Accorpamento delle Regioni. Bene la semplificazione istituzionale, ma chi tutelerà i diritti dei molisani?

Il Presidente della Campania, Stefano Caldoro, nato a Campobasso ed esponente di primo piano di Forza Italia rilancia sulla stampa nazionale l’ipotesi del Presidente del Piemonte e del Presidente del Lazio, di inserire nel disegno di legge di riordino costituzionale l’ipotesi di accorpare le Regioni, assemblando le diverse proposte di legge presentate in Parlamento che variano da n. 5 Macro-Regioni ad un massimo di n.12. Considerato l’orientamento favorevole del Governo a sostenere una semplificazione istituzionale simile a quella praticata dalla Francia e avviata dalla Germania, sussiste la possibilità che in un arco temporale di breve periodo dopo i quattro passaggi parlamentari previsti per le leggi di riforma costituzionale, insieme alla soppressione delle Province e alla trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie con 100 Senatori non eletti direttamente dal popolo, ci sia anche la riduzione del numero delle Regioni.  Fermo restando la bontà del progetto che concretizza la richiesta dei cittadini di eliminare troppi passaggi burocratici e togliere di mezzo una casta politica regionale che ha mostrato limiti evidenti, permane il problema di chi organizza i servizi pubblici sul territorio, e di chi risponde alle istanze poste dalla crisi. Altro che celebrazioni dell’anniversario della legge istitutiva dell’autonomia del Molise. Il punto politico di questa fase è individuare la linea del Piave non della difesa della Regione come Ente, bensì quella della salvaguardia dei diritti universali di cittadinanza dei Molisani. Se i tempi del disegno di legge costituzionale, sostenuto da un’ampia e trasversale maggioranza parlamentare saranno rispettati,  le prossime manifestazioni a tutela della sanità, della scuola, del lavoro o di qualsiasi altro diritto, andranno promosse direttamente a Napoli dov’ è stata già trasferita la sede del nostro Ispettorato Regionale del Lavoro, a Bari o ad Ancona. Il Sindaco di un comune molisano si ritroverà senza la Provincia, con un capoluogo di Regione lontano e una Prefettura che non avrà strumenti per risolvere i problemi locali.  Quando a Roma ipotizzano che al Molise non spetta un Ospedale di secondo livello per via dei numeri insufficienti paventando lo svuotamento ulteriore del Cardarelli in favore di intese con gli Ospedali di Foggia, Pescara o Napoli, chi proverà a difendere il diritto alla tutela della salute dei molisani? Si costituisca un coordinamento di forze sociali, istituzionali e politiche, per sostenere una proposta alternativa quale quella della Macro-Regione Adriatica che supera le attuali dimensioni regionali ma preserva l’autonomia. Oppure si ragioni su misure alternative di assetto costituzionale quali quello di un numero minore di Province a cui delegare parte delle attuali funzioni regionali recuperando l’organizzazione amministrativa bicentenaria della Provincia di Campobasso. Ad ogni modo la nostra comunità è chiamata ad occuparsi del dibattito nazionale su questi temi per individuare soluzioni non penalizzanti per i molisani.

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