Inaugurata presso la ex-Gil la mostra in memoria di Tonino Perrone.

IMG 4170È stata aperta al pubblico la mostra dell’artista Campobassano Tonino Perrone, in occasione del trentennale dalla sua scompara.
Il vignettista del capoluogo, noto per la sua ironia ed il suo sarcasmo, ha dedicato gran parte della sua produzione ai personaggi più in vista e più noti della città, nel suo classico stile dissacrante ed umoristico.
Una esposizione che sarà aperta per tutta la settima e visibile nei corridoi del palazzo ex-Gil di via Milano.

Tanti le memorie espresse nella conferenza stampa d’apertura, da parte di ex amministratori locali presenti, ma anche parole di ammirazione da parte del Consigliere delegato alle attività culturali della Regione, Nico Ioffredi, oltre che al ricordo dei familiari.
IMG 4168Qualche presente, a margine, ha anche parlato tecnicamente del Perrone ricordandone alcune caratteristiche.
Ad esempio le regole che rimarranno fisse nel corso della sua attività, come la sproporzione tra testa e corpo delle sue figure o la presenza degli attributi dell’attività svolta o degli interessi personali del “caricaturato”. L’uso del ritratto a tutto campo, poi, che suggerisce spesso una sorta di auto compiacenza dei personaggi raffigurati attraverso una sottile contemplazione del “borghese” che veste ora i panni del pensoso “intellettuale di provincia” o del professionista arrivato e satollo o ancora del nostalgico ed impettito “repubblichino”, per il quale Perrone fa un dichiarato riferimento alla grafica degli anni trenta. A prescindere da tutto, però, l’ironia di Perrone nei confronti delle persone ritratte è sempre argutamente bonaria, perfino carezzevole a volte, ma sempre centrata con scaltrezza sull’obiettivo.

 

 

 

 

IMG 4165Per la maggior parte le sue caricature sono state prodotte “a memoria” e questo gli ha consentito quel necessario “distacco” per cogliere le valenze risibili di certe fisionomie e le implicazioni comiche di alcune situazioni. Il suo “occhio privato” ha così potuto costruire un unico affresco dove il “popolo tutto” sembra vivere come in un dialogo ininterrotto quasi che l’intervento del grafico si fosse limitato ad impaginarlo soltanto per venticinque lunghi anni: è questo il segno di una civile ma “critica” fedeltà alla propria terra.

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