“De Gasperi. Il coraggio di costruire”, la mostra a Termoli. Petraroia: circostanza più unica che rara per il Molise

La Fondazione “ Alcide De Gasperi “ nata nel 1982 per volontà della figlia dello statista trentino e l’associazione “Liberi di Costruire” hanno promosso un significativo evento-mostra presso il Castello Svevo di Termoli che ha preso il via il 15 luglio sera con una riflessione sulla lezione politica degasperiana e proseguirà fino al 23 luglio con più sezioni aperte al pubblico in cui saranno evidenziate le attività istituzionali, la biografia ed il rapporto tra fede e politica. Una circostanza più unica che rara per il Molise e per i tanti turisti che affollano Termoli in questi giorni che potranno avvicinarsi ad una figura esemplare per rigore etico, correttezza amministrativa, senso delle istituzioni, visione strategica, passione ideale e rispetto del pluralismo, del parlamento e della democrazia. Al cospetto della miseria culturale del nostro tempo che ha consegnato la politica nelle mani di esperti venditori, urlatori da baraccone, comici e piazzisti, non sarà difficile scorgere nel percorso umano, professionale e valoriale di Alcide De Gasperi, una differenza di stile, linguaggio, costume e approccio. E’ sufficiente leggere il suo discorso pronunciato il 10 agosto 1946 alla Conferenza di Pace delle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale in difesa dell’Italia per comprendere lo spessore, la competenza, la dignità e la compostezza con cui seppe affermare i diritti del nostro paese come nazione co-belligerante.

Il suo intervento a Bruxelles del 20 novembre 1948 alla Conferenza dei Movimenti Cattolici del Belgio è illuminante per senso della laicità inserito con perizia nel solco della cultura cristiana interpretata come motore della democrazia e della libertà. Così come basterà rileggere un suo messaggio agli italiani del 1952 sul valore dell’Europa per prendere atto della capacità anticipatrice che seppe avere insieme a Schumann, Spinelli ed Adenauer nella sofferta costruzione di una Confederazione Europea. Alcide De Gasperi era una persona mite, cresciuta nel rigore dell’Impero Austro-Ungarico di fine ottocento, figura moderata non incline agli estremismi seppe difendere la minoranza italiana del Parlamento Austriaco e successivamente la minoranza tirolese nel Parlamento Italiano. Da esponente cattolico non confuse mai il proprio impegno nel Partito Popolare e nella Democrazia Cristiana come attività subalterna al volere del clero e della Curia Pontificia come dimostra il suo secco rifiuto anche a Pio XII alla lista comunale per Roma proposta da Luigi Sturzo nel 1952 insieme ai monarchici e ai missini. Antifascista convinto era uno strenuo difensore del Parlamento sostenendo che era meglio un luogo con tante teste che si contrastavano parlando e non una sola testa che pensasse per tutti.

Durante il dibattito sulla Costituzione in 18 mesi intervenne una sola volta e lo fece dallo scranno parlamentare e non da quello di Capo del Governo mostrando un senso delle istituzioni esemplare al di là dei contenuti specifici delle politiche praticate e delle scelte sostenute. Da Trentino diede vita alla Cassa del Mezzogiorno che realizzò nel Sud 16 mila km di strade, 23 mila km di acquedotti, 40 mila km di rete elettrica, 1.600 scuole e 160 ospedali. Con la riforma agraria vennero dati 750.000 ettari di terra ai braccianti poveri del Sud, avviò l’ENI, fece costruire 300 mila case popolari per i più poveri e varò una riforma fiscale progressiva. Da esponente di sinistra non posso che riconoscere, pur nelle differenti visioni politiche, uno dei padri fondatori della nostra democrazia. Un politico puro da indicare ai nostri ragazzi per passione e competenza.

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