Macroregioni/ Federico (M5S): è giusto che questo tema sia affrontato in Parlamento da ciascuna forza politica

Dopo i mesi più difficili della pandemia e a valle dei tanti provvedimenti che il Governo sta adottando per mettere in sicurezza lavoratori, famiglie e tutte le categorie più provate dalla crisi, ritengo sarà importante tornare a parlare dell’assetto istituzionale del Paese, in particolare di macroregioni ed è giusto che questo tema sia affrontato in Parlamento da ciascuna forza politica.
Questo è l’invito che ieri mattina ho rivolto ai colleghi della Commissione Questioni regionali e al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in audizione.
All’interno della stessa Commissione da tempo stiamo portando avanti un’indagine conoscitiva sul regionalismo differenziato, ascoltando i Presidenti delle Regioni richiedenti e i rappresentanti dei Ministeri coinvolti, per permettere al Parlamento di affrontare il tema nel pieno rispetto dei dettami costituzionali e dei principi di unitarietà, solidarietà e sussidiarietà.
In maniera parallela, però, credo sia giusto cominciare a ragionare sul tema delle macroregioni, non solo e non tanto come ridefinizione di confini territoriali, ma anche e soprattutto come veicolo per una migliore erogazione di servizi. Penso a comparti come quelli della sanità, dei trasporti o della scuola, da organizzare e gestire in maniera diversa, più rispondente ai bisogni dei cittadini. Insomma dobbiamo trovare il modo di garantire anche alle piccole realtà che non possono avere la ‘massa critica’ delle regioni più grandi, e penso ovviamente soprattutto al Molise, i livelli essenziali di assistenza o i livelli essenziali di prestazione, insomma dobbiamo garantire ad ogni territorio la sicurezza, l’adeguatezza e la sostenibilità di tutti i servizi da erogare.
Nei prossimi mesi arriveranno risorse come mai in passato e tante di queste arriveranno al Sud, circa 140 miliardi di euro. C’è poi il fondo perequativo con cui ridurre il gap infrastrutturale, anche digitale, tra le diverse aree del Paese: per ora ci sono 500 milioni di euro per i prossimi tre anni, ma entro il 2020 i Ministeri di Infrastrutture e Finanze dovranno definire gli standard infrastrutturali e potranno aggiungere ulteriori risorse.
Insomma, presto avremo tutti gli strumenti necessari per rilanciare il Paese. I momenti più duri della pandemia hanno fatto riscoprire la solidarietà nazionale e l’unità d’intenti grazie alla quale oggi l’Italia è un punto di riferimento mondiale per affrontare la crisi sanitaria. Ora abbiamo la possibilità di andare oltre, di rialzare l’economia, ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti e soprattutto c’è bisogno di una equa distribuzione delle risorse e di una migliore erogazione dei servizi essenziali.

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