Quando all’epoca del Governo Letta, lontano 2013, fu approvata una direttiva specifica per evitare di nominare in posti chiave – ed in particolare ai vertici di società partecipate – personaggi non proprio specchiati, fu considerato un buon risultato ed il germoglio di tornare in qualche modo alla legalità in certe situazioni, aveva attecchito bene.
Oggi, a distanza di una manciata di anni e di due Governi, uno il clone dell’altro, si cambiano le regole del gioco e le “poltrone di Stato” vengono assegnate eliminando l’ineleggibilità e la decadenza dei “condannati in primo grado” o dei “rinviati a giudizio” per una serie di reati. Corruzione ed usura bancaria, solo per citarne alcuni e che interessano gente recentemente nominata (marzo 2017), appunto, ai vertici delle grandi partecipate pubbliche.
Leggendo sui vari media quanto furbescamente abbia agito il MEF in questo frangente, ci riporta ancora una volta a tempi bui, dove preparare direttive, mettere le date a mano – senza passare per esempio per un protocollo informatico – e renderle operative, guarda caso, un paio di giorni prima delle nomine, ci dà esattamente il sentore di quello che è la nostra Italia e di chi sono i personaggi che la “guidano”.
Ma la onorabilità dei manager pubblici, peraltro strapagati, non dovrebbe comprendere (così come comprendeva la direttiva datata 2013) l’esclusione automatica per coloro i quali esiste una condanna o un rinvio a giudizio per quei reati che, indiscutibilmente, accendono non poche ombre nei confronti di chi dovrebbe gestire società e/o enti per conto dello Stato?
Direi si, ma per Padoan e altri che oggi fanno parte del Governo Gentiloni così non è!
L’importate “clausola etica” in base alla quale “costituisce causa di ineleggibilità o decadenza per giusta causa, senza diritto al risarcimento danni, dalle funzioni di amministratore, l’emissione a suo carico di una sentenza di condanna, anche non definitiva” è stata spazzata via in men che non si dica.
Inoltre, tale cancellazione riguarda, come già detto, anche il semplice rinvio a giudizio per i “delitti” previsti dalle norme che disciplinano l’attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme su mercati e valori mobiliari, dalle disposizioni penali in materia di società e consorzi, i “delitti” contro la Pubblica Amministrazione ecc. ecc.
Quando finirà tutto questo? Quando la onorabilità vera avrà il sopravvento su singoli interessi di bottega, di Governo o di lobby?
È assolutamente necessario mettere un freno definitivo a comportamenti di siffatto tipo che certo non fanno bene al nostro Paese, anche perché poi non ci possiamo lamentare se la gente diserta le urne e si dichiara disgustata dalla politica. Non può che essere così!
Costanza Carriero- Vice Presidente Assemblea reg. PD Molise
Carriero (PD): le “poltrone di Stato” assegnate eliminando l’ineleggibilità e la decadenza dei condannati, è necessario un freno
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