Elezioni regionali ossia “Il gioco dei quattro cantoni”

Come volevasi dimostrare, quello che era nell’aria si sta verificando. Ci riferiamo a quello che sta accadendo in ambito politico in vista delle prossime elezioni regionale del 22 aprile, quando saremo chiamati alle urne per rinnovare i vertici della Regione, anche se si registrano ammutinamenti e mal di mare in entrambe i partiti che costituiscono l’arco costituzionale regionale. Tuttavia, non sta assolutamente a noi giudicare le scelte fatte o che si faranno anche perché un detto locale dice “come ti fai il letto così, ci dormi”; ecco perchè ci auguriamo che il sonno (dei giusti) non sia agitato da fantasmi, altrimenti rischia di non allinearsi con i principi che regolano il delicato equilibrio delle cose e questo per il bene della collettività molisana è da scongiurare. Ci siamo “arrogati” il diritto di esternare queste poche considerazioni, in nome e per conto dell’elettore, perchè in questi ultimi giorni la confusione è sempre più palese.

La quale, sicuramente, farà da pendant con le metamorfosi, non quelle di Ovidio né tanto meno di Kafka, che potrebbero portare uno sconvolgimento del mondo politico locale visto l’instabilità che si registra all’interno dei partiti. Situazione che non sappiamo fino a che punto possa giovare a chi sta pensando di metterle in atto. Un non giovamento, almeno, questo è quello che crediamo, dovuto essenzialmente a una presa di coscienza di chi è arrivato in cima e, se non sta attento cadrà senza alcuna possibilità di appiglio. Con questo, non auguriamo a nessuno di precipitare rovinosamente.

Una caduta, dicevamo, che potrebbe essere evitata solamente se si mettessero da parte i troppi “personalismi” che rappresentano il vero nodo che, non permette assolutamente il decollo della politica, quella con la “P” maiuscola nel Molise terra che oltre duemila anni fa, per la battagliera indole dei suoi abitanti i Sanniti, seppe soggiogare le aquile romane, ma questa è un’altra storia anche perché i Sanniti sono morti e seppelliti e i contendenti attuali non sarebbero capaci “di mettere le briglie ai cavalli”. Per tornare alla questione attuale ci siamo permessi di titolare l’articolo parafrasando un gioco non più in auge, non per dileggiare nessuno, ma perché la situazione che si è venuta a creare ci ricorda molto da vicino il gioco dei quattro cantoni che divertiva perché c’era sempre qualcuno meno lesto degli altri che non riusciva a occupare lo spazio angolare.

Un gioco che, nel Molise, quello dei partiti, nessuno escluso, questa è la cosa, più preoccupante, mostra pressapochismo e approssimazione di chi lo gioca. Un gioco che Machiavelli maestro di arguzia e sagacia politica commenterebbe in questo modo: “Ia precarietà delle azioni politiche trae origine dai continui sconvolgimenti delle situazioni che introducono una variabile di imprevedibilità. Ecco perché la prima condizione per governare l’uomo è quella di capire l’uomo e le situazioni che scaturiscono; cosa che non implica una visione deterministica, ma indica ciò che è obiettivamente dato indipendentemente dalla volontà e dal raggio d’azione qualunque esso sia”. Ci scusiamo per la citazione: ma quann’c’vo’, c’vo…e concludiamo chi vuol capire capisca…
di Massimo Dalla Torre

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