Campobasso 1919, atto finale.

campo 5A fare le spese della corazzata rossoblu, nell’ultima partita del campionato di eccellenza molisana, sono stati i ragazzi del Roccaravindola.
6 a 1 il risultato finale a favore dei padroni di casa che polverizzano ancora record, con gli oltre 90 gol realizzati nella season, raggiungendo una mostruosa media di 3 reti a partita, e l’ufficialità del capocannoniere, il bomber Davide Lazzarini che ha siglato ben 28 delle reti rossoblu.
Aria di festa allo stadio di Selvapiana, con la curva Michele Scorrano più rumorosa del solito e che, come sempre, non si è fermata mai nei suoi cori di incitamento.

Doppia ricorrenza in campo con il Capitano Antonio Minadeo che ha festeggiato il suo compleanno ed Antonello Corradino che ha invece celebrato le 150 partite in rossoblu, numero che ha davanti a sé soltanto il complessivo proprio di Minadeo.
Al termine delle ostilità calcistiche tutti in piazza Municipio, giocatori e dirigenti, a raccogliere l’abbraccio festoso dei tifosi e dei campobassani, nonostante il tempo come sempre incerto e poco primaverile.
Sulla partita poco da dire, sulla stagione invece è necessario spendere qualche considerazione.
Si era partiti dal Campo Acli, in una serata umida di agosto, contro lo Spinete, nella partita di esordio di Coppa Italia che sancì l’inizio della nuova era targata “Noi Siamo il Campobasso”, contraddistinta da un forte impulso popolare che, a prescindere da quanti, è riuscita a raccogliere delle economie investite nell’Associazione per scopi legati sempre alla squadra.
campo 6Un’avventura che si annunciava tutto sommato in discesa e che fin dall’inizio ha lasciato intendere che la vera corsa era su stessi non esistendo benché minima preoccupazione nel campionato dove hanno militato squadre dignitose ma non altezza dei Lupi. O, per meglio dire, il Campobasso è stato concepito embrionalmente proprio per non fermarsi mai e iniziare la galoppata verso altre categorie alla sua portata.
E su queste note è cominciato a consolidarsi un gruppo forte in campo e fuori, composto da ragazzi perlopiù di fuori regione, ma con i molisani che hanno sicuramente messo un sigillo importante durante tutto l’anno sportivo.
Mister Farina ha ancora una volta dimostrato che questo campionato per lui è come il mare per un pesce e si è guadagnato una meritata chanche per la serie D del prossimo anno, guidando il gruppo in maniera impeccabile e riuscendo a far giocare tutte le partite con la stessa grinta, costanza e fame di vittoria.
Lo staff tecnico al suo fianco, composto dal medico sociale Salemme, dal preparatore Brandoni, dal fisioterapista Domingo Marcos e dai preparatori dei portieri Vavolo-Del Corso, ha contribuito in maniera concreta al raggiungimento di questi incredibili risultati e con ogni probabilità anche il loro posto nel prossimo anno resterà pressoché occupato, per motivi ovvi di merito.
campo 41Siamo certi che già da oggi il Presidente Giulio Perrucci stia pensando al proseguo del cammino rossoblu, auspicando che nuovi imprenditori si avvicinino al progetto che si è dimostrato in questa prima fase serio e concreto grazie ai main sponsor, capeggiati dalla famiglia Falcione, vero motore economico del sodalizio.
Dunque i tempi sono maturi per avviare un cammino serio, consistente e proficuo nella Serie D dove, purtroppo, non troveremo più Boiano ed Isernia ma a far compagnia ai lupi ci saranno Termoli ed Agnonese, fermo restando il girone comune.
Cì sarà da comprendere se in fase di programmazione la politica, assente ad oggi quasi del tutto, con la nuova amministrazione comunale saprà tangibilmente essere vicina al progetto calcistico cittadino che, innegabilmente, dal punto di vista economico, ha la sua incidenza quando comincia a trattarsi di livello interregionale.
Vediamo se la nuova guida politica della città saprà innanzitutto offrire strutture adeguate senza far dissanguare la società tra bollette e manutenzioni varie e poi sarà in grado di individuare imprenditori a cui non mancano le possibilità per contribuire alla nobile causa che interessa una intera città.
Non è difficilissimo, basta guardare tra quelle imprese che tanto hanno avuto dalla politica e dalla città anche, ma che ancora non restituiscono nulla in termini sociali. È sufficiente fare mente locale che tre o quattro nomi subito saltano in mente.
Dunque l’anno calcistico del Campobasso 1919 finisce così, senza sorprese ma con l’auspicio di tutti che anche il prossimo sia contraddistinto da grandi soddisfazioni e che la cittadinanza si avvinci sin da subito alla squadra ed alla società.

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