Ordinanza antirumore: il TAR dà ragione ai pubblici esercenti

Il 27 luglio 2013, il Sindaco Di Bartolomeo emette l’ordinanza “anti rumore”, a danno degli esercizi pubblici del centro cittadino. Ordinanza che fece scalpore. Ordinanza impugnata dall’Apem e il 30 agosto 2013 il TAR emette una sentenza a favore degli esercenti, almeno per il momento in quanto la trattazione del ricorso è stata fissata al 3 luglio 2014. La prima pronuncia del Tar, arrivata ai primi di agosto, rigettò la richiesta di decreto cautelare avanzata dai gestori dei locali notturni del centro storico contro l’ordinanza del Sindaco con la quale si disponeva il divieto, dopo la mezzanotte, di immissioni sonore all’esterno dei locali, dando ragione ai residenti del centro storico e del Codacons difesi dagli avvocati Giovanni Di Giandomenico, Pino Ruta e Massimo Romano. L’ordinanza vietava in tutto il centro storico e in via Ferrari, piazza Cesare Battisti e piazza Pepe, l’intrattenimento musicale dopo le ore 24.

Un provvedimento che l’Amministrazione comunale dice di  aver dovuto emanare a causa delle troppe risse notturne, della sporcizia e delle incessanti lamentele dei residenti, ma non bisogna dimenticare che è stata la stessa Amministrazione comunale ad autorizzare l’apertura di decine di locali, soprattutto negli ultimi due anni. “Abbiamo dimostrato davanti al TAR di Campobasso che il Sindaco Di Bartolomeo ha emesso un’ordinanza censurabile, discutibile e discriminatoria, oltre che discriminante tra gli esercenti stessi. Questo è un provvedimento autoritario, ingiustificato. Il provvedimento è scorretto, è impensabile sottoporre a un divieto solo quei locali del centro storico e lasciare liberi da vincoli tutti gli altri che operano, invece, a pochi metri di distanza”. Come più volte rimarcato dall’Apem, nella persona di Paolo Santangelo, non sono stati fatti i controlli a tempo debito e gli avvocati Iacovino e Fiorilli, che hanno curato il ricorso al TAR ribadiscono: “non c’è stato dalla parte delle forze preposte l’accertamento dell’illecito. Se le verifiche sui  locali che alzavano il volume oltre i limiti consentiti dalla legge fossero state fatte a tempo debito, il Comune si sarebbe risparmiato questa ennesima grana giudiziaria e gli esercenti tutto ciò che da questa ordinanza ne è conseguito. Invece così per colpa di pochi hanno pagato tutti, mentre bastava punire solo quelli che non rispettavano la legge”. Gli avvocati e lo stesso Presidente dell’Apem hanno anche precisato: “noi non siamo contro la legge, sappiamo che i problemi esistono e vanno accertati, per questo siamo disposti a partecipare o promuovere un tavolo di concertazione in cui si possa trovare una soluzione idonea per la tutela degli interessi di tutte le parti in causa, come d’altronde già dichiarato precedentemente, siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo, per parlare di regolamento e zonizzazione. Ma se il Sindaco reitera l’Ordinanza ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria”. E ancora ci tiene a sottolineare il Presidente Apem: “il punto vero di tutta questa vicenda è che il Comune prima ha dato la licenza a chiunque e ora vuole limitare i danni, sempre secondo l’Amministrazione, come rumore, disordini, sporcizia, che si verificano quando vengono accentrate in un’unica strada tanti locali notturni. Forse sarebbe stato più semplice che l’Amministrazione, invece di emanare Ordinanze senza nè capo nè coda, fosse intervenuta nei confronti di chi effettivamente disturbava la quiete pubblica punendo i veri responsabili e non colpendo tutti. Indiscriminatamente”.
Diverso come si poteva immaginare  il giudizio degli avvocati Pino Ruta e Massimo Romano: “E’ stata una vittoria di Pirro, finita l’estate l’inquinamento acustico nel centro storico diminuisce notevolmente e poi il divieto oltre le 24 è già previsto dal regolamento comunale, che l’Amministrazione deve far rispettare. Tuttavia l’Ordinanza del Sindaco era indifendibile, perché priva di istruttoria tecnica. Ma se ci saranno episodi insostenibile di degrado urbano e rumore insopportabili i cittadini andranno in Procura”.
MDL

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