Piano regolatore. Il sacco della città di Campobasso è al punto di non ritorno

manicem5steProprio in queste settimane l’amministrazione comunale, in una forsennata gara contro il tempo, sta accelerando le procedure per tentare di assestare una serie di “colpacci” in materia edilizia e per blindare una serie di interventi urbanistici prima che sia troppo tardi, ovvero prima che i campobassani mettano una pietra tombale su questo tristissimo quinquennio.All’ordine del giorno dei prossimi Consigli Comunali, infatti, si dibatterà di diverse varianti al Piano regolatore, alcune delle i quali molto discutibili, come l’ampliamento della lottizzazione “Parco dei Pini” in Via IV Novembre, ma non solo.

Tutti interventi a fortissimo impatto urbano che altro non faranno che aumentare il carico urbanistico della città, con conseguente riduzione del rapporto spazio/cemento, diminuzione di suoli permeabili, aumento del traffico e complessiva diminuzione della qualità e vivibilità urbana.Il sacco della città è ormai al suo punto di non ritorno.

Gli interessi dei costruttori, che inspiegabilmente continuano ad edificare palazzoni spesso destinati a rimanere invenduti, hanno ormai preso il sopravvento, sfruttando la non casuale assenza di strumenti urbanistici adeguati, capaci di regolare lo sviluppo sostenibile ed equilibrato della città.I progetti in esame, che l’amministrazione Di Bartolomeo si appresta a benedire, non sono null’altro che la perfetta continuità con il programma di devastazione urbanistica cominciato oltre 10 anni fa dalle amministrazioni di centro sinistra e coerentemente perpetrate da quella attuale di centro destra, segnale evidente dei medesimi metodi di concezione della città in funzione di pochi interessi privati ed a scapito di quelli collettivi. E’ oramai consuetudine che molte delle concessioni edilizie, anche con varianti al Piano Regolatore, vengano licenziate, come in questo caso, negli ultimi giorni di mandato, in un clima di confusione e di scarico di responsabilità, quando a farla da padrone sono i preliminari per la prossima competizione elettorale piuttosto che il buon senso e l’attenzione verso il bene comune.Ed è proprio in questa delicata fase di avvicinamento alla scadenza elettorale che alcune scelte amministrative, delle quali andrebbe certamente valutata l’opportunità, rischiano di generare veri e propri conflitti di interessi: i grossi volumi d’affari in ballo facilmente possono trasformarsi in merce di scambio con cui condizionare larghe fasce di elettori, direttamente o indirettamente coinvolti.
L’assenza di un Piano Regolatore moderno ed aggiornato rappresenta quindi una vera e propria emergenza per Campobasso. L’ormai superato ed ininfluente piano ancora vigente, sempre più spesso scavalcato da varianti e deroghe, ci ha consegnato, con la complicità delle diverse amministrazioni succedutesi, una città smodata, quartieri scriteriati, palazzoni costruiti nei cortili o al centro di svincoli stradali, aree verdi violentate e cementificate senza alcuno scrupolo, intere lottizzazioni senza i previsti spazi verdi, destinazioni urbanistiche riconvertite a piacimento, persino bancarelle della frutta collocate in pianta stabile nelle piazzole di emergenza.Oramai siamo alla completa anarchia edilizia, dove gli oneri di urbanizzazione, facile strumento per fare cassa, rappresentano il lasciapassare per qualsiasi progetto. Nessuna valutazione estetica, di sostenibilità,di impatto ambientale ed urbanistico, nessuna valutazione del fenomeno dell’impermeabilizzazione dei suoli e del consumo del territorio: un fattore che, inesorabilmente, prima o poi esploderà anche nella nostra città, con gravi danni e scompensi idrogeologici, dei quali qualcuno dovrà rendere conto.
L’attuale espansione edilizia, che ha generato una capacità abitativa di oltre il doppio degli abitanti di Campobasso, impone la necessità di una vera e propria moratoria del cemento, soprattutto nei quartieri centrali, mirata all’alleggerimento della concentrazione urbana piuttosto che alla costruzione di nuovi fabbricati. D’altro canto, va invece incentivata e rafforzata la tendenza alle ristrutturazioni ed alle riqualificazioni degli immobili già esistenti, sia pubblici che privati, esclusivamente in linea con le più moderne tecniche di edilizia eco sostenibile e criteri di efficienza energetica, senza dimenticare il buon gusto estetico, ormai del tutto trascurato se si considera l’evidente imbruttimento dei nostri quartieri.
L’immediata adozione di un nuovo Piano Regolatore Generale, anche rivalutando e rivisitando quello di Beguinot, (inspiegabilmente mai entrato in vigore per l’inconcludenza e la riluttanza delle amministrazioni cittadine e dei governi regionali) dovrà quindi essere una delle assolute priorità della futura amministrazione, per dotare la città di quell’indispensabile strumento capace di rimodulare l’intero assetto urbano, ambientale, sociale.

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