discussioni restavano all’interno, all’esterno usciva solo il nome del candidato. Poi non dite che il centralismo democratico lo aveva creato Lenin. Quindi adesso niente di nuovo se si sente parlare di una riunione romana per decidere il candidato
alla Presidenza dea Giunta Regionale del Molise? Non credo!

Quando si parla di candidature entrano in gioco numerosi fattori e non sempre si tiene conto della realtà locale. Questo quando si discute e si decide della candidatura in Molise, figurarsi quando se ne parla a Roma. Ma vediamo come succede quando se ne parla a Roma esistono due tipi di “parlata”: la prima parlata la fanno i capi nazionali e secondo una spartizione di tipo “territoriale” per non dire altro, decidono, i capi nazionali, chi deve, o potrebbe, mettere la bandierina sul Molise. In pratica come le famose bandierine di Emilio Fede che aveva un orgasmo televisivo quando una regione dava la vittoria e Berlusconi ed una sincope, vera, quando la vittoria era del centrosinistra.

Ovviamente le “processioni romane” iniziano da prima di questa fase. Le “processioni romane”
devono iniziare da “prima di adesso” per essere pronti a tutto. Le “processioni romane” servono a farsi conoscere negli ambienti che contano quindi niente di più ovvio che se si dovesse chiedere ai maggiorenti nazionali di qualche politico locale loro faranno il nome di chi postula continuamente alla loro porta. Giustamente gli altri chi li conosce?

E dovrebbero essere proprio questi altri ad insorgere e far sentire la propria voce e le proprie
ragioni. Questi altri che da soli magari avrebbero più da dire rispetto ai “soliti noti”.
Quindi riprendendo il discorso: i vertici nazionali decidono quale dovrà essere la bandierina del
Molise se PD o 5 Stelle, ma tale decisione potrebbe essere “suggerita” da “le viarelle” che i
possibili candidati avranno fatto nelle segreterie dei partiti.

Quindi Roma decide se la candidatura debba essere dell’uno o dell’altro partito, poi la palla
dovrebbe passare al Molise per decidere chi possa essere il candidato, nella persona di …..
Potrebbe non succeder questo. La “forza” di qualche politico molisano che preme per la sua
candidatura potrebbe essere talmente ben radicata a Roma da indurre le segreterie nazionali a
scegliere addirittura il nome. Da dire che in una passata elezione regionale un personaggio politico prese la via di Roma per dire al segretario del suo partito che si era reso conto che lui doveva essere il candidato e, quindi, con fare sacrificale accettò la candidatura.

A posteriori si seppe che il personaggio accettò la candidatura per non far candidare un’altra persona che avrebbe potuto togliergli visibilità e notorietà politica, e magari vincere le elezioni? Chissà! Meglio una volta potevano essere le primarie se non ne avessero inquinato la partecipazione con persone che con la politica di sinistra niente avevano a che fare.

In conclusione due raccomandazioni, anzi due speranze: spero che la celta sia fatta con criteri
obiettivi ed oggettivi e non per “simpatie” di questo o di quell’altro postulante romano e che il
candidato sia persona politicamente capace.
Certo che nei prossimi mesi di avventure ed avventurieri politici ne vedremo e noi staremo a
vedere. Poi, con calma, sceglieremo chi votare in tutta coscienza ed onestà nella speranza che sia un principe e non un rospo che aspira a diventare principe.
Immutata stima e sempre accresciuto affetto vi saluto con il solito: statevi arrivederci.
Franco di Biase

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