Poposta di aggregazione dei Comuni della Costa e del basso Molise all’Abruzzo, Felice: Nel bene o nel male, purché se ne parli

E’ interessante constatare l’inizio del dibattito e l’attenzione che la proposta, di distaccamento dei Comuni della Costa e del basso Molise e l’aggregazione alla regione Abruzzo, sta riscuotendo. Mentre si è in attesa di conoscere il pensiero della classe dirigente, politici e amministratori Molisani, dopo un primo pensiero favorevole della Sindaca di San Salvo Magnacca giunge anche quello, con qualche distinguo, del Sindaco Menna di Vasto.
A tal proposito necessita qualche chiarimento. Al Sindaco di Vasto Menna sembra sfuggire un concetto importante: la nostra proposta segue ed è rispettosa dell’art.132 comma 2, che non richiede una legge Costituzionale ma è sufficiente una legge ordinaria, qualora al referendum si raggiunge il risultato favorevole del 50% +1 degli iscritti nelle liste elettorali dei Comuni interessati al distaccamento dal Molise e aggregazione alla regione Abruzzo, previo il solo parere delle due regioni interessate.
Quanto asserito dal Sindaco Menna della necessità di una legge Costituzionale, riguarda il caso di riunione delle due regioni Abruzzo e Molise, quindi non di una parte di territorio regionale, che si dovrà in tal caso seguire l’art. 113 della Costituzione.

Quanto propone il Sindaco Menna di accordi di confini per il settore sanità e turismo, seppur positivo, sarebbe auspicabile anche per altri settori importanti: trasporti, infrastrutture, pesca, e altro. Ciò è quanto noi abbiamo anche proposto in subordine richiamando l’art. 117 comma 8 della Costituzione, così come riformato nel 2001, che prevede intese tra Regioni per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, individuando anche organi comuni. In tal modo è possibile costituire la Federazione di regioni, che rimarrebbero autonome, decidendo di fare insieme la programmazione di alcuni settori e servizi importanti: sanità, trasporti, infrastrutture, turismo, fonti energetiche, ed altro ancora.


Spetta alla classe dirigente politica e amministrativa dimostrare di avere volontà e capacità di individuare la soluzione che si ritiene ottimale. Certo è che il silenzio, forse tattico, da parte della classe dirigente e politica non giova alla causa, né potrà far scemara la volontà e l’entusiasmo del popolo.

Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo

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