L’opinione/Sul futuro del lavoro occorre ottimismo

Il governo italiano è impegnato tra Def, scostamento di bilancio, ristori e Pnrr, ma anche sul dossier Alitalia da chiudere in fretta e sui permessi di soggiorno per gli extracomunitari.  

Proviamo, per un attimo, a essere ottimisti sul futuro del lavoro, a immaginare una nuova età dell’oro, mettiamo da parte, per un attimo, il milione di posti di lavoro persi nell’ultimo anno,in Italia, mettiamo da parte le previsioni catastrofiche su quello che ci aspetta, tra una crescita economica che arranca e il blocco dei licenziamenti che sta per scadere.

Sembra prematuro, nel pieno di una catastrofe economica, prevedere un mondo del lavoro meraviglioso, gli Stati Uniti, con il cambio di governo, stanno già dimostrando come i posti di lavoro possano tornare a crescere man mano che, la gente si vaccina e il virus si allontana.

L’atteggiamento delle istituzioni politiche e finanziarie, è cambiato, gl’istinti si stanno rivelando più amichevoli con i lavoratori di quanto non lo siano stati negli ultimi decenni,  le stesse banche centrali guardano sempre più ai livelli di occupazione e sempre meno a quelli dell’inflazione, anche l’austero Fondo monetario internazionale a inizio aprile ha lanciato l’idea di una tassa di solidarietà una tantum su ricchi e aziende ,scrivendo una lettera agli azionisti ed ha  chiesto salari più alti, riferendosi ai lavoratori e agli amministratori delegati.

In Italia sono emerse le grandi disuguaglianze create da politici incapaci, da associazioni datoriali spinti da voglie cannibalesche e da sindacati inerti, messe per anni sotto il tappeto,a mo delle tre scimmiette non vedo non sento,non parlo.

Oggi la pandemia sembra voglia indicare al mercato del lavoro gli anticorpi per essere più forte di prima, infatti si parla di una nuova massiccia campagna di assunzioni nella pubblica amministrazione.

Si ipotizza la revisione definitiva del decreto dignità e l’avvio di una nuova fase di concertazione governo, sindacati, imprese.

I sindacati si sono aperte a modalità di lavoro inimmaginabili prima del Covid.

Gli imprenditori sembra si siano accorti di quanto conti il capitale umano nel lavoro quotidiano , in tutti è emersa la necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.

Molte aziende, tra Smart Working, telelavoro, lavoro agile, hanno speso di più in investimenti tecnologici e formazione del personale, tutti si aspettano che da questa raffica di investimenti si generi un lavoro più solido, una crescita della produttività più rapida, e di conseguenza salari più alti.

L’input è puntare ad aumentare la qualità del lavoro, ad  incentivare la produttività, senza concentrarsi solo sulla  protezione dei posti di lavoro.

Il primo passo dovrà essere ridefinire i diritti dei lavoratori in un’era in cui la flessibilità è arrivata a numeri estremi ed è destinata ad aumentare.

I governi dovrebbero cominciare a preoccuparsi di fornire diritti universali minimi, una rete di sicurezza universale, al di là della tipologia di contratto, se lo faranno, i lavoratori godranno di maggiore potere contrattuale e più tutele.

Puntare sulla formazione, può ampliare la produttività può aumentare  l’accesso alle opportunità, serve ridurre la polarizzazione del mercato del lavoro tra persone altamente qualificate e persone scarsamente qualificate, occorre garantire l’accesso all’istruzione e l’opportunità di riqualificazione per impiegare i lavoratori nei settori in cui aumenterà la domanda di lavoro.

Ricostruiamo una società messa in ginocchio, facciamo riemergere quello spirito italico che ha reso il dopoguerra un periodo di abbondanza sfociato in quei favolosi anni sessanta, vista così la situazione ci rende già un po’ meno pessimisti.

Il debito pubblico italiano oggi è più alto di quello del primo dopoguerra, ora serve solo ricostruire, come nel dopoguerra occorre un piano Marshall, tutto dipenderà dalla classe dirigente chiamata a gestire tutto questo.

Occorre  una classe che sappia  tenere a bada la voracità di tangenti e azioni malavitose, che dopo tangentopoli sembra essersi moltiplicata, solo un senso altissimo dello stato condito da sani principi potrà farci emergere dalla palude generata dalla pandemia in cui siamo finiti sommersi.

Alfredo Magnifico

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