Il Convegno sulla Ludopatia e il Gioco d’Azzardo organizzato dal Lions Club Termoli Host si è svolto a Termoli, sabato 18 marzo 2017 alle ore 10.30, presso la Sala del Museo di Arte Contemporanea “Macte”.
Il Presidente del Lions Club Termoli Host Gianbattista Amoruso ha introdotto i lavori ricordando come il club è da anni impegnato ad operare in funzione delle esigenze della comunità internazionale, nazionale e locale. In quest’ottica si sono volute approfondire le gravi problematiche sociali, psicologiche, psichiatriche e giuridiche provocate dalla Ludopatia e dal Gioco d’Azzardo.
Ai lavori del convegno sono intervenuti come relatori il dott. Nicola Malorni Psicologo, Presidente dell’ordine degli Psicologi del Molise, il dott. Angelo Malinconico Psichiatra, Direttore dei servizi di salute mentale del Basso Molise e la dott. ssa Rossana Venditti Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per Minori di Campobasso.
Il dott. Nicola Malorni ha definito la Ludopatia o il Gioco D’Azzardo Patologico come un disturbo del controllo degli impulsi, che consiste in un comportamento di gioco persistente, ricorrente e maladattivo che compromette le attività personali, familiari o lavorative. Tale patologia è stata riclassificata nell’area delle dipendenze per le similitudini con le dipendenze da alcool e da sostanze stupefacenti. Malorni ha parlato della Ludopatia come di una problematica psichiatrica, psicologica che rappresenta una vera emergenza sociale. Le statistiche internazionali denunciano che questa è la patologia a più rapida crescita tra i giovani, gli adulti e in particolar modo tra i bambini, soprattutto a causa del web. Sarebbe importante riflettere su tali dipendenze che per la loro pericolosità richiederebbero una particolare attenzione e un accorta strategia da parte delle istituzioni legislative, sanitarie e giuridiche. Attenzione che spesso viene a mancare, quando invece sarebbe importantissimo intervenire con un’ opera di prevenzione in quei casi in cui la dipendenza non si manifesta ancora in maniera conclamata con un’ opera di supporto ai malati e alle famiglie. Intervenire sin dai primi segnali della malattia aumenta le possibilità di risolvere il problema in tempi brevi, evitando di complicare la situazione personale e familiare con contrasti relazionali scatenati dalla dipendenza e dalle perdite economiche conseguenti, dal peggioramento del benessere psicofisico, dalle difficoltà lavorative e, talvolta, da problemi con la giustizia. In Italia ne sono colpite circa 900.000 persone, ma ufficialmente sono in cura solo 7.000 pazienti.
Purtroppo, spesso, il giocatore patologico rifiuta di ammettere l’evidenza della propria condizione e ignora l’invito di familiari e amici a intraprendere una terapia, almeno fin quando le perdite economiche e il deterioramento dei rapporti interpersonali non lo portino in un vicolo cieco da cui non è possibile uscire senza l’aiuto di specialisti esperti nel trattamento di questo tipo di dipendenza. Per i bambini segnali che possono denunciare l’insorgere della ludopatia possono essere anche una semplice diuresi notturna, la tendenza all’isolamento, all’asocialità e atteggiamenti di distacco, apatia e banalizzazione di atti riprovevoli. Fondamentale risulta la non sottovalutazione dei primi sintomi e un attento intervento da parte del pediatra. Per i bambini, particolarmente pericoloso può essere un libero accesso ad internet attraverso pc, tablet o smartphone, ma sopratutto un atteggiamento distratto e poco responsabile dei genitori.
Il bambino sopratutto risulta particolarmente vulnerabile se non è abituato dai genitori a saper affrontare le privazioni. Spesso i bambini che hanno tutto ricercano il senso di privazione nel gioco patologico. Particolarmente pericoloso è il senso di potenza e la ricerca del successo che ad esempio il gioco può generare sia nel bambino che nell’adulto.
Il dott. Angelo Malinconico ha ricordato la testimonianza di un suo amico che in gioventù aveva sofferto di questa patologia, il quale gli ha confidato che nella sua giornata il gioco occupava tutti i suoi pensieri annullando ogni altro interesse affettivo, sociale, di lavoro e di studio. Malinconico ha inoltre aggiunto che la sottovalutazione della Ludopatia e del Gioco d’Azzardo può essere pericolosissima in quanto in casi estremi può portare al suicidio o a gravissimi atti lesivi verso se stessi e verso gli altri. Da parte delle istituzioni i continui tagli alla sanità hanno finito per rendere sempre più difficile l’opera degli specialisti i quali il più delle volte non possono far altro che riscontrare la presenza della patologia nei soggetti malati, senza poter affrontare un processo di cura per mancanza del personale necessario. Lo Stato italiano avendo riconosciuto il gioco d’Azzardo riesce a trarre grandi profitti da esso arrivando a finanziare, sembra un contro senso, parte della spesa sanitaria. Spetta inoltre all’Italia
il triste primato di annoverare il più alto numero di giocatori d’Azzardo in Europa. Lo “Stato biscazziere” invece di contrastare tale piaga sociale che inesorabilmente porta alla distruzione fisica, sociale e patrimoniale di intere famiglie finisce per favorire il gioco d’azzardo con una capillare diffusione che va dalle sale gioco, ai bar alle tabaccherie con la presenza di una slot machine ogni 143 abitanti. Il gioco “passivo” coinvolge, per ogni giocatore, tra le 5 e le 7 persone. Una categoria che comprende mogli, figli, genitori, ma anche colleghi, datori di lavoro, e fornitori. In generale si arriva a scommettere fino a 20 euro a settimana alle macchinette o in altro modo: i preferiti rimangono il Gratta & Vinci e le scommesse sportive.
La dott. ssa Rossana Venditti ha sottolineato che la legislazione per contrastare il problema della ludopatia è piuttosto carente. La giustizia si limita ad intervenire quando gli effetti della ludopatia portano a compiere atti contro il patrimonio. Il giocatore d’Azzardo per il bisogno smodato di denaro spesso è portato a rubare prima in famiglia e poi all’esterno. I reati più comuni consistono nel furto, nella rapina, nella truffa, nel raggiro e in violenze private. In alcuni casi risulta difficile per i giudici discernere quando tali gravi atti sono provocati dal vizio o dalla mancata capacità di intendere e di volere. Indispensabile risulta per questo l’aiuto e la valutazione degli specialisti della materia. Altro grave problema è rappresentato dagli atti di violenze che vengono compiuti da tali soggetti ludopatici, a causa dell’alto livello di irritabilità, tra le mura domestiche che vengono il più delle volte taciuti o sottovalutati come ad esempio il problema dell’alcolismo femminile. Nei casi in cui tale violenze emergono, l’opera di aiuto delle istituzioni sanitarie è spesso lenta a causa della già citata mancanza di personale. Fa riflettere come tali problemi vengano per lo più taciuti e come siano rare le denunce di ludopatie che interessano i minori.
A conclusione degli interventi dei relatori sono seguite varie domande da parte del pubblico che si è dimostrato molto interessato ed attento. Al termine del convegno il Presidente Gianbattista Amoruso ha ringraziato anche a nome dell’ “Officer distrettuale per la Ludopatia” della VI Circoscrizione del Lions Club International Oreste Campopiano, i relatori e il pubblico per gli appassionati interventi ribadendo come il Lions Club Termoli Host si pone sempre a disposizione per il dibattito e la ricerca di soluzioni di tutte quelle tematiche e problematiche che interessano il progresso della società civile e della comunità locale.