Riceviamo e pubblichiamo: Il fallimento del Molise e il governatore Frattura

I Sindacati raccolgono quello della precarietà sul lavoro, da essi negli anni sostenuto e sottoscritto,  e lo riversano nelle strade e dinanzi alle sedi istituzionali, e, secondo loro tradizione, sommano tutte le proteste, senza operare distinzioni tra le categorie dei lavoratori, non rammentando la genesi e la storia delle singole questioni, non chiarendo i contorni o delimitandone i confini, non ricordando ad esempio che oggi ancora, rispetto alla perdita dei posti di lavoro, gonfiati, anche per proprio tornaconto, sino all’inverosimile negli anni passati per le note finalità elettorali, affatto han perso le categorie protette, quelle dei manager e super manager di aziende satelliti della Regione( alla cronaca è balzata la Molise Dati , uno degli esempi possibili), che continuano a percepire stipendi d’oro certo non proporzionali al merito, o quelle dei quadri assicurati a tanti dipendenti regionali, legge superata e che pur da noi ancora incredibilmente e offensivamente resiste, o a quella della sanità nella quale si è dato maggiore accoglimento di burocrati e consulenti vari che non di personale medico e infermieristico, tanto da trovarci oggi nella disastrosa situazione che tutti noi proviamo purtroppo in prima persona. Di fronte al disagio, ecco che altri o si indignano o lo cavalcano, e assieme, al momento, sono moltitudine, folla informe, che protesta su tutto e di più contro Frattura, sono i cosiddetti antifratturati. Dall’altra parte della cortina di ferro ci sono i tanti istituzionalizzati fratturati, per lo più autoreferenziali, chiusi nella monade laibniziana  del pensare di vivere nel ‘migliore dei mondi possibili’ senza Iorio. I primi , consapevolmente o meno, a traino degli ioriani e dei mediaemiliofido, cavalcano il disagio sociale addebitandone la responsabilità all’attuale Governatore, i secondi, sorridenti, beotamente, dentro una bolla ovattata, manco sentono davvero il rumore del malcontento reale, frutto di anni e anni di cattiva gestione della cosa pubblica del cdxsx, quello dello iorismo trasversale. Il segmento di gente nauseata, in paralisi o in movimento ora centrifugo e ora centripeto, è o è messo volutamente all’angolo e,pertanto, non ha possibilità di incidere; incide invece, come sempre nella storia e negativamente, la solita gente indifferente che ha un suo peso specifico nelle vicende tutte. Poi c’è Frattura che cerca di raccontare il Molise quel che è, o quel che di esso si può raccontare, ma pare che nessuno lo ascolti, tutti presi ad elaborare e urlare manifesti che antifratturati o fratturati che siano, non sono autenticamente contro o pro Frattura ma sono sol per ritornare a fare o continuare a fare o iniziare a fare i  propri personali interessi, quelli tipici e soliti. Eppure l’oggetto vero è il Molise quel che è, quello del disagio e della povertà materiale e spirituale, che non può più sopportare la politica dei particolarismi e delle clientele e che presumibilmente tra non molto neppure sarà più regione autonoma e dovrebbe piuttosto essere ben traghettata  verso il processo ‘annessionistico’ possibilmente nella sua interezza geografica e nel ‘risanamento ‘ o nel miglioramento delle sue condizioni materiali; di questo Molise certo Frattura non ne è la causa e a esso tende, compito arduo, a dare operativamente risposte. Un impegno del Governatore a concentrarsi concretamente e fuor di demagogia, sopportando le urla intorno e le derive dei più, è destinato al fallimento entro il quadro rappresentato, le sue risposte, quelle già date non emergono, rimangono inascoltate, sommerse dal rumore e dagli strepiti della folla informe , amplificati da certi organi di informazione; quelle risposte, le tante, da dover ancora dare potrebbero subire uno stop nella confusione generale, che violenta le intenzioni trasformandole in azioni annacquate, depotenziate e garanti degli equilibri del sistema e, innanzitutto, di quelli del PD, che certamente in questa fase gioca un ruolo bordeline  e pericolosamente nefasto. Entro questo quadro il fallimento del sistema Molise, che sia un’implosione o un’esplosione, è purtroppo molto probabile  e l’interesse personale di Frattura a evitarlo coincide con l’interesse generale, con l’utile collettivo contro i particolarismi e i personalismi anche dei partiti  e delle sigle sindacali. Quel che il Molise è, è il risultato di quel che è stato. Quel che il Molise sarà, è il risultato di quel che è, ma anche di quel che ora si fa e di come si agisce. Quel che il Molise sarà, dipende, dunque, da Frattura e dalla sua squadra di governo, che immagino, inevitabilmente, dovrà essere in gran parte cambiata con nuovi innesti. Questi uomini e le possibili donne dovranno essere dotati di buona volontà e ottime competenze nei settori nevralgici, dovranno essere sostenuti dalla politica e in Aula consiliare, compatti nel saper creare entusiasmo intorno all’unico vero obiettivo: il Molise e il futuro dei nostri giovani. Oggi il Molise non può che essere, per necessità storica, regno dei fini, nell’esercizio dei doveri, per saper tutelare e garantire i veri diritti, quelli di ciascuno e non di alcuni, abbattendo i privilegi delle categorie protette. Buon lavoro, nel segno anche della discontinuità. Se non ora quando?
Adele Fraracci     

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