Di Ianni: Votare l’autonomia differenziata significa sancire la morte di questa Regione

Mi sconvolge il pressappochismo con cui si sta affrontando questo delicato momento storico. Mi sconvolge il pressappochismo con cui ci si sta confrontando con il tema dell’autonomia differenziata, un tema delicato, destinato a cambiare e sconvolgere il destino del Paese ed in particolare del Sud, che si sta realizzando con un Decreto Legge, che esautora di fatto il Parlamento. Mi sconvolge nel merito il silenzio ingiustificabile dei Senatori e dei parlamentari molisani, che al netto dell’appartenenza politica, non comprendono come quel Decreto sancirà la morte della nostra Regione.

Mi irrita il pressappochismo con cui il Presidente di questa Regione, Donato Toma, si sia presentato alla Conferenza Stato- Regioni e abbia votato a favore di un Decreto così iniquo per la nostra Regione, senza ascoltare nessuno. Senza avviare nessun confronto con il territorio.

L’Italia è già oggi un paese con fortissime differenze fra Nord e Sud. L’Unione Europea ha varato il PNRR proponendosi tra le altre cose proprio lo scopo di intervenire sugli squilibri territoriali, nella consapevolezza che questi sono un limite allo sviluppo e non un vantaggio per le aree più ricche. L’autonomia differenziata va invece nella direzione opposta di sottrarre risorse alle regioni meridionali. È una prospettiva miope che danneggia innanzitutto il
Paese.

Reitera un modello in crisi da decenni che cerca di arrestare la perdita di terreno del Nord nel contesto europeo, impedendo al Sud di accendere un secondo motore per lo sviluppo. È un errore grave, soprattutto dopo che la pandemia di Covid 19 ci ha mostrato tutti i limiti di una gestione insufficiente e frammentata su base regionale. E mi chiedo come il Presidente Toma tutto questo non lo abbia tenuto in considerazione.

Il disegno di legge sull’autonomia approvato dal Consiglio dei ministri, stravolgerebbe l’architettura istituzionale del Paese e la geografia dei poteri. invocando il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, le regioni a statuto ordinario possono richiedere la competenza fino a 23 materie che aggi sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Scuola, università, ricerca, sanità, grandi reti e infrastrutture del trasporto e della navigazione,
previdenza complementare e integrativa, energia, aziende di credito a carattere regionale. È un elenco solo parziale che illustra la portata di un processo di devoluzione potenzialmente
incontrollato e certamente irreversibile, col Parlamento esautorato di fatto delle sue funzioni.

Ve lo immaginate il Molise a dover gestire in autonomia la sanità, dopo il disastro che si sta perpetrando ormai da oltre un decennio? Ve lo immaginate il Molise, dove camminiamo ancora sulle mulattiere, a dover gestire in autonomia le infrastrutture? A tutto questo, il Presidente Toma ha detto placidamente sì! Senza alcuna previa definizione dei LEP né di altri strumenti perequativi e di eliminazione delle attuali diseguaglianze.

Questo non è e non può essere un discorso di destra o di sinistra! È un discorso per il Molise, per la sua salvezza. Tutto quello a cui stiamo assistendo va nella direzione unica dello smantellamento della nostra Regione. E questo non è accettabile. Che si sia perso il bandolo della matassa è chiaro da molto tempo, ma di fronte a questo non possiamo tacere, né voltarci dall’altra parte.

È scandaloso il silenzio nel merito di una buona parte dei Consiglieri Regionali, come lo è quello di buona parte degli amministratori locali. Possibile che pur di non scontentare un
amico ci si volti con tanta disinvoltura dall’altra parte? Quello che è accaduto in questi ultimi giorni è la riprova di una pantomima insopportabile. Rileviamo che solo ora qualcuno ha
dichiarato di seguire “con attenzione il caso del dottor Giovanni Vigliardi, primario facente funzioni del reparto di Chirurgia del Veneziale di Isernia, sostituito con un professore universitario.

Certo, fa specie che l’ex direttore generale dell’Asrem abbia assunto questa decisione l’ultimo giorno di permanenza a capo dell’Azienda sanitaria. Credo, tuttavia, che il caso del dottor
Vigliardi – che deve essere senza dubbio risolto – non è l’unico problema dell’ospedale di Isernia e più in generale della sanità molisana”.

Ci verrebbe da chiedergli dov’era mentre si firmava il protocollo d’Intesa tra Università e Regione Molise che prevedeva quanto sta accadendo. Dov’era mentre si smantellava la sanità regionale e soprattutto la sanità della Provincia di Isernia con decisioni almeno discutibili.

Abbiamo visto sparire da un giorno all’altro la medicina territoriale, abbiamo visto demedicalizzare postazioni del 118 in aree, come quella in cui amministro, che raccoglie un bacino di utenza di circa 13000 persone. E nessuno ha avuto da eccepire! Ora tutti scandalizzati! Tutti pronti a rivolgersi ai Ministri! Personalmente non staremo in silenzio di fronte allo scempio dell’autonomia differenziata. Adotteremo risoluzioni in Consiglio

Comunale atte a sancire un impegno ufficiale di opposizione ad una scelta così iniqua. Saremo promotori di azioni dal basso, con raccolte di firme, per dare la possibilità ai cittadini, ancora una volta tenuti all’oscuro di tutto, di capire cosa sta succedendo in questa Regione nel generale, colpevole silenzio. È davvero arrivato il momento di voltare pagina, quello che
abbiamo visto è sufficiente per farci comprendere che non può più essere condiviso, né accettato!
Remo Di Ianni
Sindaco Di Cerro al Volturno

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