Di Clemente: lo scandalo dell’aUditorium di Isernia, la borghesia assolve se stessa

La Procura ed il GIP di Isernia hanno condotto le indagini sullo “scandalo auditorium”, già inserito nell’inchiesta nazionale sulla cricca capitalistica della P3 che si spartiva il bottino dei “grandi eventi”. L’autorità nazionale dei lavori pubblici aveva evidenziato illiceità amministrative anche da parte di esponenti del Comune di Isernia.  Risultato: tutto “archiviato”, le illiceità contestate dall’autorità nazionale dei lavori pubblici e da altri (tra cui il Pcl di Isernia), non meritano neanche un dibattimento, un processo.
Invece, secondo gli stessi esponenti della Procura pentra, l’aula di tribunale dovrà essere impegnata per persone oneste, proletari, comunisti, attivisti anticapitalisti di Isernia, “rei” di aver semplicemente espresso legittime critiche politiche o satiriche contro lo scempio della città e del denaro pubblico tratto dalle tasse dei lavoratori, e proposto un’alternativa ai comitati borghesi del cemento, fondata sulle reali esigenze sociali, culturali ed ambientali della città.
Il PCL di Isernia è tra i primi e più colpiti da tali censure del libero e legittimo pensiero e di ciò sveleremo prossimamente diversi retroscena che valutiamo inquietanti.
Giornali nazionali (Il fatto, Repubblica, il Sole 24 ore ecc.), invero, avevano disvelato le intercettazioni nelle quali la “cricca P3” aveva premuto perché il dott. Albano arrivasse alla Procura di Isernia ed avevano evidenziato che nel contempo v’era in corso proprio tale inchiesta  ad Isernia. Albano dichiarò che l’aiuto della P3 era avvenuto a sua insaputa e dobbiamo credergli, allo stato.
Ovviamente si tratta solo di notizie su cui ognuno può trarre le conclusioni politiche e sociali che crede, e nulla si può insinuare sotto il profilo giudiziario, che è di competenza della magistratura.
Tuttavia non ci fermeremo, neanche sul piano legale, visto che dobbiamo tutelarci dagli attacchi che la procura di Isernia ci sta facendo con censure della nostra legittima libertà di espressione politica: alla Procura di Bari ed ai servizi ispettivi e disciplinari del  Ministero della Giustizia chiederemo verifiche sull’operato della procura pentra, sia rispetto all’archiviazione dell’inchiesta sullo “scandalo auditorium”, sia perché manda incredibilmente a processo coloro che hanno solo espresso legittima critica politica, su quello che, sul piano politico sociale, rimane uno scandaloso emblema della peggiore giunta che Isernia abbia avuto dal dopoguerra ad oggi a prescindere dall’esito giudiziario. Ci sembra un clamoroso paradosso kafkiano.
In particolare eccepiremo la violazione dell’art,408 c.p.p. commessa da parte della Procura: perché al PCL di Isernia, che pure era parte esponente interessata, non è stato consentito di esercitare il diritto di opposizione alla richiesta di archiviazione e la visione degli atti ? E che fine ha fatto l’esposto del Pcl di Isernia ?
Tuttavia per noi l’aspetto importante e principale non è quello giudiziario; bensì l’insegnamento che la popolazione della città può trarre dall’accaduto.
Questa emblematica vicenda è lì a ricordare quanto da tempo sosteniamo: Isernia offre, non da oggi, un esempio di alta efficienza della giustizia, quella borghese.
Il paradigma isernino poc’anzi descritto ci dice come la borghesia assolva se stessa, mentre manda a processo il libero pensiero e la satira contro il suo potere opprimente,  le sue ingiustizie ed i suoi scandali.
Terreno fertile, per chi vuole capire o approfondire l’analisi marxista sulla natura di classe dello stato.

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