Politica/ Regione, la “guerra dei Roses” sulla sanità

di Stefano Manocchio

Il paragone con il celebre film con Michael Douglas, Kathleen Turner e Danny De Vito potrebbe sembrare azzardato ( e forse lo è veramente), anche perché nella sanità molisana rapporti di amorosi sensi (permettetemi l’eufemismo) fra le componenti in campo non ce ne sono mai stati; ma quello che sembrava essere, se non proprio un idillio, almeno un dialogo con unità d’intenti si è trasformato in contrasto, poi in battaglie e infine in ‘guerra’, in senso figurato naturalmente. Il braccio di ferro tra strutture private o parte di esse e Regione Molise, intendendo con ciò la parte prettamente politica, è oramai senza esclusione di colpi fra diktat e tagli drastici alle spese e prestazioni, ricorsi amministrativi, campagne informative in cui i contendenti si smentiscono l’un l’altro continuamente; quello della sanità è un ‘caso’ che naturalmente non può non diventare motivo di contrasto politico fra le parti e l’impressione è che lo sia già.

Al centro della contesa naturalmente il budget che la Regione Molise stabilisce per l’accreditamento delle prestazioni presso i privati convenzionati con il sistema sanitario regionale, che ora il presidente Toma avrebbe fissato in 100milioni di euro, cifra nominalmente molto alta, però maturato dopo non poche polemiche e contrasti tra le parti in campo. La materia è talmente complessa e di lunga data da impedirci di trattarla tutta nel singolo articolo: veniamo quindi direttamente alla stato dell’arte al momento.

Dire che i toni si sono accentuati in questa ultima legislatura non è, secondo me, sbagliato e certamente il rapporto adesso è a tal punto incrinato da considerare il ritorno allo ‘status quo ante’ piuttosto difficile; le dichiarazioni sono esplicite ed il dissenso politico non è più solo tra maggioranza ed opposizioni, ma anche, o soprattutto, all’interno dello stesso centro-destra.

A chiedere le dimissioni di Donato Toma quale commissario alla Sanità è la capogruppo del PD in Consiglio Regionale, Micaela Fanelli con una dichiarazione di cui riportiamo la sintesi : Non solo perché sotto la sua gestione il debito sanitario è tornato ad esplodere, ma, rimarchiamo noi, perché sta letteralmente smantellando la sanità regionale del Molise, dove addirittura si paventa il blocco delle prestazioni di radioterapia. A rimetterci sono i molisani che vedono letteralmente calpestato il loro diritto alla salute”, in continuazione di testo la stessa poi ha focalizzato le questioni ad iniziare proprio dal ‘caso’ del blocco di prestazioni di radioterapia al centro del Gemelli Molise.

In precedenza ad intervenire sull’argomento, con una dichiarazione altrettanto esplicita era stato il capogruppo di Orgoglio Molise, Gianluca Cefaratti, il quale, dopo aver smentito la dichiarazione del presidente della Giunta Regionale nel passaggio in cui lo stesso aveva dichiarato che di fatto la decisione sulla radioterapia era un atto di adeguamento alle disposizioni nazionali, aveva concluso dicendo che: li Commissario, piuttosto che occuparsi esclusivamente della questione legata ai privati convenzionati, avrebbe dovuto trovare soluzioni per ridurre la cosiddetta “mobilità passiva”, che in questi ultimi anni ha gravato per circa 80 milioni di euro sul bilancio regionale. Non si comprende, inoltre, per quale motivo le stesse strutture private convenzionate, sono ancora in attesa di ricevere i pagamenti corrispondenti al bimestre settembre-ottobre 2022, ampiamente scaduti, oltre che ulteriori e fondamentali risorse per le stesse, relative agli anni precedenti. Alla luce di quanto sopra, si chiedono le dimissioni immediate del Commissario ad acta Dr. Donato Toma e del Subcommissario Dr. Giacomo Papa”.

Sempre sulla querelle per le prestazioni del Gemelli, Donato Toma ha dichiarato che nulla cambia perché la radioterapia può essere prescritta dalla struttura pubblica ed erogata dal Gemelli.

Ma a questo punto è intervenuto il consigliere regionale Michele Iorio che in una nota ha dichiarato che : in base alla legge la prescrizione radioterapica viene fatta dallo stesso radioterapista che però non è una prestazione che si svolge presso l’Asrem. Il decreto della struttura commissariale dunque accentua le difficoltà di accesso alle terapie in questione, complica il percorso terapeutico ottenendo un solo risultato: spingere i pazienti molisani ad andarsi a curare fuori regione per una terapia salvavita. Fino ad oggi il problema era stato risolto durante la mia legislatura fornendo il ricettario regionale anche alla struttura del Gemelli. Cosa abbia spinto Toma a porre in essere un tale provvedimento non lo riesco ancora a capire e appare solo come un atto iniquo nei confronti dei pazienti molisani in primis e della struttura Gemelli SpA. Da oggi in poi quindi sarà più facile curarsi fuori regione che non in Molise”.

Di fatto sull’argomento c’è una fronda interna al centro destra in Consiglio regionale, come si evince dalle dichiarazioni rese nel tempo, composta da Micone, Cefaratti, Romagnuolo e lo stesso Iorio: e, questo certamente è un problema politico.

A titolo di citazione, fuori dalle logiche partitiche altri avevano espresso contrarietà per la situazione che si sta creando sulla sanità molisana; ad esempio Tecla Boccardo, segretaria generale della Uil Molise: “I mancati pagamenti alle strutture private e il braccio di ferro sui contratti con i privati sta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro e l’assistenza sanitaria ai malati” questa la premessa di un articolato intervento sull’argomento.

In conclusione Toma difende le sue scelte e dice che altre, importanti, sono dovute ad ‘imposizioni’ nazionali; i privati accreditati e buona parte degli esponenti a palazzo D’Aimmo lo vedono invece come autore di scelte sbagliate e penalizzanti nei confronti della sanità molisana, essendo commissario regionale delegato a decidere sulla materia.

Ora, non abbiamo la bacchetta magica per stabilire torto o ragione, ma di certo l’irrigidimento su un tema scottante non giova a nessuno, soprattutto ai molisani e se è vero che la politica è fatta molto o soprattutto di mediazione, toccherebbe alla struttura commissariale trovare la quadra in maniera tale da evitare poi votazioni contrarie dell’assise regionale o blocchi dell’attività amministrativa; ciò perché le une e gli altri in tema di sanità si traducono in danni enormi sulle spalle della popolazione incolpevole.

E a pochi mesi dalle elezioni queste scelte non passano più inosservate all’elettorato.

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