Sanità in Molise/ Aveva ragione Moliere ….

“Un clistere praticare, poi si deve salassare, infin convien purgare”. Questo è il refrain di una ricetta dettata da uno dei protagonisti del malato immaginario di Molière. Ricetta che mostra come la sanità del 700 ha molte assonanze con quella attuale, visto, che il Molise in particolare, continua a soffrire di un male, a quanto pare è incurabile, caratterizzato dal menefreghismo da parte di chi potrebbe agire, usiamo il condizionale che calza in maniera perfetta con quello che sta caratterizzando la nuova stagione politica della ventesima regione dello stivale e non agisce, nascondendosi dietro un laconico “non posso”.

Di secoli ne sono passati e di malati anche, che ci hanno ridotto allo stato di “coma de passè” che potrebbe “terminare” solo se le incongruenze della situazione cessassero, soprattutto per il bene dei molisani. Incongruenze che hanno messo in seria difficoltà un settore che, ironia della sorte, è in attesa del distacco definitivo dei macchinari che lo tengono in vita, se di vita si può parlare. Un settore che, invece solo se si volesse, ma a quanto pare non c’è volontà, leggasi la netta opposizione da parte del ministro Grillo alla nomina del nuovo commissario ad acta della sanità; eppure il ministro è un medico, per giunta specializzato in medicina legale, permettete di aggiungere chissà cosa nasconde il diniego, potrebbe essere la soluzione vincente affinché si possa ricostruire sulle basi che sono state poste. Basi che avevano presupposti forti tant’è che strutture di eccellenza, rischiano di chiudere i battenti, favorendo la ripresa dei viaggi della speranza pur di risolvere le “affezioni” che non è possibile curare in regione.

Basi che vacillano pericolosamente per la non “revisione” ma soprattutto per il “non rinforzo” che potrebbe rimettere in opera quello che esiste senza dover apporre all’ingresso il cartello con su scritto “chiuso definitivamente per mancanza di volontà”. Parole che rappresentano la chiosa di un discorso che non giustifica assolutamente una situazione inammissibile e inaccettabile che si è venuta a creare. Parole che, con tristezza e amarezza, sono la prova che i progetti e le innovazioni presentate nel corso di conferenze stampa hanno il valore del “due di coppe”, ossia nulla.

Simbolismo da gioco di carte che danneggia soprattutto la sanità contraddistinta non da un H rosso che sta per Ospedale e cure che a quanto pare ha assunto altro colore e altra connotazione e non salvezza con tanto di H nera ossia morte. Sanità che, nonostante le dimostrazioni, i cortei, gli incontri, è ancora una volta vittima di chi non ha programmato o non ha voluto programmare per motivi a noi sconosciuti. Materia delicata la programmazione specialmente quella sanitaria che, ironia della sorte fa da spalla, nonostante l’assurdo della questione, non ha provveduto alla quadratura del cosiddetto “cerchio“ non magico tanto per intenderci; peccato però che non ci si rende conto che le cure che si vorrebbero mettere in atto sono solo un palliativo per i mali che affliggono questo delicatissimo comparto del sistema Molise.

Il quale, tra attese delle decisioni dai palazzi romani, incontri tra le parti, stanno per esalare l’ultimo respiro. Un ultimo anelito di vita che si spegne lentamente tra accuse e baruffe tra le parti anche se il dottor House vista la situazione direbbe: “la soluzione: facile basta risolvere il puzzle della vita delle strutture che si prendono cura del paziente”.

di Massimo Dalla Torre

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