La crisi in Molise è profonda, seria e grave. Musacchio: volere è potere, non lasciamoci morire senza lottare

Sta arrivando il Santo Natale e avverto nell’aria il sentore di una crisi senza precedenti. L’immobilismo generale, la corruzione e l’incompetenza ormai hanno rotto gli argini. In Molise (ma lo stesso discorso vale per l’Italia) si è verificato il collasso di tutti gli organi vitali della nostra comunità: la politica, poi l’economia, la chiesa, la famiglia, la scuola (università compresa), l’associazionismo e infine l’informazione. Un effetto domino quasi apocalittico. Non c’è istituzione indenne. Alla fine, del mio Molise, resta il corpo anoressico, ridotto alla fame. Un corpo privo di sensi dal quale non si ricevono segnali di miglioramento. Lo si scruta e lo si studia attentamente per capire se ci sia qualche speranza di cure efficaci ma lo si trova sempre più abulico, insensibile a qualunque sollecitazione persino all’elettroshock. Il Molise è in coma! Ma malgrado tutto, dal coma si può uscire, nonostante sia un’impresa immane e soprattutto occorre volerlo con forza e determinazione, è necessario essere attaccati alla vita. Basterebbe cominciare a fermare i molteplici oltraggi alla legalità e alla Carta Costituzionale. Voglio però chiudere queste riflessioni con un pizzico di ottimismo. Sono ancora convinto che con un forte sussulto di dignità (la società molisana  possiede energie ancora vitali) si possa tranciare il legame (spesso complice) dei cittadini con la “mala politica”. Sarebbe già un buon inizio. La politica, quella con la “P” maiuscola, deve ritrovare il suo senso etico e con essa tutte le istituzioni vitali (chiesa, famiglia, scuola per citarne solo alcune). La crisi in Molise è profonda, seria e grave. Ma nella mia esperienza di vita ho imparato che spesso “volere è potere”, quindi, affrontiamo la tempesta non lasciamoci morire senza lottare! Rompiamo questo silenzio assordante!
Vincenzo Musacchio

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